La fama di Dan Peterson è tale che i responsabili della Federazione Maxibasket gli hanno dato non una ma duje medaglie d'oro

La fama di Dan Peterson è tale che la Federazione Maxibasket gli ha dato non una ma due medaglie d’oro

Medaglia alla carriera – Felice e soddisfatto Dan Peterson, esordiente nelle competizioni del maxibasket, quando ha ricevuto  la medaglia d’oro nella cerimonia di premiazione degli azzurri Over 45. Per lui però la cerimonia non è finita lì. Il presidente della Federazione Maxibasket, Rodriguez Lamas, gli ha messo al collo un’altra medaglia d’oro. E questa cosa c’entra? – è sembrato chiedersi meravigliato il coach. Una cosa è certa: per i dirigenti della Federazione Maxibasket la presenza ufficiale di Dan Peterson alla World League ha aggiunto prestigio alla manifestazione e il presidente ha riservato a Peterson un trattamento di riguardo. Probabilmente per questo le medaglie d’oro sono state due. Diciamo che la seconda  può ben essere una medaglia alla carriera, come si fa con gli Oscar del cinema: una carriera che comunque continua alla grande, anche adesso che Dan si avvicina al traguardo degli 80 anni.
Joe Dalla Libera, una sicurezza – Joe Dalla Libera ha partecipato a quattro competizioni

Giovanni Dalla Libera  a canestro nella finale Over 45

Giovanni Dalla Libera a canestro nella finale Over 45 vinta contro la Croazia

internazionali di maxibasket, e da tutte è uscito con la medaglia d’oro al collo. Tre si queste sono campionati europei: Over 40 a Zagabria, Over 45 a Kaunas e a Ostrava. Mancava una competizione mondiale, e a Zara Joe ha centrato anche quella. Puoi cambiare categoria, da Over 40 a Over 45, puoi cambiare allenatore, da Bucci a Gambini a Peterson: ma il rendimento di Joe non cambia, con lui il successo è assicurato. Con Joe in campo i vari allenatori non solo hanno vinto tutte le manifestazioni, ma l’hanno fatto con altrettanti percorsi netti, senza mai perdere una partita.  C’è oro e oro, quello di Joe Dalla Libera è purissimo, anche perché le sue prestazioni sono state sempre determinanti per la vittoria finale.
A volte ritornano – Stefano Sbarra, toh, chi si rivede. Un altro giocatore di prima grandezza è approdato a una competizione

Stefano Sbarra, qui alle prese con lo zaratino Pino Gergia, leggenda vivente del basket  della ex Jugoslavia

Stefano Sbarra, qui alle prese con lo zaratino Pino Gergia, leggenda vivente del basket della ex Jugoslavia

internazionale di maxibasket. Nel 1984, a 22 anni, aveva conquistato col Banco di Roma di Bianchini la Coppa dei Campioni segnando – fra l’altro – i tiri liberi che risultarono decisivi. Ora, a 28 anni di distanza, è tornato a mettersi in gioco con la nazionale Over 50 di coach Bucci. Non l’avrebbe fatto se non avesse incontrato un dietologo che gli ha fatto perdere 10 chili in meno di un anno. Diciamo subito che ne valeva la pena. In poco tempo Stefano si è tolto la ruggine di dosso, ha bene interpretato il ruolo di playmaker, e ha guidato la squadra alla conquista del bronzo. Ora che ci ha preso gusto, lo aspettiamo ai mondiali di Orlando, in Florida. E a proposito di Orlando, si annuncia il ritorno di altri grossi calibri che si sono fatti onore in serie A oltre che in azzurro: da Marconato a Chiacig, a Galanda, che – a quanto si dice – andranno a rinforzare l’organico della nazionale Over 40.
Colori sbagliati, canestri giusti – La nazionale Over 45 di Luca Allegrini ha esibito una bellissima divisa azzurra fatta per l’occasione. Peccato che su tute, sopramaglie e maglie figurasse la bandiera italiana

Lupo Rossini indossa la sopramaglia della formazione Over 45, con il rosso al posto del verde

Lupo Rossini indossa la sopramaglia della formazione Over 45, con il rosso al posto del verde

con i colori sbagliati, cioè con il rosso al posto del verde. L’errore è stato fatto dalla ditta che le ha confezionata, e quando le divise sono state consegnate, era troppo tardi per farle rifare. Pazienza, l’errore ha un peso relativo in un Paese come il nostro in cui – secondo le statistiche – poco meno di un terzo dei cittadini non conosce l’esatto ordine dei colori del vessillo nazionale. Del resto gli italiani, alla domanda ‘quali sono i colori della bandiera italiana?’ rispondono ‘Bianco, rosso e verde’, non mettendo nemmeno un colore al posto giusto. Ma a Zara l’importante era tenere altro l’onore dell’Italia del basket, e i giocatori con i colori nazionali sbagliati  hanno rimediato con canestri giusti. Tanti palloni messi a segno con precisione, che hanno fruttato un altro oro per gli azzurri. Azzurri d’epoca, come no? ma pur sempre azzurri, prodotti dal basket tricolore di casa nostra.
Mario Boni miracolato – Estromesso già nella prima gara a Zara da uno stiramento al bicipite

Fallo mio? Il rapporto di Mario Boni con gli arbitri non è mai molto facile

Fallo mio? Il rapporto di Boni con gli arbitri non è mai facile

femorale destro, Mario Boni aveva già considerata conclusa la sua partecipazione alla rassegna World League di Zara. “Mi conosco – aveva commentato – per riprendermi ci vogliono almeno due – tre settimane”. Eppure, appena quattro giorni dopo, rieccolo in campo per la semifinale Over 50, un ritorno che è sembrato miracoloso. Bene, il miracolo ha una spiegazione, e, soprattutto un nome e un cognome, Simone Gubinelli, cioè il massofisioterapista che il patron della nazionale Over 45 Luca Allegrini ha arruolato per la spedizione a Zara. Gubinelli, che si era portato dietro la costosa apparecchiatura Tecar ha rimesso in sesto a tempo di record  Mario Boni. Che, una volta in campo nella semifinale, è tornato quello di sempre, un cecchino micidiale. Ma a metterlo fuori combattimento con una espulsione ci hanno pensato gli arbitri croati, ansiosi di dare la vittoria alla formazione Fimba International, in gran parte composta da croati. Peccato che non abbiano inventato un Tecar contro gli arbitraggi del piffero, a Zara ci voleva proprio.
mario natucci – Foto di Savino Paolella e m. natucci


Testo di mario natucci - Foto di Davino Paolella e mario natucci