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A Rio, meritatamente, ci va la Croazia (foto di Matteo Cogliati)

L’analisi di una sconfitta così pesante e clamorosa non può passare dalla caccia al capro espiatorio. Sarebbe troppo superficiale.

 Credo che la prima ragione in assoluto per questo disastro, perché è un disastro spendere oltre 2 milioni di Euro per giocare in casa con un pubblico meraviglioso e poi vedere volare a Rio la Croazia, sia proprio il non avere preso in seria considerazione questa eventualità.

Diciamocelo. Io per primo sia chiaro, non ho mai davvero pensato che alla fine non ce l’avremmo fatta. Il punto è che questo è stato il pensiero latente di quasi tutti, Presidente, staff e giocatori compresi. Perché altrimenti, ad esempio, quando Aza Petrovic spara strategicamente sulle 19 fischiate a favore dell’Italia nella gara del girone (https://www.facebook.com/715735011839532/videos/1057472014332495/), tu fai una contro dichiarazione di guerra a lui e alla Croazia facendo divenire il clima della finale una bolgia invalicabile. E invece, con un tifo e un ambiente meraviglioso, eravamo tutti li (addetti ai lavori compresi) solo in attesa di fare festa, con un pensiero nel cassetto a cinque cerchi: “…con quello che abbiamo speso, se ce ne sarà bisogno, 2 fischi a favore ce li fanno…”. Si certo. Datome, Belinelli, Melli e Gallinari fuori per 5 falli. Eccolo qua l’aiutino di cui tutti eravamo convinti.

Datome (foto di Matteo Cogliati)

Datome, uno dei giocatori presentatosi a Torino in condizioni fisiche difficili (foto di Matteo Cogliati)

E, una buona volta, si metta fine alle dietrologie di questo genere. Lo abbiamo dovuto imparare sulla nostra pelle. Aggiungiamo un paio di considerazioni.

L’Italia. Resto convinto, ha un potenziale con questo gruppo straordinario e a Rio (senza pressione) poteva lottare per una medaglia. Si è presentata con alcune falle cui non è stato dato troppo peso.  Gallinari, il nostro leader, fermo molti mesi e con un ritmo partita palesemente lontano da quello giusto. Datome, consumato da una straordinaria stagione in Eurolega e Turchia, tra i 6 e 4 Kg sotto peso. Bargnani, senza squadra da molti mesi, era da troppo tempo anche lui che non giocava partite vere. Belinelli, stoico si, ma pur sempre con una frattura in faccia e con una maschera comunque limitante. Non sono scuse, sono fatti. Sottovalutati, purtroppo.

La Croazia. Squadra grossa, “ignorante” e con individualità importanti, uccisa dal pronostico e senza nulla da perdere. Petrovic se l’è giocata bene, mediaticamente. Noi, come dicevo, gli abbiamo dato carezze (la foto che posto del pre partita con Petrucci a lungo in chiacchiere con Petrovic ne è la prova) anziché fuoco e fiamme. E il disastro si è compiuto.

E su Messina non dici nulla? Il nostro coach si è concesso alla stampa italiana nel dopo disfatta vicino al tunnel degli spogliatoi appoggiato al muro, quasi a volergli chiedere un sostegno. Ha parlato con un filo di voce con la faccia di uno distrutto dentro per quanto accaduto (ecco qua parte dell’intervista https://www.facebook.com/715735011839532/videos/1058349510911412). Sognava lui più di tutti di sfilare dietro alla Pellegrini portabandiera a Rio. Era un uomo sconfitto e si è preso le sue colpe. Ma quali sono realmente? Una sola secondo me. Ha detto che ha voluto dare un’impronta difensiva alla squadra. C’è ampiamente riuscito. Il problema è che a questo sport bisogna “anche” fare canestro. Era pensiero di molti, e anche suo immaginiamo, che se difendevi forte in qualche modo questi ragazzi 80 punti li avrebbero comunque fatti. Appunto. Finale dei regolamentari, 70 pari. Eccolo qua il dato che ci fa stare sul divano ad Agosto. Questa squadra non ha mai avuto fluidità vera e troppo poco tempo per lavorarci e per ottenerla. Ecco perché, ripeto, quello sarebbe stato il lavoro del prossimo mese che ci avrebbe reso davvero molto forti. Abbinato al recupero pieno dei giocatori citati sopra.

Ettore Messina coach azzurro (FIBAQTO, Foto di Matteo Cogliati)

Ci sarà ancora un futuro in azzurro per Ettore Messina? (FIBAOQT, Foto di Matteo Cogliati)

Stiamo a casa per la concomitanza di tutte queste cose. E giustamente, direi. Perché comunque sia, in casa tua, con quel pubblico, la pressione non può schiacciarti e la Croazia la devi battere. La DEVI battere. Punto. La storia dello sport ci insegna che le grandi vittorie traggono origine dalle cocenti sconfitte (e questa è gigante). Questa adesso è la nostra missione. Euro 2017, Mondiali 2019, Olimpiadi 2020 sono gli obiettivi. Con Messina? Se fossimo andati alle Olimpiadi sicuramente no come ho scritto qualche settimana fa (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10208015590120252&set=a.1221337606258.2035775.1013479619&type=3). Tuttavia non sottovaluterei il suo orgoglio e la sua voglia di riscatto dopo l’altra sera. L’ultima immagine di Ettore Messina con la maglia dell’Italia non può e non deve essere quella nello spogliatoio di Torino. San Antonio permettendo.

Gherardo Resta


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