Prosegue il viaggio del nostro Richard Lelli negli Usa e dopo la prima puntata della settimana scorsa (https://www.dailybasket.it/altre-news/varie/dailybasket-on-tour-richard-lelli-e-laggiornamento-made-in-usa/) ecco la seconda interessantissima pagina del viaggio di aggiornamento del classe 1978 romagnolo.

TAR HEELS NATION.

North Carolina University, Chapel Hill, 25.000 abitanti a cui vanno aggiunti 30.000 studenti tutti rigorosamente pazzi per i Tar Heels!
Qua non si parla d’altro…dai giovani alla nonnina di 90 anni, dal cameriere al dottore, dagli studenti agli alti dirigenti aziendali…hanno tutti un’unica fede, quella bianco-celeste di North Carolina.Tar Heels draft (Foto Richard Lelli)
Ogni negozio o esercizio di Chapel Hill è tappezzato di poster delle squadre dell’università, dal calcio al volley, dal football al baseball ma la squadra che è più sulla bocca di tutti è quella di basket di Coach Williams che gioca nel bellissimo impianto chiamato Dean Center (Dean Dome per gli abitanti del posto) in onore del leggendario coach Dean Smith.

Prima di continuare il racconto è importante sapere chi era Dean Smith e quanto sia stato importante, non solo per North Carolina, ma anche per la pallacanestro moderna.
Coach Smith, che ha allenato la squadra di basket dell’università di North Carolina per ben 36 anni, era noto per la sua onestà, per i suoi ideali, e per l’alto tasso di laureati tra i suoi giocatori (circa il 97%), ma soprattutto per la sua lotta al razzismo reclutando il primo giocatore afroamericano della storia di UNC.
Nella sua carriera ha vinto 2 titoli NCAA, 1 oro olimpico, è stato nominato 4 volte migliore allenatore universitario degli Stati Uniti ed è stato inserito nella Hall of Fame.
Ma soprattutto è stato un innovatore del gioco con tante situazioni particolari che vediamo nella pallacanestro odierna sono frutto delle sue idee come il “tired signal”, un gesto che i giocatori dovevano fare quando si sentivano stanchi cosi lui poteva inserire un giocatore più fresco…ma il segnale più importante era un altro. Ogni suo giocatore, dopo un canestro, non doveva festeggiare ma doveva indicare il compagno che aveva favorito il canestro, con un assist o con un blocco, come per ringraziarlo.
Fu anche l’inventore del Senior Day, cioè l’atto di schierare in campo tutti i senior (giocatori all’ultimo anno di scuola) nell’ultima partita casalinga della stagione.
Coach Smith credeva cosi tanto a questo omaggio ai suoi giocatori senior che in una stagione in cui aveva in squadra 6 senior, li fece partire tutti in quintetto.
Ovviamente l’arbitro fischiò fallo tecnico però tutti i senior di coach Smith ebbero il loro momento di gloria davanti al proprio pubblico in delirio.

Lelli Richard (foto di Richard Leli)Oggi coach Smith non siede più sulla panchina di North Carolina (purtroppo è deceduto nel 2015), ma la sua mentalità, le sue idee e il suo programma vincente sono portati avanti da coach Williams.

Il mio contatto a North Carolina è il vice allenatore Colin McGrath, per tutti coach CB, ex capitano di Kansas University sotto la guida di coach Williams, ora è da 14 anni parte fondamentale dello staff dei Tar Heels.

Coach CB si dimostra un ottimo tutor, mi mostra infatti tutto il Dean Dome, e se la struttura di Temple mi sembrava 5 stelle, qui siamo a livelli di fantascienza con campo dotato di 21.000 posti a sedere, campo da allenamento (che viene usato solo d’estate per lavoro sui fondamentali)  e spogliatoi stile NBA. Inotre troviamo sala pesi, conferenze, video, ricreativa con biliardo, calcio balilla e play station gigante (schermo 55 pollici!!!). 
Al ritorno negli uffici mi presenta a tutto lo staff, coach Williams ( che emozione stringergli la mano e rispondere alle sue domande), a coach Hubert Davis (ex New York Knicks), a coach Steve Robinson e a Sean May (visto anche in Italia e in Europa….qua una vera leggenda!).

