DailyBasket, come da sua indole e storia, è sempre alla ricerca di approfondimenti e storie con l’intento di dare ai propri lettori la possibilità di aggiornarsi ed aprire la mente oltre ovviamente a godersi un’interessante lettura.
Chi non ha perso tempo ed è partito per un tour di aggiornamento è Richard Lelli, romagnolo classe 1978 che, dopo aver organizzato per anni l’Eurocamp di Cesenatico con i molteplici eventi annuali e tornei di tutte le eta’ internazionali, è partito prima per il Sudamerica e poi per gli Stati Uniti per carpire segreti del lavoro nei college ed università’ americane per essere pronto, al rientro, a metterli al servizio dei ragazzi e delle società con mentalità aperta.
DB vi offre la prima puntata del suo interessante viaggio in territorio americano.

Credo di aver fatto una scelta importante: mettermi alla prova, farmi delle domande e mettere in discussione il mio modo di allenare e di vedere la pallacanestro.  Perché questo? Perché credo che un allenatore, o istruttore, non debba mai smettere di studiare, di aggiornarsi. Lo dobbiamo a noi stessi, per cultura personale e per fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile ma soprattutto ai ragazzi che abbiamo in palestra che entrano vogliosi di imparare cose nuove, di migliorare divertendosi e ci tengono molto.  

Per alcuni è solo un passatempo ma, per la maggior parte di loro, il basket è una delle attività più importanti che stanno vivendo in quel particolare e bellissimo momento della loro vita chiamato gioventù (momenti, ricordi, emozioni che si porteranno dietro tutta la vita) e vogliono viverla nel migliore dei modi, si aspettano molto da noi coach ed è nostro dovere dargli la parte migliore sia umana che professionale in quanto per alcuni diventiamo veri e propri punti di riferimento.Foto di Richard Lelli

Per questo ho scelto di dedicare tempo (il nostro bene più prezioso) e denaro (un’altra componente molto importante) investendo su me stesso due mesi e mezzo negli USA per vedere allenamenti e partite di ogni livello….NBA, college, high school e mid school.

Il viaggio è partito da Boston (la visita guidata al TD Garden dei Celtics è veramente interessante, la consiglio a tutti, non solo ai fans della squadra del trifoglio), passando per Springfield con la fermata d’obbligo all’Hall of Fame del basket, un vero e proprio museo dedicato alle più importanti personalità della storia della pallacanestro mondiale ricco di notizie, curiosità e cimeli. Insomma un vero luogo di pellegrinaggio per gli appassionati prima di approdare nella Grande Mela  dove in 3 giorni sono riuscito ad assistere ad una partita al Madison Squadre Garden dei Knicks contro Milwaukee, vinta dai Bucks di un solo punto con gran canestro di Giannis sulla sirena oltre a visitare l’NBA Store e i Foto di Richard Lellifamosissimi playgrounds Rucker Park e The Cage. 

A Philadelphia ho smesso di fare il turista e finalmente ho iniziato a prendere appunti interessanti: Temple University (allenata dal guru Coach Fran Dunphy) mi ospiterà per qualche giorno mostrandomi come lavorano coi loro atleti.

In America le squadre di basket delle università sono suddivise in Divisions (1, 2 e 3), nella più importante giocano più di 300 squadre, suddivise in 32 conference ( formate da un numero variabile di team che va da 8 a 16) che non vengono stabilite dalla NCAA ma sono leghe indipendenti formate con accordi fra le singole università. Le conference più importanti, dove giocano le squadre e quindi i giocatori migliori, sono Big East, Big 12, Big 10, ACC, PAC 12 e SEC.

Temple University è iscritta alla American Conference, gioca nel bellissimo Liacouras Center e il simbolo della squadra è un gufo, da qui il nome Temple Owls.

La cosa che salta subito all’occhio è l’estrema gentilezza e disponibilità che hanno tutti nei miei confronti, non mi sarei mai aspettato un trattamento del genere!!!! Foto di Richard Lelli

Mi viene subito dato in omaggio il biglietto per assistere alla partita contro East Carolina, posto a sedere in ottima posizione (parterre dietro la panchina ospite, valore del biglietto 45$) e berretto targato Temple Owls in regalo a tutti i tifosi.

Da subito si nota la differenza, rispetto all’ Italia, a livello organizzati con molti steward e personale di sicurezza, cheerleader, team dancers, musica sempre attiva quando il gioco è fermo e un’infinità di piccoli intrattenimenti per il pubblico come la kiss cam, karate cam, lancio di magliette, tacos in omaggio se la squadra di casa segna più di 85 punti….insomma un vero e proprio show all’interno della partita di basket.

