Valencia, dal nostro inviato

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L’Unics si prepara alla finale

Per Andrea Trinchieri dopo le onorificienze (premio come miglior coach dell’anno in Eurocup) è tempo di finale. Primo atto oggi alla Fonteta di Valencia, casa dove spesso gli spagnoli hanno spento gli avversari di turno. Ecco l’intervista in esclusiva al coach italiano che ci regala le impressioni alla vigilia della sfida.

DB: Ritrovate Valencia dopo la vostra doppia vittoria nelle Last 32, quali le tue sensazioni per la gara di andata e quanto può contare aver già vinto qui in questa stagione.
TRINCHIERI:” Arrivati a questo punto credo che conti poco, si azzera tutto e mentalmente credo che sia una delle prime cose che chiederò ai miei giocatori. Su questo campo Valencia ha sostanzialmente costruito tutte le grandi partite della stagione di Eurocup. Sono una squadra solida, forte e completa, sarà una bella sfida“.

DB: Giocate la prima gara in trasferta in una formula sostanzialmente inedita, per trovare doppie finali bisogna risalire agli, ormai lontani, tempi della coppa Korac. Che cosa ti aspetti da questa partita e quali le insidie per la tua squadra.
TRINCHIERI:” C’è un legame speciale tra questo pubblico e la sua squadra. Mi aspetto, dico ne sono praticamente certo, che Valencia farà un grande parziale all’interno della partita. Lo hanno sempre fatto, spesso hanno prodotto quello che definirei un “quarto perfetto”. Stordiscono gli avversari con un break pazzesco, quanto te ne rendi conto guardi il tabellone e vedi che sei sotto di venti dopo la loro sfuriata. Puoi far poco per evitarlo ma puoi far molto per non uscire mentalmente dalla partita“.

DB: Quali gli antidoti per evitare di perdere contatto durante la gara con Valencia e le vostre armi a disposizione per bloccare i loro parziali.
TRINCHIERI:” Non dobbiamo pensare troppo, o meglio tenere altissima la concentrazione senza farci ossessionare subito dal recupero e da altri fattori. Dovremo evitare di farci condizionare da questi parziali, e contare sull’esperienza di un gruppo solido. Sulla scorta anche di quanto accaduto a Belgrado. La fu un mio errore, spostai troppo l’attenzione su aspetti anche legati al campo, alla tifoseria e sulla loro spinta emotiva. Lezione che ci servirà domani quando cercheremo invece di restare ancorati alla partita, senza fare troppi errori in attacco come nel terribile quarto periodo contro la Stella Rossa.

DB: Prima della finale possiamo comunque tracciare un primo bilancio della tua avventura a Kazan. Sono arrivati riconoscimenti personali, coach dell’anno per te ed MVP ad Andrew Goudelock, ed anche molte vittorie in VTB League, cosa ti aspetti da questo finale di stagione
TRINCHIERI:” Ogni giudizio complessivo è ovviamente prematuro, dobbiamo giocarci adesso tutte le partite decisive della stagione a partire dalla finale di Eurocup. Posso dire che sono soddisfatto per come ha reagito la squadra anche alle avversità, che ci sono state, ed a come un gruppo nuovo e da assemblare ha risposto ai tanti impegni di questa intensa annata. Si tratta ora di “drenare” i risultati, di capitalizzare le tante vittorie e tutto quello che di buono abbiamo fatto sino ad ora. Ed è ovviamente la cosa più difficile. Dal punto di vista squisitamente personale è stata una scelta forte ed importante. Fare questa esperienza non credo sia facile, “lontana” da molti punti di vista, anche culturale e geografico. Mi fa piacere che ci siano stati buoni segnali sino ad ora ed una buona sintonia con la squadra. Spero di completare al meglio il lavoro di questa stagione, un’esperienza che si somma a quella di altri allenatori della scuola italiana che spesso ottiene ottimi risultati all’estero”.

DB: Scuola italiana all’estero e movimento del basket del nostro paese, due mondi che si confrontano. Qualè la tua visione da fuori del nostro basket e dei suoi problemi.
TRINCHIERI:” A parte il mio caso personale credo che gli esempi dell’ottimo lavoro degli allenatori italiani a diversi livelli è li da vedere. Se parliamo di club di alto livello ormai sono anni che uno straordinario coach come Ettore Messina ottiene grandi risultati, credo che Sergio Scariolo stia facendo una stagione molto positiva con il Laboral Kutxa. Guardando dall’esterno non si può non notare le tante difficoltà del nostro basket, e questo non mi fa di certo piacere. Torno anche sul problema della competitività all’interno del campionato di Serie A. Avevo citato l’esempio di Milano, usato poi da qualcuno in modo non esattamente appropriato, della possibilità di prendere in corsa un giocatore come Hackett alla propria principale concorrente durante la stagione. Ribadisco, per non essere frainteso, l’EA7 ha fatto benissimo, potendo si è rinforzata coprendo una lacuna ed ha tolto un grande giocatore alla principale avversaria. Giusto e consentito certo, ma siamo sicuri che questo non finisca per togliere competitività, e quindi forse anche interesse, alla lunga, anche allo stesso torneo?”.