La festa di Reggio dopo la storica vittoria (foto: Fabio Pozzati)

La festa di Reggio dopo la storica vittoria (foto: Fabio Pozzati)

GRISSIN BON REGGIO EMILIA

J. White: 7,5 – In semifinale aveva sparacchiato dal campo, anche se Menetti ne aveva elogiato l’importanza difensiva. La finale la inizia subito con un altro piglio, non forzando mai e risultando efficace su tutti i 28 metri del campo.

A. Filloy: 7 – La finale che non t’aspetti dall’argentino che entra e contribuisce con i suoi tiri dalla media e dalla lunga distanza a dare il colpo del ko ai russi.

A. Gigli: 6,5 – Compie benissimo i compiti di gregariato che gli spettano in un settore lunghi veramente profondo, facendo tutto ciò che serve in maniera giusta e ineccepibile.

G. Brunner: 7 – Entra a sorpresa nel finale di secondo quarto e il palazzo esplode in un boato. Dimostra di essere in forma splendente ed è l’unico lungo che riesca a contenere Rakovic.

T. Bell: 7 – Tutt’altro rispetto al giocatore spento visto venerdì: si prende diverse responsabilità, forzando anche, ma i suoi canestri nel secondo quarto danno il break decisivo.

R. Kaukenas: 7,5 – Un giocatore che sembra non voler smettere di vincere nonostante l’età che avanza. Come evidenzia Menetti, forse ancor di più delle cifre (comunque ottime) il suo vero contributo è stato quello di riuscire a convertire la sua esperienza ai servizi di un gruppo giovane e disabituato a grandi palcoscenici come quello della Grissin Bon.

R. Cervi: 6,5 – Già in semifinale aveva dimostrato tutta la sua utilità chiudendo con un pauroso +28 nel plus minus. Ieri s’è trovato più in difficoltà con un centro molto diverso da lui come Rakovic, ma, grazie anche all’ottima intesa costruita con Cinciarini, è stato comunque indispensabile.

O. Silins: 6 – Era stato l’eroe in semifinale grazie al suo tiro da tre punti. In finale il tiro dalla lunga non va e fatica quindi ad entrare in partita, ma ormai è un tassello fondamentale di questo gruppo.

A. Cinciarini: 8 – Votato MVP perché quasi tutti hanno capito che le cifre non dicono molto su un giocatore che a Reggio ha trovato la sua definitiva consacrazione. Idolo dei tifosi, guida del gruppo sia per le giocate che per il carisma, la sensazione è che questa squadra senza di lui sarebbe una creatura completamente diversa sia nell’anima che nel gioco.

Coach Max Menetti: 8 – La forza della Grissin Bon è nel gruppo e i diversi protagonisti della semifinale e della finale l’hanno dimostrato. Lui è stato bravissimo a plasmarlo da quest’estate, quando probabilmente era solamente una bella collezione di figurine, ad oggi. La gloria per questo allenatore è meritatissima.

La disperazione di coach Karasev davanti alla brutta prova offerta dai suoi (foto: Fabio Pozzati)

La disperazione di coach Karasev davanti alla brutta prova offerta dai suoi (foto: Fabio Pozzati)

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V. Zaryazhko: n.g. – Solo pochi minuti in cui anche lui fatica a capire di essere in campo.

C. Higgins: 7 – Spina nel fianco continua per tutta la gara, per fortuna attorno a lui c’è veramente poco o nulla.

A. Kuzyakin: 5 – A differenza di Zaryazhko prova a farsi notare, ma purtroppo per lui ci riesce solo  in negativo.

P. Spiridonov: n.g. – Minuti di nulla o quasi.

E. Voronov: 4,5 – Un mistero il perché Karasev lo tenga per ben 30 minuti in campo. L’unica spiegazione è che mancassero alternative dalla panchina.

A. Vikhrov: 6 – Ci prova e non fa neanche troppo male, ma obiettivamente non può cambiare la partita.

E. Valev: 5 – Uno dei tanti a pascolare per il campo senza lasciare un segno distintivo sulla partita.

J. Chappell: 4 – Dimostra di essere fuori partita già dall’inizio. Al momento del tecnico poi Karasev decide che è meglio privarsi di lui per provare a vincerla.

D. Kulagin: 4,5 – A lezione di basket da Cinciarini. Confronto impietoso.

K. Landry: 5 – Non riesce a ripetere l’ottima semifinale giocata venerdì, col passare del tempo s’innervosisce e la squadra soffre terribilmente la mancanza di un suo effettivo contributo.

M. Rakovic: 7 – Assieme ad Higgins è l’unico ad impensierire Reggio; coi suoi tiri dalla media e i suoi mezzi ganci mette in difficoltà Cervi. Alla fine però non può di certo vincerla lui.

Coach Vasiliy Karasev: 5 – Sembra arrendersi quasi immediatamente alla marea bianco-rossa, ma obiettivamente il roster a sua disposizione dopotutto è quello che è.