Jobey Thomas, guardia di 194 cm nativo di Charlotte in Usa, appende le scarpe ai chiodi.

La guardia americana ha militato diverse stagioni nei campionati di Legadue e Serie A del Bel Paese ricevendo parecchi consensi ed apprezzamenti sia in campo che fuori. Quest’ultimo dettaglio lo si capisce anche quando ci dice di essere grato a tutte le persone conosciute nel nostro paese oltre che orgoglioso di aver vissuto e giocato in Italia per tante stagioni. Inoltre ci rende orgogliosi quando conclude spiegando che quest’intervista è un modo per dire grazie veramente a tutti.

Ben nove le stagioni divise tra Imola, Ferrara, Montegranaro, Milano, Varese, Treviso, Trieste e Barcellona prima delle ultime due passate in Portogallo al Benfica. Giocatore dotato di ottimo tiro dalla lunga distanza (45% da 3 la seconda stagione alla Sutor) ma anche buona capacità nelle letture delle difese ed in penetrazione.

Spiega, per i lettori di Dailybasket.it,le sue ragioni nel mollare a soli 35 anni l’attività agonistica: “ è stata una decisione molto difficile in quanto venivo da due stagioni in Portogallo che mi sentivo di aver giocato ad alto livello e bene anche in Eurochallenge contro ottimi avversari. Sapevo di essere ancora in grado di giocare ad alti livelli e la conferma è venuta quando il Benfica mi ha offerto un buon rinnovo del contratto per ritornare anche questa stagione. E’ stata molto dura ma avevo già deciso a Marzo di rientrare negli Usa per restare con la mia famiglia. I miei figli stanno crescendo (10, 7 e 4 anni) inoltre voglio ritirarmi ancora in salute ed essere in grado di giocare con loro e godermi la vita dopo la pallacanestro.”

 Tanti club e maglie col quale ha giocato da questa parte dell’Oceano. Quale il team ed i tifosi col quale ha legato maggiormente, quale la stagione che pensa di aver giocato meglio oltre a quella che pensa che avreste potuto dare di più?

Ho memoria positiva di tutte le squadre col quale ho giocato. Ho avuto l’opportunità di giocare per molti club ed è dura sceglierne uno. Posso dire che alla mia famiglia è piaciuto molto vivere a Varese e Ferrara, i tifosi migliori per me sono stati quelli di Montegranaro mentre le esperienze in grosse società come Milano e Treviso sono state importanti. La mia migliore stagione? La seconda a Montegranaro (2007/2008) dove eravamo un ottimo gruppo e giocato molto bene. Qui i fans sono stati stupendi, una piccola città di 10-15000 abitanti che amano il basket. Furono un enorme parte del nostro successo in quelle stagioni, ricordo ancora la canzone che cantavano per ogni giocatore prima di ogni partita. Quella a mio avviso che speravo andasse diversamente fu quella successiva a Milano dove la chimica non era ottimale ed il team forse non costruito nel modo migliore. Non per cercare scuse ma non avevamo una vera guardia tiratrice e per il mio modo di giocare è molto importante.

Quale il giocatore avversario migliore che grazie alla sua difesa ti ha creato maggiori difficoltà?  È rimasto in contatto con qualcuno dei tuoi ex compagni di squadra qui in Italia?

Marco Mordente è stato il miglior difensore incontrato. Apprezzavo come difendeva duramente ed è stato bello quando eravamo compagni di squadra e non doveva più difendere su di me. Sono ancora in contatto con tanti ex compagni ma non come mi piacerebbe fare. Ci sono stati tantissimi ragazzi col quale è stato un piacere giocare e per il quale ho tanto rispetto. Gek Galanda, Andrea Cincarini, Luca Vitali, Valerio Amoroso, Marco Mordente, Mason Rocca, Gianluca Giacomi, Leo Busca e Ryan Bucci ma anche tanti altri che ora dimentico. Sicuramente io e Charlie Foiera eravamo molto vicini ed è stato super giocare al suo fianco.

Infine chiediamo se segue ancora la pallacanestro ed in particolare quella italiana.

Si ogni fine settimana controllo il sito della Legabasket. Seguo sempre il campionato italiano e lo farò per molto tempo. L’Italia è la mia seconda casa ed una parte di me si sente “italiana. Mi auguro di tornare a visitarvi il prima possibile!”

Anche noi speriamo di rivederlo in visita nel nostro paese presto magari come addetto ai lavori. Attualmente lavora come spalla tecnica del commentatore radio per l’Università di Charlotte 49ers, la stessa dove si e’ laureato, e come pastore per la propria chiesa.