La formazione Italia Over 60 che fra pochi giorni comincia l’avventura dei mondiali di basket di categoria si è formata quasi per caso grazie a un appello in rete lanciato da

Falcin (Over 60) conclude l’entrata a canestro in uno degli allenamenti svolti in primavera (Foto Paolella)

Mario Natucci. Da quell’annuncio si è cominciato ad aggregare forse il gruppo più compatto e solidale delle squadre italiane che affrontano i mondiali Over. Giocatori provenienti da più parti d’Italia si sono ritrovati con lo spirito di un tempo ma anche ritrovando amicizie e formandone di nuove. Il semplice correre in calzoncini corti dietro a un pallone da basket ha saldato legami fra persone che prima forse si erano solo intraviste nei tabellini riportanti risultati di partite di 40 anni fa.
GUAI FISICI E RIMEDI – Anche chi per motivi fisici non poteva giocare si è aggregato ritrovando un ruolo utile per la squadra, come Vortici che ne è diventato l’allenatore,  o l’esperto Benelli che ne è diventato il team manager. Lungo la via qualcuno si è perso perché ha avuto seri guai fisici, come Cesaro o ultimamente Valenti. Per fortuna che Cagnazzo (ex Snaidero, Siena, Brescia e Livorno) ha deciso di rimettersi i pantaloncini, ma i più hanno resistito agli strali del tempo e sono pronti.
LA CACCIA ALLO SPONSOR – C’era da trovare uno sponsor, e tutti si sono dati da fare. Così Robe di Kappa ha fornito gli indumenti per la parata (sì c’è una sfilata come alle Olimpiadi), Effesport  ha fornito il materiale di gara, e poi si è aggiunta anche Evolvere. Ma lo sforzo più grosso lo ha fatto  UMANA,  che ha deciso di puntare decisamente su questa squadra di arzilli vecchietti o di giovani d’epoca. Chi scrive,

Sulle maglie di color del cielo dell’Italia Over 60 spicca il marchio rosso dello sponsor Umana

veneto di Padova, ha deciso di bussare alla porta di  UMANA. Che ha dato fiducia ai ‘veci’ Over 60 e ha acconsentito a mettere il suo nome sulle loro maglie.
IL MOTIVO PRINCIPALE sta nel fatto che è stata conquistata dal basket da quando ha sponsorizzato la Reyer, fino a vedere premiato il suo attaccamento con un signor scudetto. Inoltre UMANA, come azienda di lavoro internale ha un importante programma di age management: e che cos’è di più attinente all’age managment  di un manipolo di professionisti che a 60 anni decidono di lasciare la famiglia per 10 giorni e rituffarsi nel gorgo della gara come se nulla fosse passato da quando con i calzettoni lunghi e le braghette di raso si scontravano fra di loro con regole che non contemplavano il tiro da tre punti?
UMANA ha appena finito di papparsi lo scudetto caldo caldo sfornato dai giocatori della Reyer. Ma non è finita; siccome  l’appetito vien mangiando, adesso Umana si aspetta addirittura un titolo mondiale dall’ Italia Over 60. Nel destino di UMANA c’era evidentemente la vittoria, e per l’occasione coniamo un nuovo proverbio: “Errare è umano, vincere è UMANA!”.
Giovanni Boniolo