ITALIA

Belinelli 10 e lode 

“Lungo la strada tra una piazza e un duomo hai messo al mondo questa specie d’uomo vero, aperto, finto, strano chiuso, anarchico, verdiano/ Brutta razza,l’emiliano! Emilia sognante fra l’oggi e il domani di cibo e motori, di lusso e balere Emilia di facce, di grida, di mani/ sarà un grande piacere vedere in futuro, da un mondo lontano quaggiù sulla terra una macchia di verde e sentire il mio cuore che batte più piano e là dentro si perde” Chissà se questo inverno, tra le nebbie umide, i campi brinati, i selciati, un giocatore delle minors bolognesi penserà a quella notte di settembre in cui un nativo di San Giovanni in Persiceto, che non è solo una ben visibile indicazione lungo la Tange di Bologna, ha scritto pagine di leggenda del cesto dopo aver salito, uno ad uno, i gradini che portano alla grandezza sportiva. Folle visionarietà strapadana, più che raziocinio; sacrificio senza fine, più che pianificazione rigorosa; coglioni e cuore, più che testa. Abbiamo maledetto il primo tempo di Marco Belinelli, forse dimentichi che era a mezzo o a un terzo di servizio. Ma quando alla fine ha scritto 27, con l’80% da tre punti ed essendo persino capace di gettare in cascina 6 assistenze, quando abbiamo visto il Gallo  vibrare in aria le dita a mo’ di tripla, beh ci siamo commossi. Maledicendo tutti quanti predicano l’applicazione algida e fredda per il raggiungimento del successo sportivo. Non è, non sarà mai, l’unica strada. Marco Belinelli ha dimostrato, con la prestazione monstre di ieri, che i campioni di basket possono avere   casa e piedi in questa spianata di sole che strozza la gola alle rane di nebbia compatta, scabrosa, stirata/ che sembra di pane/ ed una strada antica come l’uomo marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo/ e fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri (Francesco Guccini)

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Aradori 8 Il Cane, anzi il gran reggente del Canile azzurro, si è ritagliato uno spazio molto diverso dal passato. Un gregariato di lusso, giunto  nell’età della piena maturazione, che ieri lo ha però innalzato a colosso di Berlino della compagine azzurra: 11 punti e 2 assist prendendosi appena, lui attaccante di razza, 4 tiri dal campo. E alla fine avremmo tutti voluto che andasse nel piazzale della Mercedes Arena a regolare i conti con Rudy. Una complementarietà perfetta col Gallo, col Beli, col Mago.. Con tutti. Pietro Aradori dal Lograto Basket Team. Il gregariato di razza..

Gentile 8.5 Quella corsa avremmo voluto non finisse mai, l’urlo strozzato in gola, le mani in aria, poi il capo chino a mitigare il fuoco e raccogliere le indicazioni correttive del coach. Ale Gentile da Maddaloni concepisce la vita, e il basket,come una guerra permanente ed effettiva, con l’elmetto, l’AK 47 e il coltello sempre riposti a fianco, in panca o sul comodino della camera da letto, pronti all’uso. Ci siamo incazzati, e tanto, per un fallo più tecnico giunto nel momento mentalmente più delicato del match. E invece ci sbagliavamo, come i tanti che lo giudicano coi canoni dell’estetica moderata: il figlio di Nandokan ha da essere così, alla fine ne mette pur sempre 13 senza eccedere troppo al tiro, con 6 rimbalzi e 2 assistenze. E diciamo persino che gli ci vorrebbe una maggiore spregiudicatezza,a  tratti. Adesso è il momento di salire ancora di tono, Ale, e mostrare ai reprobi di che pasta son fatti quelli che sul legno mettono un impasto di sogni, sputi, sangue, urla, talento. E ovviamente tutto mischiato con tonnellate di cazzimma. La leggenda di Nandokan deve ancora disvelarsi appieno. Fidatevi..

