Avete presente che a Milano questo weekend l’NBA ha fatto le cose in grande, organizzando tornei ed eventi in piazza Duomo e al Parco Nord, uno dei più frequentati campetti milanesi? Avete presente che Mister MVP 2012 Derrick Rose, play stratosferico dei Chicago Bulls, ha ribattezzato il campetto a suo nome lasciando pure nel cemento fresco il calco dei suoi due preziosi palmi? (clicca qui per la sintesi dell’evento)
Ecco, insieme a Rose, a Rudy Gay, alle cheerleaders e ad un’atmosfera di festa cestistica diffusasi a macchia d’olio in tutto il capoluogo lombardo, l’Adidas, main sponsor dell’evento, ha pure organizzato un torneo ad inviti da disputarsi davanti agli occhi discretamente competenti di D-Rose, con gustosi premi in palio. E se i protagonisti NBA sono stati ovviamente intervistati un po’ da tutti i media, noi oltre a tutto questo abbiamo voluto portare sotto i riflettori anche chi questo torneo l’ha vinto e ha voluto raccontarci le emozioni nel vincerlo davanti ad una stella NBA.
Ladies and gentlemen, from Cologno Monzese, at guard, 21 years old…Luca Capaccioli!
1) Ciao Luca e complimenti per la vittoria del torneo Adidas! Com’è stato giocare in un torneo sotto gli occhi di Derrick Rose? Hai visto anche Rudy Gay? Cosa pensi di questi giocatori?
Ciao e grazie a DailyBasket per quest’inattesa intervista! Giocare sotto gli occhi di Derrick Rose e dei tanti tifosi e appassionati di basket che erano presenti è stata sicuramente un’esperienza bellissima e indimenticabile, che non capita tutti i giorni. Anche i miei compagni di squadra, tra cui Matteo Beretta e Fabrizio Meneghel, potrebbero confermare la stessa cosa: tanta tanta emozione! È chiaro che quando sei a giocare di fronte agli occhi di non solo un professionista NBA, ma anche di un MVP (il più giovane di sempre a vincerlo, tra l’altro), un po’ di tensione (positiva) c’è: mentre giochi pensi a cosa possa pensare lui di te, di quello che fai, di come tiri o passi, di come ti muovi sul campo, poi sotto gli occhi anche di tutta quella gente presente.
Rudy Gay non l’ho visto, perché lui è in tour con l’NBA 3X, qui a Milano in piazza Duomo. Anche lui è un giocatore fenomenale, con grandi doti atletiche: spero ci sia anche per lui in futuro la possibilità di arrivare fino alle Finals, perché se lo merita!
2) Quali sono stati i premi? E’ stato difficile vincere? Com’era il livello?
A tutti i 18 giocatori che hanno partecipato è stato fornito il materiale per l’evento, composto da divisa (rossa o bianca) di DRose, calze e scarpe, tutto firmato ovviamente Adidas. Ai vincitori del torneo come premio è stato dato un ricordo particolare: una tavoletta di legno con disegnato il nuovo brand di D-Rose e la sua nuova linea di scarpe, attaccate con una calamita. Il livello dei giocatori spaziava dalla DNA, come Davide Reati, alla serie D, e l’organizzazione aveva mischiato le squadre in moda tale da rendere le partite il più equilibrate possibile. Vincere non è mai facile!
Il video del torneo:
httpv://www.youtube.com/watch?v=0AdIKTC5uIQ
3) Quali sono state le armi con cui tu e i tuoi compagni di squadra siete riusciti a vincere il torneo?
Beh sicuramente eravamo quelli strutturati meglio per ruoli! Io ho cercato di fare quello che faccio sempre: penetrare, tirare e segnare! (ride) ..E distrarre anche gli avversari con un pò di trash talking, indicandogli le varie bellezze femminili che erano fra il pubblico a vederci e fotografarci! (…)
4) Che ne pensi delle Nets Dancers, se sei riuscito a vederle? La qualità era buona?
Purtroppo anche le Nets Dancers non erano presenti quel giorno in quanto in giro con il tour NBA3X! Diciamo che la qualità delle cheerleaders americane, NBA o NFL che sia, dovrebbe, e dico dovrebbe, essere mediamente alta, altrimenti che cosa servono a fare? 😀
5) A 22 anni non ancora compiuti a che punto sei della tua carriera come giocatore e quali sono i tuoi obiettivi nel prossimo futuro?
La mia carriera purtroppo ha avuto momenti alti e momenti bassi, spesso dettati da infortuni importanti. Posso essere soddisfatto di avere giocato l’ultima stagione in DNC a Bergamo con costanza e minuti anche importanti. Per il futuro chi lo sa, dipende solo da quanta voglia, intensità e determinazione metterò giorno dopo giorno per cercare sempre più di migliorare il mio gioco e le mie condizioni atletiche, facendo anche tanti sacrifici, come li ho sempre fatti dal lontano Settembre 1997, quando toccai la prima palla da basket. Per il resto, penso a giocare divertendomi e a divertirmi giocando: il Basket è prima di tutto passione e divertimento!
Grazie ancora a Luca per la disponibilità, gli auguriamo un enorme in bocca al lupo per la sua carriera e la sua passione e ancora complimenti a lui e ai suoi compagni di squadra per aver vinto davanti a Mister Derrick Rose!