Che Pesaro sia una città che vive di pallacanestro lo si è sempre saputo. Al via della stagione sportiva, In qualsiasi palazzetto ci sia una partita da giocare, c’è un pubblico, pronto a esultare e a placare la sua sete di basket giocato. Ma ci sono alcuni per cui la pallacanestro, quella vera, è un’altra e comincia d’estate: è quella del cemento, dei 40 gradi e del sole in faccia, dei gomiti sbucciati e delle caviglie distrutte, quella dove i protagonisti sono solo i giocatori che “se la gestiscono loro”, quella dove la virata non è passi ma è il movimento più bello e elegante che ci sia, quella delle botte da orbi e di una birra insieme un minuto dopo. Dove è possibile tutto questo? solo in un posto: il campetto del Cristo Re a Pesaro, dove ogni anno, dal 2002, va in scena un torneo estivo, il Memorial Michele Bacchini, che riunisce, nel nome di Bacco, atleti di qualsiasi età, livello e provenienza. Un torneo che non è semplicemente tale, ma che racconta qualcosa di speciale e diverso: il fatto che unisca più di 150 giocatori in un posto solo non dice niente della bellezza di questi quattro giorni di sport e aggregazione.
Una volta entrati tra le mura di questi campi, si può vivere un’atmosfera che non si respira da nessun altra parte, che è possibile descrivere solo se la provi. Tutti sono uguali e tutti possono dire la loro, tutti allo stesso modo: con una palla da basket in mano. Poco importa che ci giochi un ex NBA, un giocatore di serie A, uno di C1 o di prima divisone o uno che non ha mai giocato una partita ufficiale. Si respira una atmosfera di famiglia, di condivisione e di allegria che da un valore diverso anche alle litigate per un pallone dubbio, ai falli duri, e al rotolarsi per terra con cinque persone addosso. Perché in fondo cosa c’è di più bello di vedere tante persone, giocatori professionisti o meno che siano, che si ritrovano tutti con lo stesso obiettivo: vivere intensamente e in maniera speciale la propria passione, dando tutto in campo, non concedendo mai un canestro facile ma dimostrandosi pronti a darsi il cinque e a scherzare appena la battaglia termina. Il torneo è finito domenica, in una finale spettacolare, intensa e piena di spettatori a darle il giusto merito. Potete scegliere di aspettare 361 giorni oppure no: ogni giorno, dalle 5 in poi, in via Cesare Battisti 3, a conferma che Pesaro è la basket city.
Il coro “come sto bene qui, io non sto bene da nessuna parte” vorrà pur dire qualcosa.