Ora è il momento di entrare in campo per l’allenamento in vista della partita fuoricasa di domani contro Wake Forest.
Dieci minuti di mobilità dinamica col preparatore e poi si inizia col rituale del riscaldamento con coach Williams che è da 20 anni che fa sempre gli stessi esercizi nella prima parte dell’allenamento, lo considera una specie di zona di comfort per i giocatori. Dopo una parte di lavoro sui fondamentali si lavora 5v0 a metà campo, poi tanto gioco rivedendo i propri giochi e quelli degli avversari.
A fine allenamento lavoro di stretching con gli elastici mentre il coach legge le statistiche riguardanti l’ allenamento appena finito (eh,si…ci sono dei ragazzi che tengono le statistiche durante l’allenamento!!!)coach Mc Graft

Il giorno dopo, vista la trasferta di UNC, ne approfitto per andare a vedere la partita dei vicini (20 minuti di auto) North Carolina State contro Georgia Tech.
Prima della partita mi fermo a mangiare qualcosa in quelli che qua chiamano “Sport Bar”. Dimenticate qualsiasi associazione al libro di Sefano Benni!

Questi sono risto-fast-food pieni di televisioni da 50 pollici (ce ne saranno almeno 15!!!) e ognuna trasmette una partita diversa di qualunque sport con possibilità di seguire basket, football, baseball, NBA ed NCAA contemporaneamente!

E per una volta….niente calcio!!!!
La cosa che più mi colpice è che il locale è pieno di ogni tipo di avventori, da uomini a famiglie intere oltre a gruppi di sole donne, papà coi figli, coppie di anziani, tutti qui a stuzzicare qualcosa prima di entrare a palazzetto.
La partita fila via liscia, soprattutto per Georgia Tech, che nonostante una debole reazione dei padroni di casa, vince di una decina di punti.
Tra le fila di North Carolina State c’è un giocatore che fa la differenza, Dennis Smith Jr. (stasera 31 punti, 8 rimbalzi e 6 assist, 2 rubate e 2 stoppate) ma la cosa che stupisce è che è al primo anno di università.

North Carolina è tornata vincente dalla trasferta contro Wake Forest e ha due giorni di tempo per preparare la prossima partita, in casa contro Florida State.
Nel primo allenamento coach Williams lavora molto sulla transizione difensiva mentre nel secondo l’obiettivo principale è la circolazione di palla contro il pressing.

Il giorno della partita mi presento un’ora e mezzo prima della palla a due all’ingresso VIP per ritirare l’accredito che coach CB a lasciato a mio nome, arrivando cosi presto pensavo di trovare poca gente ed invece le strade vicino al Dean Dome sono già un fiume in piena…naturalmente tutto celeste!  North Carolina 1 (foto di Richard Lelli)

I Big Three (Hicks, Berry e Jackson…segnatevi questi nomi per il prossimo draft NBA) trascinano North Carolina ad una bella vittoria davanti a 21.000 tifosi festanti, vedere una partita di basket in questo contesto di festa è veramente uno spettacolo incredibile.

C’è poco tempo per festeggiare, il giorno dopo subito allenamento per preparare la partita contro Syracuse e in caso di vittoria sarebbe la 800sima vittoria di coach Williams in carriera. Insomma un grandissimo traguardo.
Syracuse è famosa per difendere sempre a zona, quindi l’allenamento è tutto focalizzato su questo tipo di attacco.
Nel programma d’allenamento del giorno coach Williams ha scritto: “Raramente le opportunità busseranno alla tua porta, sei tu che devi bussare alla porta delle opportunità se vuoi entrare!” Nulla di più vero.

La difesa a zona di Syracuse avrà grossi problemi, soprattutto con i lunghi dei Tar Heels (Jackson 19+10, Meeks 15+12 e Hicks 20+8) e la partita si conclude con un perentorio 85 a 68 nel delirio generale per i festeggiamenti della 800sima vittoria del coach.

La mia settimana a Chapel Hill finisce qui, domani c’è un autobus che mi aspetta per portarmi a Winston-Salem, Università di Wake Forest (quella di Tim Duncan e Chris Paul, per intenderci)
Che ricordi avrò di questa settimana passata in una delle università più organizzate e con uno dei programmi cestistici migliori d’America? Bellissime emozioni e tanti spunti oltre a nuove idee che mi fanno pensare al mio lavoro e alla situazione della pallacanestro di casa nostra. Mi porterò sempre nella memoria la super disponibilità di coach McGrath, che si è fatto in quattro per rispondere alle mie infinite domande e curiosità ma anche l’emozione di aver assistito all’800sima vittoria di coach Williams, la visita al museo del basket dei Tar Heels con tanti ricordi dei loro campioni, primo tra tutti Michael Jordan.