Foxtown Cantù-Unics Kazan 64-70

Keith Langford batte Abass (foto R.Caruso 2015)

Keith Langford (foto R.Caruso 2015(

Cucciago: sono le last 16 di Eurocup ma si aveva l’impressione di essere ai confini cestistici dell’Eurolega con un’avversaria come Kazan di notevole talento e fisicità e Cantù avrebbe anche voluto vivere un po’ sana atmosfera della vecchia Coppa Korac infatti oltre al bentornato a Pace Mannion (di cui parleremo domani) sulle tribune del Pianella vi era praticamente tutta la squadra che fu in grado di battere il Real Madrid nel ’91 donando alla Pallacanestro Cantù il suo ultimo trofeo internazionale ed infatti a salutare un campione e uomo così speciale sono accorsi da tutta Italia Gianolla, Gilardi, Rossini, Frates, Pessina, Bosa e Zorzolo. La presidentessa Cremascoli avrebbe voluto vedere l’animus pugnandi di quella straordinaria squadra nei beniamini odierni ma così non è stato…

Sia chiaro che una sconfitta di 6 contro Kazan è più che onorevole e che il divario lascia aperta la speranza di andare a vincere sul Volga dove il fattore campo non è certamente un fattore preponderante e comunque non abbiamo di certo assistito a castronerie in sequenza come a Sassari tanto da limitare in maniera decente le palle perse, caratteristica principale di questi ragazzi. Eppure… eppure l’impressione che ci resta è che questa Foxtown avrebbe potuto e dovuto vincere ed invece Cantù non si è presentata in campo con la bava alla bocca così nel primo quarto non ha difeso (e nemmeno è rientrata in difesa sui contropiedi) andando sotto 19-27 e solo dopo si è data una regolata concedendo soli 12 punti ai russi e chiudendo sotto di 1 all’intervallo grazie alle buone giocate di Johnson-Odom e Feldeine.

Pace Mannion premiato da Anna Cremascoli (foto R.Caruso 2015)

Pace Mannion premiato da Anna Cremascoli (foto R.Caruso 2015)

Nella ripresa Cantù sorpassa poi si spegne in un parziale di 14-1 pro Kazan scendendo sul 55-65, qui i padroni di casa hanno la forza di reagire con un 9-0 che riporta la Foxtown sul 64-65 coi russi che appaiono finalmente al tappeto e pronti a cedere in un nuovo trionfo della regina d’Europa.

Ma invece sul più bello Cantù si spegne.

Nel finale esce pure la differenza di esperienza quando il giovane capitano Abass sbaglia due triple aperte mentre Langford, sin lì silente, segna i 5 punti nell’ultimo minuto che fissano il punteggio.

Nulla di compromesso, la Kazan costruita per vincere alla fine non è parsa imbattibile ma ancora una volta sul piano caratteriale la Foxtown ha fallito ed ha sprecato una bella opportunità, quella di andare in Russia con la spinta che solo una vittoria prestigiosa può dare.

MVP: Kazan non ha più Zisis ma questo Bykov è un gran bel play. Preciso come un rasoio, lucido, furbo in difesa il regista di Kazan è una spina nel fianco costante a differenza degli alterni Langford, Jerrells e White (quest’ultimo poi seduto sul pino quando conta e capace di un siparietto sgradevole coi tifosi)

La STATISTICA:

TABELLINI:

Cantù: Punti Johnson-Odom 15 Feldeine 12 Williams 10  Rimbalzi Williams 7 Assist vari con 2

Kazan: Punti Bykov, Langford 14 Fischer 11 Rimbalzi Fischer 11 Assist vari con 2