FIAT TORINO – MORNAR BAR 80-84 (23-23, 40-55,62-64)

Quando c’è troppa attesa, quando tutti gli occhi cestistici della città sono orientati su un unico punto, quando il pensiero è fisso su una vittoria che deve essere scontata, ecco che la dura realtà gioca un tremendo scherzo. 
Non è riuscita alla Fiat Torino la prima uscita al Palavela, la nuova casa del basket di serie A ha accolto una squadra timida e smarrita, e quella che doveva essere un’opera prima di gran successo è diventata una delusione per tutti, orchestrali e spettatori.

Ma qualcosa di buono bisogna pur sempre poterlo raccogliere, la strada sarà lunga e, anche se l’EuroCup avrà un percorso con un handicap difficilissimo da superare, il campionato è appena iniziato ed è alla portata dei torinesi.  Al momento gli ingredienti ci sono e sono di buona qualità; c’è esperienza, c’è voglia, ma c’è freschezza e c’è un impegnativo progetto per portare la Fiat ai massimi livelli. Oltre a tutto ciò, c’è il bisogno di dare il tempo allo chef Galbiati di amalgamare le dosi e soprattutto impastare, impastare e impastare; tutto lieviterà per bene e il prodotto sarà sicuramente appetitoso.  Nella breve conferenza post partita, che alleghiamo, abbiamo trovato un euforico Vujacic, che con difficoltà tratteneva la gioia e un dimesso Galbiati, deluso, ma al tempo stesso in..viperito per aver concesso troppo agli avversari.

foto di N.Maccagno@2018 fotoracconti.it)

Tutto il futuro di questo gruppo è in mano al coach, già sabato sera, contro l’Alma Trieste, la Fiat dovrà dimostrare che anche la buona sorte può girare, ne basta un pizzico. Basterebbe rivedere quegli otto minuti di “masterbasket” giocati al rientro dall’intervallo, distribuiti con una lenta cottura su tutti i 40 minuti. Ma un dubbio al momento ci pervade, chi dirigerà la cucina il giovane chef, che è già riuscito a deliziarci con un dessert servito in una bella coppa o il maestro? Al quale va tutto il nostro in bocca al lupo per tutto il presente e per il futuro.

Nella breve storia della partita:

Mornar subito avanti e Fiat ad arrancare in recupero da un 4-10. Aggancio al termine del primo quarto e chiusura in pareggio dopo il primo sorpasso torinese. Secondo quarto di marca ospite, che raggiunge un differenziale in doppia cifra, andando al riposo con il suo massimo di +15. Gran ritorno in campo di Torino con un Tyshawn Taylor a dettare legge. Con gli ospiti in balia dei padroni di casa, il Mornar è imbrigliato in attacco da un’ottima difesa Fiat. Spinto dal pubblico di casa, l’Auxilium piazza un 20-2 terrificante che la riporta in vantaggio, ma poi non affonda il colpo decisivo. Ultimi dieci minuti punto a punto, ma determinanti gli errori nei cento secondi finali, i montenegrini non sbagliano, mentre Torino resta all’asciutto.

Nelle file della Fiat buone le prove di Taylor 23 punti con 7 assistenze, e Wilson 14 punti con un paio di recuperi. Tra gli ospiti, a nostro avviso su tutti l’MVP di giornata, Lukovic, in doppia-doppia con 19 punti e 13 rimbalzi, ma soprattutto un buon team, che se non fosse stato per lo svarione di terzo quarto, avrebbe chiuso l’incontro con percentuali di tiro di indubbia eccellenza.

Sala stampa

L’assistente Vujacic (foto di N.Maccagno@2018 fotoracconti,it)

Coach Galbiati: “Sono molto deluso non tanto per il risultato quanto perché di fatto non abbiamo giocato i primi due quarti, senza energia, senza difesa, senza il nostro spirito. Il terzo quarto è stato fantastico per intensità e voglia di fare però poi abbiamo avuto di nuovo troppa fretta nell’ultima quarto, mentre loro sono stati bravi a concretizzare alcune conclusioni difficili. Dispiace soprattutto per la bella rimonta del terzo quarto

Ljubomir Vujacic (assistente Mornar Bar): “Siamo stati fantastici, non posso dire altro. Venivamo da due sconfitte nella nostra lega nazionale e quindi questa vittoria non può che farci bene per il morale di tutti i giocatori. Il segreto è stato il giocare insieme per raggiungere l’obiettivo della squadra. Che poi è stato il grosso problema del terzo quarto, in cui abbiamo smesso di passarci la palla e giocare tutti insieme. Nel finale siamo tornati ad esprimerci meglio ma soprattutto a crederci

(a cura di Giorgio Barbasio)