La stagione dell’EuroPromotion Legnano è cominciata con grande entusiasmo e professionalità, da neopromossa dopo un campionato di altissimo livello. La sfortuna sembrava aver segnato in qualche modo il primo anno di serie A2 Silver, con l’infortunio prima dell’inizio di stagione per Giovanni Penserini, rimpiazzato da Niccolò Petrucci, e poi quello di Tommaso Milani. Il fallimento di Forlì in A2 Gold ha portato a Legnano un giocatore di livello, Matteo Frassineti, vincitore l’anno scorso dell’EuroChallenge in maglia Reggio Emilia. Firmato un contratto di un anno e mezzo ed entrato subito nelle rotazioni di coach Ferrari da protagonista, l’esterno originario proprio di Forlì è stato autore di prestazioni notevoli, in crescita con il passare delle partite. Siamo andati ad intervistarlo, al campo di allenamento a Legnano, in via Parma, casa dei Knights per i match interni fino allo scorso campionato.

“Quando sei arrivato qui a Legnano hai pensato si trattasse di una squadra che dovesse salvarsi o che fosse possibile puntare più in alto?”

MF: “Diciamo che sapevo di venire in un gruppo e in una società dove si poteva lavorare bene, e che l’obiettivo principale della stagione fosse comunque la salvezza. È chiaro che questo è un gruppo allenabile, che si allena bene e con tanta voglia, rispondendo a ciò che chiede l’allenatore, mostrando margini di miglioramento ampissimi. Il campionato è quasi agli sgoccioli e abbiamo quasi messo in tasca la salvezza, e per cercare stimoli maggiori è chiaro che andiamo avanti con un occhio in su piuttosto che con un occhio in giù.”

 

@Nicolò Ulivi

Matteo Frassineti, in maglia Forlì ad inizio stagione (foto di Nicolò Ulivi)

“L’hai vissuto in prima persona a Forlì. Come reputi nel complesso quello che sta accadendo in A2 Gold?”

MF: “Quello che sta succedendo in A2Gold è un po’ lo specchio di ciò che sta accadendo in Italia. Purtroppo sono realtà in cui vengono fatte false promesse, come nel caso di Forlì, vissuta in prima persona. Grazie a regolamenti un po’ troppo “facili”, per usare un termine leggero, questo accade e ci vorrebbero regole più severe e più ferree da attuare, fornendo più garanzie. È chiaro che quando i soldi c’erano non era un problema per nessuno, adesso che mancano si vengono a creare situazioni in cui si vedono falsati i campionati, dove la serietà di un movimento che ha della visibilità ne risente, anche a livello di immagine. Anche le voci che circolano mettono in cattiva luce uno sport che, a livello di etica sportiva, ha sempre dimostrato di essere un ambiente sano con un approccio serio.”

 

“Stai attraversando un grande periodo di forma, a maggior ragione vista la tua vena realizzativa. Sei soddisfatto o credi di poter dare ancora di più da qui al termine della stagione?”

In azione, qui contro Scafati (foto di Claudio Devizzi Grassi)

In azione, qui contro Scafati (foto di Claudio Devizzi Grassi)

MF: “Io sono contento magari delle percentuali, di aver fatto canestro e di aver preso dei buoni tiri mandandoli a segno, sintomo del fatto che la squadra è in grado di costruire buoni tiri. Essendo sempre stato un finalizzatore, più che un creatore di gioco, sono contento se la squadra mi mette nelle condizioni di prendere tiri semplici. Devo migliorare sotto tanti punti di vista, non mi sento ancora un giocatore arrivato, se considero a maggior ragione la mia voglia di tornare in serie A. L’anno scorso ho avuto una stagione difficile a Reggio Emilia, “difficile” dal punto di vista personale, meno difficile dal punto di vista delle soddisfazioni perché comunque ho giocato una coppa e l’ho vinta (EuroChallenge) , ho giocato partite importanti e sono stato protagonista quando sono potuto scendere in campo. Per questo campionato e per questo livello, il Matteo di questo momento è sufficiente, se Matteo vuole ambire a categorie superiori deve fare un ulteriore salto di qualità.”

 

“Vieni da categorie superiori, quindi conosci molto bene il livello richiesto nelle serie alte. Quali squadre ti hanno maggiormente impressionato in A2 Silver?”

MF: “Mi baso sulle squadre che ho visto, tenendo conto che alcune non le conosco bene e non sono informato su tutti i giocatori che ci giocano, americani inclusi. Per quello che ho potuto riscontrare, Treviso mi sembra la più attrezzata, ma se dobbiamo parlare di nomi ti potrei dire Scafati, che però ha problemi di diverso tipo, come ad esempio la necessità di giocare con 5/6 palloni per giocare in una squadra di quel tipo (ride). Come struttura societaria, come squadra e roster quindi direi Treviso. Al secondo posto metto Ravenna, perché secondo me a questo livello una coesione così grande come quella che hanno i giocatori vi fanno parte, alla fine, fa la differenza. Hanno un modo di giocare insieme, sono costruiti talmente bene e hanno equilibri talmente radicati che è impossibile non pensare a loro. Le altre purtroppo non ho avuto ancora occasione di vederle. So che Treviglio gioca un grande basket, anche se non l’ho ancora vista in prima persona, e conosco molto bene il play Marino, un giocatore che in questa categoria fa una differenza importante.”