Massimo Caiolo (foto Adriano Volpin)

Massimo Caiolo (foto Adriano Volpin)

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Massimo Caiolo, direttore sportivo della Virtus Padova. Massimo, spiegaci questo progetto Virtus che parte dal settore giovanile e finisce con la prima squadra che partecipa al campionato di DNC: «Da un po’ di anni la Virtus ha investito su allenatori e sul settore giovanile, che deve essere l’anticamera per la prima squadra. Il nostro percorso procede piano piano, ma siamo contenti: non vogliamo fare il passo più lungo della gamba. Siamo tra le poche realtà in Veneto presente in tutti i campionati giovanili Eccellenza: alle spalle della Reyer, con Treviso che non è più quella dei tempi della Benetton, ci siamo noi e il Leoncino in regione. La nostra prima squadra è formata da 3-4 giocatori del nostro settore giovanile e fino all’anno scorso era interamente composta da padovani».

Quindi la prima squadra non rappresenta una priorità per voi: «Ci teniamo, è ovvio, come ci tiene il Presidente. Le nostre risorse le impieghiamo più per il settore giovanile che per la prima squadra. Siamo una fucina che deve andare avanti con le proprie forze. Massimo Friso è un formatore, oltre che un allenatore e infatti allena sia la prima squadra che l’Under 19 Eccellenza. La nostra prima squdra deve essere da traino per tutto il nostro settore giovanile: quest’anno rappresenta per noi un banco di prova, siamo più competitivi, si gioca per vincere e non ci poniamo obiettivi…».

Il vostro progetto ha coinvolto 8 società consorziate: «Esatto, abbiamo stretto una collaborazione con 8 società della zona, ma non vogliamo essere “sopra” loro, ma al loro fianco, perché sappiamo che da soli non ce la facciamo. Lunedì i nostri U19 hanno giocato con Treviso e il palazzetto era pieno. E la cosa bella è stata che il pubblico era composto anche da ragazzi di queste società e il grido che si è alzato dalla tribuna è stato: “Padova- Padova” e non “Virtus-Virtus”. Abbiamo recepito che c’è voglia di concentrare qui l’eccellenza della nostra città».

Quest’anno è tornato in Virtus una figura come quella di Roberto Rugo che sarà il consulente del Presidente: «Roberto è una persona competente e soprattutto un amico: appena è venuta fuori questa opportunità, non ce lo siamo lasciati sfuggire. Ha condiviso subito il nostro progetto, conosce l’ambiente Virtus, ha mille conoscenze e soprattutto ha maturato esperienze come quella di Marostica o di Verona. In particolare a Marostica, dove è rimasto 8 anni, ha contribuito a portare alle luci della ribalta una realtà praticamente sconosciuta al basket nazionale».

Caiolo insieme a Franco Bernardi, presidente della Virtus Padova (foto Adriano Volpin)

Caiolo insieme a Franco Bernardi, presidente della Virtus Padova (foto Adriano Volpin)

Avete portato alla Virtus giovani interessanti quest’anno: «Sì, diciamo che siamo una realtà appetibile, dato che nel nostro settore giovanile allenano coach come Friso e Rubini. Magari non saremo la Reyer, ma proprio per questo un ragazzo da noi può crescere nelle migliori condizioni, senza pressioni o senza avere la luce dei riflettori adosso. E di questo ne siamo contenti».

Chiudiamo con il tuo punto di vista sulla rivalità cittadina con il Petrarca, che quest’anno partecipa al campionato di DNC come voi: «Se è vero che i derby servono per il movimento ed è altrettanto vero che sarà bello giocarli, devo dire che la politica del Petrarca contrasta con la nostra. Dopo gli anni d’oro in cui Virtus e Petrarca hanno rappresentato un movimento importante, poi c’è stato un buco incredibile. L’idea era quella di poter collaborare, un giorno, per riportare Padova dove merita: il problema è stato, però, che quando il Petrarca ha trovato le risorse e le energie, le ha investite tutto e subito. Di solito questi progetti hanno vita breve, invece io sono del parere che devono essere messe radici profonde e mirare al lungo termine. Del vecchio Petrarca è rimasto solo il nome, del resto…».

Andrea Etrari