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Gallinari 10 e lode Chissà se ci siete mai stati, sui colli e i dolci declivi di Graffignana, Sant’Angelo, San Colombano al Lambro, l’unica enclave vinicola di Milano. Un pezzo, un  tozzo di pianura strapaesana dove i ritmi e i tempi vengono ancora scanditi dalle esigenze della terra.  Degli agricoltori, che danno sempre ascolto agli scompigli del vivere. Se Danilo Gallinari è arrivato fin qui, al luccichio del Madison e alle luci ingannevoli dei palace americani mantenendo inalterato l’animus di quelle gente, lo si deve alla terra che l’ha cresciuto e alla straordinaria famiglia che l’ha sempre coadiuvato. Mentre Vittorio Gallinari, the real Gallo (cit.), compulsava tomi di microeconomia alla Bocconi, unico grande giocatore dei leggendari ottanta laureato in Economia, stava nascendo anche la grandezza del Gallo di oggi. Della sua sconfinata leadership mutante, manifesta o silenziosa, da 29 punti in 36 minuti con 8 rimbalzi e 6 assistenze. Supremo, seppur all’apparenza così poco irruento. “Guardando i contadini mangiare ho capito l’importanza della gratitudine, perché loro rendono sempre grazie a Dio che ha portato un piatto di minestra e un tozzo di pane sulla tavola spessa, di legno o marmo”, diceva Gino Veronelli. Lo stesso che penserebbe vedendo il Gallo che divora gli gnocchi al gorgonzola della mamma. Quando ricorda, prima di essere una stella lucente del firmamento sportivo mondiale, deve quella grandezza ai silenzi aspri di quelle terre natie.

Bargnani 9.5 Forse Andrea Bargnani da Roma non è stato plasmato, il 26 ottobre del 1985, per spaccare i ferri e mandare in visibilio le folle. Che condanna, sembra paradossale ma non lo è, ricevere in dono una delle più micidiali combinazioni di fisico e tecnica senza essere ricolmo di quel desiderio che ti brucia ogni giorno. Il rapporto tra Andrea Bargnani è la pallacanestro andrebbe attentamente sezionato: scampoli importanti sono emersi nell’intervista concessa di recente a Flavio Tranquilo. Quello che sappiamo è che prestazioni come quella di ieri sono capaci di riscattare le tante maledizioni (anche di chi scrive) spese per un così raro talento impiegato a modo suo. Ma vederlo aprirsi per prendere ostinatamente tiri che, specie all’inizio, finivano immancabilmente sul ferro combinati a una vitalità difensiva da gladiatore ci ha lasciato muti, silenti, prima di esplodere in urla incontrollate quando ha sciorinato tutta la sua distratta grandezza  nonostante un metro arbitrale a tratti incomprensibile. 18 punti in 24 minuti, con 13 tiri dal campo. ” Con una giacca sbagliata il Mago si presenterà di nuovo qua/ Con un cilindro truccato ed un coniglio vecchio quasi come il trucco che fa/ Ed il suo abra cadabra-cadabra abra/si fa chiamare zingaro, ma è uno zingaro di lusso e lo sa”. Tutti in piedi, per questa versione del Mago.

Andrea Bargnani, Gigi Datome e Danilo Gallinari: it's selfie time!

Andrea Bargnani, Gigi Datome e Danilo Gallinari: it’s selfie time!

Cusin 8 5 falli in 13 minuti? E chissenefrega.. Quando ha ballato il tip tap alla Dean Martin ubriacando il play campione d’Eurolega, quando ha piazzato più blocchi delle birre medie che un etilista bavarese ingolla all’Oktoberfest, quando ha messo da parte ogni timore figlio di un carattere così buono da diventare schivo, Marco Cusin è tornato ad essere la risposta italiana a Stojko Vrankovic. E chi se ne fotte dei 5 falli, a fronte di una prestazione che il Cuso- ne siamo certi- ricorderà intensamente, quando vaga per le campagne ubertose tra Cremona e Mantova, sul suo potente Suv sempre perfettamente pulito… Ma adesso provaci ancora, Cuso!

Melli 7 5 minuti giocati da vero Bad Boy dei Pistons anni 88-90, un potenziale, vero emulo del sommo Bill Laimbeer… Bravo Nicolò!

Cinciarini 7 23 minuti, virgola a referto e 2 assistenze. Sì, ma quella per il Gallo- ne siamo certi- ha fatto sobbalzare dal divano l’eterno John Stockton, che era placido a godersi il match con la sua Budweiser ghiacciata, nella grande magione con giardino nello Utah. Che straordinario esempio di sofferenza, Andrea Cinciarini.. E adesso, passato il buio, si può rischiare e puntare quella vetta che per te è sempre parsa irraggiungibile, come il monte Fato per i piccoli Hobbit..