Ma la vera differenza tra Italia e USA è la cultura sportiva dei tifosi…profondi conoscitori del gioco, delle squadre e dei giocatori, fanno sempre e solo il tifo per la propria squadra, se proprio non condividono un fischio arbitrale può scapparci un piccolo “buuh” ma nulla di più… proprio un bello assistere ad una partita in questa piacevole atmosfera!

Per quanto riguarda il gioco, Temple vincerà di 19 (81-62) con 5 giocatori in doppia cifra, ma fino a metà del secondo tempo (nei campionati universitari si giocano 2 tempi da 20 minuti) il risultato era ancora in bilico.

I20170109_123448l giorno successivo mi presento al Pearson- Mcgonigle Hall per assistere all’allenamento con largo anticipo e il segretario mi mostra tutta la struttura riservata alle 2 squadre di basket (femminile e maschile): sala pesi, sala per fisioterapia, sala video (praticamente un piccolo cinema da 50 posti), uffici degli allenatori (ognuno ha il suo), sala riunioni e campo da allenamento con 6 canestri….tutto nuovo e tenuto rigorosamente in ordine.

Vengo presentato a tutto lo staff compreso coach Fran Dunphy, agli assistenti Aaron McKie (ex-giocatore NBA che a Philadelphia ha vinto il premio di miglior 6° uomo della Lega nel 2001), Shawn Trice ( che aveva giocato per Coach Dunphy a Penn University) e Dave Duke (il veterano degli assistenti, 65 anni ma sempre carichissimo!).

Come dicevo l’aspetto che mi ha più stupito è stata la grande disponibilità dello staff, più volte coach Dunhpy si è avvicinato a me per chiedermi se andava tutto bene, per chiedermi della situazione pallacanestro in Italia, per raccontarmi di quando sono venuti a fare amichevoli in un torneo estivo. Coach McKie mi ha addirittura portato nel suo ufficio per farmi vedere una foto di quando è stato a Roma con una selezione giovanile della nazionale USA, ci teneva tantissimo a mostrarmela!foto di Richard Lelli

Prima dell’allenamento mi è stato permesso di partecipare all’incontro in sala video con tutta la squadra e lo staff al completo.

Nei primi 15 minuti coach Dunphy parla della partita del giorno prima contro East Carolina, leggendo le valutazioni e le statistiche dei propri giocatori, mostrando sul video situazioni di scelte e letture di gioco (sia offensive che difensive) e parlando molto di atteggiamento e mentalità!

Altri 12 minuti vengono dedicati alla partita del giorno dopo contro la forte U Conn (Connecticut University), questa volta a parlare è coach McKie che mostra le statistiche (sia di squadra che dei singoli giocatori) e i video dei principali giochi offensivi degli avversari.

Poi tutti in palestra con obiettivo principale dell’allenamento la transizione difensiva e la comunicazione, le due ore e mezza di training passano velocissime e in campo si vedono interessanti idee e spunti.

Finito l’allenamento gli assistenti allenatori mi hanno lasciato entrare in sala riunioni con loro per organizzare il lavoro del giorno dopo con coach Dunphy che chiede di preparare alcuni esercizi e loro, seduti intorno ad un tavolo, si confrontano, discutono, mettono la loro esperienza e le loro idee al servizio del coach.

Terminato questo lavoro si dimostrano disponibilissimi a rispondere a tutte le mie domande, alcune tecniche, altre più organizzative, altre personali…è stato un momento veramente interessante!

Il giorno dopo visito un luogo veramente speciale, forse non tutti sanno che a Philadelphia si trova LA CATTEDRALE del basket universitario, un’arena storica non solo per questa città ma per l’America intera….la famosissima The Palestra (si dice che il basket universitario sia nato qui).

foto di Richard LelliSituata nel campus dell’università di Pennsylvania (più comunemente Penn University), costruita nel 1927, con una capacità di “sole” 8725 persone (ma a quel tempo era la più grande di tutta l’America) The Palestra ha un fascino incredibile con nessuna barriera tra il campo e i tifosi pertanto veramente a ridosso del campo.

Originalmente le Philadelphia Big 5 (Penn, Saint Joseph’s, Temple, La Salle e Villanova), tra le più storiche, conosciute e vincenti d’America giocavano tutte qui. Provate ad immaginare il delirio in un derby fra di loro!!!

Ora solo Penn gioca le sue partite casalinghe qui, ma The Palestra continua ad avere un fascino particolare coi corridoi laterali sono un vero e proprio museo del basket collegiale, pieni di cimeli, ricordi e foto storiche delle Big 5 e delle loro rivalità.

È tempo di andare…prossima tappa: Chapel Hill, North Carolina University, alma mater di Michael Jordan e di tantissimi altri campioni di questo bellissimo sport.