Pino Maccheroni al tiro. Con la nazionale Over 60 ha vinto ai mondiali di luglio l’argento dietro agli Usa. Ma non gli basta. (Foto Paolella)

Milano – Il Maxibasket chiama, Milano risponde. I mondiali di maxibasket a Montecatini sono finiti da poco più di un mese e mezzo, ma per i ragazzi d’epoca dai 55 anni in su non è finita la voglia di rimettersi in gioco con la palla a spicchi. Tutti gli azzurri reduci dai mondiali guardano già agli europei del prossimo anno in Slovenia, a Maribor (22-30 giugno) e trasmettono la voglia di maxibasket nelle rispettive città. C’è fermento a Verona, a Gorizia, a Napoli, a Bologna, a Milano. E proprio Milano è stata la prima  a organizzarsi per partire su basi serie, in modo non casuale.
La città ambrosiana è concreta, pragmatica, pochi fronzoli e molta sostanza. Certo, alla base di tutto c’è la passione. E bisogna dare merito a Giorgio Papetti, uno degli azzurri reduci dai mondiali, di aver programmato l’attività degli “Over” in modo da poter contare su un buon numero di elementi, sui quali poter  contare per scegliere gli azzurri per le future sfide internazionali del maxibasket. Il progetto di Papetti – che è

Talento e tanta grinta nel primo allenamento degli “Over” a Milano (Foto Paolella)

anche anima del Museo del basket di Milano – è quello di creare una società sportiva in grado di allenarsi in modo continuativo e di disputare un campionato di categorie e sfide con altre rappresentative di altre città.
“Maxi Milano” o “MBA”: sono questi i nomi prospettati per la futura società. MBA fa il verso alla NBA ma è una sigla molto italiana che significa Maxi Basket Ambrosiano. Qualunque nome venga scelto, la società sarà con ogni probabilità affiliata alla Uisp, sia perché è meno costosa della Fip, sia perché è attenta all’attività degli “Over”. Il responsabile amministrativo Mario Vignati ha già steso il programma economico. Ciascun giocatore verserà la sua brava quota di 100 euro. Il primo allenamento si è svolto nella bella palestra Cappelli Sforza, diretto dal bravo Cesare Angeretti e ha dato già buoni risultati. Erano presenti gli azzurri Over 60 Pino Maccheroni, Massimo Falcin, che ai mondiali di Montecatini hanno conquistato la medaglia
E c’era naturalmente Giorgio Papetti, altro reduce dai mondiali (Over 65). Reduci a

Gli ‘Over’ sio allenano a Milano – oltre che in altre città col sogno di vestire prima o poi la maglia azzurra. (Foto Paolella)

parte, nel primo allenamento si sono messi in luce giocatori che prima o poi potranno a buon diritto far parte delle nazionali Over 55 e Over 60. A Milano non mancano né i buoni giocatori “Over”, né i buoni allenatori. Con generoso spirito di servizio si sono messi a disposizione i coach Cesare Angeretti ex Rho, Candy Brugherio, Bergamo, Paolo Casalini ex Social Osa , Forti e Liberi Monza,  Pallacanestro Milano e Olimpia giovanili, Igino Fucci ex Leone XIII. Era presente anche Werther Pedrazzi, ben noto come commentatore per il Corriere della Sera, ma in passato buon giocatore della Candy Brugherio e allenatore della Pallacanestro Milano.
29 settembre – L’allenamento è solo un antipasto. Milano ha organizzato per il 29 settembre un raduno dei giocatori interessati al maxibasket, a cominciare dagli reduci

Tecnica e combattività. Qui Sarina difende il pallone appena conquistato. (Foto Paolella)

dai mondiali (Over 65 e Over 70). Sarà un raduno tecnico aperto a chi viene da altre città. La rappresentativa milanese Over 55 della sarà opposta agli azzurri Over 65 e Over 70 e a coloro che aspirano a vestire la maglia azzurra.
APPELLO – Milano è una miniera di giocatori di ogni età. Chi è nato prima del 1964 e abita a Milano e  dintorni e  ha voglia di rimettersi in gioco e vuole aggiungersi al gruppo che si sta costituendo, sarà il benvenuto. Può mettersi in contatto con Giorgio Papetti (339.1397737), con Pino Maccheroni (392.5201106) o con Mario Natucci (338.3802053).  Appuntamento a Milano, in via Iseo, al Pala Iseo alle ore 14.
Per finire riportiamo di seguito il commento di Pino Maccheroni, che dai Mondiali di Maxibasket di Montecatini è tornato con la medaglia d’argento (dietro agli Usa) e con una gran voglia di tornare a rivivere l’esperienza delle sfide internazionali di Maxibasket. Il suo commento spiega bene che cosa è lì’esperienza del Maxibasket. Eccolo:

Gli allenatorii Igino Fucci e Cesare Angeretti si sono messi a disposizione degli “Over” milanesi. (Foto Paolella)

Sono rientrato da Montecatini, dove per 10 giorni, si sono svolti i Campionati mondiali di Maxibasket. Ed è proprio quel “Maxi” che per me si addice a ciò che ho visto. Non per il riferimento all’età dei partecipanti, ( quello è scontato) ma per la grandiosità dell’evento dal punto di vista morale e sportivo.
Lo sport si è colorato di pura emozione, quella vera, quella che non ha alcuna dipendenza di denaro, nessun interesse di ingaggi lucrosi, nessun legame con la politica societaria, nessuna preferenza mercato, e nemmeno nessuna inimicizia territoriale … insomma : LO SPORT!
Un clima di fratellanza e condivisione che ha preso i colori del mondo, della pelle di tutte le razze che diventavano una sola:la razza dello Sportivo, del campione , di colui o colei che si trovava là, per una passione vera, per la quale ha impostato parte della sua vita, e che ancora brucia con impagabile desiderio di conferma. Un meraviglioso incontro di atleti che in campo davano l’anima in nome di una vittoria che premiava ogni sforzo ( e ce ne voleva tanto davvero!) e che ricompensava l’aver

Non è vero che l’età non conta. Conta, eccome: a 60 anni c’è più soddisfazione. (Foto Paolella)

dedicato il proprio impegno ad una attività che ha richiesto tanti sacrifici nel tempo.
Tutti a lottare per la propria bandiera, ma  allo stesso modo al termine di ogni partita, al di là del risultato, tutti stretti  in un abbraccio prolungato, ripetuto, e sentito, che dava a chi era spettatore, una sensazione di fratellanza senza limiti, quella di cui il mondo intero avrebbe bisogno.
Lacrime? Si, ma mai di delusioni o di rammarico. Sempre lacrime che escono senza che tu te ne accorga, per quel movimento dell’animo che non ricordavi di poter provare, nell’assistere ad una partita, prima durante e dopo! E poi ci si incontra per strada, una fiumana di tutti i colori, e tutti salutano, ti stringono la mano, si scambiano complimenti, in lingue che non conosci, ma che hanno l’universalità della parola SPORT, e si capisce tutto !
Io ho assistito a questo immenso spettacolo con gli occhi di uno sportivo, ma soprattutto provando una sensazione di umana esistenza, che credo sia la dimensione in cui si dovrebbe VIVERE, e  non … sopravvivere!!!”
Mario Natucci