Hackett 7+ Vale per lui il discorso fatto per il Cincia, col plus dovuto ai denti stretti che lo fanno ruzzolare pesantemente sul legno, per poi uscire dal campo e rientrare dopo aver pensato “andate a fare in culo voi e i vostri consigli medici, io i ragazzi e questa partita col cazzo che li mollo..”

Simone Pianigiani 9 Avrebbe meritato il 10 mostrando quel piglio di coraggio che vorremmo tanto avesse, mandando sul campo anche Achille ed Amedeo, che se lo meritano. Ma pur senza scadere nella retorica della partita perfetta (ma quale perfezione, qua dobbiamo ancora qualificarci per gli ottavi..), Simone Pianigiani deve essere diplomato in sceneggiatura: perché mandare in campo una Nazionale così, col livello delle critiche ormai prossimo a tracimare, presuppone una forza e delle doti ai confini del sovrumano. Il nostro Ct sa di giocarsi molto, forse tutto, del suo futuro tra Berlino e Lille. E questo è il modo migliore per essere all’altezza delle aspettative generate da Gianni Petrucci..

Simone Pianigiani

Simone Pianigiani

SPAGNA

Gasol 9 Il riconoscimento della bellezza tutta particolare dell’effimero, della sfortuna cosmica e del pathos delle cose, sostituisce nel guerriero giapponese la gioiosa fede occidentale in una possibile felicità. La coscienza delle lacrime si riflette nella simpatia istintiva per il tragico destino dell’eroe caduto, la cui sconfitta esemplifica in forma drammatica l’incontro di ogni uomo (e di ogni atleta, n.d.r.) con le avversità e la sofferenza“.  Che campione, che straordinario campione.. Appena capta i segnali di una rivale che si appresta a giocare la partita del secolo, nonostante 35 primavere e migliaia di scontri (e di trofei alzati), Pau Gasol comincia a sfoderare il meglio del suo immenso repertorio. 34 punti in 32 minuti con 10 rimbalzi. L’Hidalgo triste cede il passo a una delle più straordinarie combinazioni emotive e tecniche generate dalla storia della pallacanestro europea. E vincere contro giocatori così rende immortale la vittoria di chiunque. Onore.

Pau Gasol contro l'Iran Foto FIBA.com

Pau Gasol

Fernandez 2 Insolente, insopportabile, inadeguato a questi livelli. Se ci fosse un carcere correttivo per i reati di basket, Rudy dovrebbe essere confinato in una cella isolata per tutto il corso della detenzione. Perché non si può, davvero non si può, comportarsi così e sporcare la bellezza epica di questo sport. Indecente

Rodriguez 5 Ci capisce poco, specie quando il Cuso gli balla il tip tap in faccia. Ma non è l’unico..

Hernangomez 6 Il ragazzo si farà, e non ha neppure le spalle strette..

Ribas 6+ Uno dei pochissimi a rendersi pericoloso nonostante la maiuscola prestazione difensiva degli azzurri

Reyes 5.5  Veterano che ci fa impazzire, per conoscenza del gioco e talento da mestierante. Ma ieri aveva il volto terreo…

San Emeterio 6+ Una minaccia per il nostro canestro, 3 su 3 dal campo

Llull 6.5 Mette tanti punti quanti sono gli assist sparsi di grazia: 9. Non si arrende mai

Mirotic 5+ Mette senza troppi sforzi 13 punti in 22 minuti, dispensando solo a tratti campioni della sua grazia. Ma un giorno, quando sarà un Califfo anche in Nba, dirà “che mazzata abbiam preso, quella sera  a Berlino..”

Flavio Tranquillo e Davide Pessina 9.5 “Con la classe di uno come Chuck Jura”, dice il Flavione, e allora immaginiamo che un ragazzo di 18-20 anni sarà andato a vedere chi era Chuck Jura, e quindi Dido Guerrieri, quindi la Xerox, Superbasket ed Aldo Giordani. Ed allora, pur registrando le critiche che gli piovono spesso addosso, ci azzardiamo a dire- col corollario di immagini e di tutto il resto- che telecronache come quella di ieri sono un portentoso mix di passione, conoscenza del gioco, ironia, competenza. Come fare all’amore col microfono.. Chapeua, ragazzi