Sergio Tavčar

Prima di tutto una scusa: avevo sì l’intenzione di mettere la mia intervista sul sito, ma pensavo che sarebbe finita nelle rubriche, o come diavolo si chiamano nel cyberspazio, collaterali tipo foto della prima presentazione. Poi è finita in copertina e confesso che il primo ad inquietarsi quando vede in primo piano il faccione cogitante di uno che si atteggia ad importante e che dice cose pregne di densi significati sono io. Per cui scrivo subito un altro post sperando di coprire la triste visione.

Ho fatto il mio bel compitino per casa. Nel senso che prima di fare un po’ di pericolosissimi vaticini sull’Eurolega appena cominciata sono andato sul sito ufficiale e mi sono preso le formazioni delle 24 squadre tentando una prima analisi. Ora, le analisi si dovrebbero fare prendendo in considerazione una quantità incredibile di variabili con statistiche eccetera. Cosa che anche tanti di voi (uno a caso il mulo Skarabot – non prendertela! È con molto affetto, anche perché mettere assieme statistiche e dati non è mai un lavoro inutile) fanno con esiti che a volte sfiorano le previsioni del tempo  che abbiamo sentito per l’ultimo fine settimana quando, dopo aver impegnato tutti i supercomputer del mondo, aver riempito di dati la mega macchina di Reading, aver consultato tutte le tabelle statistiche ed aver tratto auspici dalle viscere di animali sacrificali, tutto quello che hanno detto è stato: “tempo da variabile a perturbato con possibilità di locali piovaschi o temporali”. Come a dire non sapevano che pesci pigliare (ad onor del vero su TV Slovenia il meteorologo di turno aveva detto con molto spirito: “se sapete come sarà il tempo per il fine settimana ditecelo, perché noi non lo sappiamo”).  La morale della favola è che per fare previsioni scientifiche si dovrebbero analizzare dati che sfiorano la teoria del caos (quella del famoso battito delle ali di una farfalla in Cina), per cui, rimanendo al paragone con le previsioni del tempo, a volte è meglio fidarsi del proverbiale callo o di una vecchia ferita che duole, perché, per quanto empirica, sarà una previsione almeno basata su qualcosa.

Seguendo questo sano principio mi sono dunque fidato delle prime sensazioni che ho avuto leggendo i vari roster. Ripeto, si tratta di sensazioni epidermiche, ma soprattutto tarate sul periodo attuale quando siamo in pieno inizio di stagione, quando le squadre devono ancora trovare quadratura tecnica, amalgama e chimica di spogliatoio (a parte il povero Džikić che è stato trombato in modo surreale per aver avuto la colpa di aver perso negli ultimi minuti contro il CSKA con una squadra formata fondamentalmente da cessi), per cui so benissimo che certe cose che dirò saranno poi totalmente smentite alla prova dei fatti e che mi sto esponendo a figure da nascondersi. Corro il rischio: poi quando dovrete impallinarmi vi prego di mirare al cuore e di risparmiare la faccia.

Allora, andando al punto. Ovviamente le sensazioni dipendono anche dalle aspettative che uno ha in merito ad una singola squadra. Dire per esempio che il Fenerbahce che ha preso McCalebb, Sato, Bremer, Andersen, Batiste e Bogdanović senza perdere praticamente nessuno dei forti sia fra i massimi favoriti non mi sembra esporsi più di tanto. Come si sa, comunque chi deve vincere di solito non ci riesce. Pianigiani può fare tutti gli scongiuri che vuole (tanto saranno inutili… cattiveria!). Fuor di scherzo è una squadra tanto nuova che bisognerà vedere quando e come troverà la quadratura del cerchio. Come singoli sono fortissimi, ovviamente. Molto più importanti sono secondo me le sensazioni che ti vengono leggendo i roster di squadre sulle quali non avevi opinioni preconcette. Dico subito che saltano agli occhi i roster di due squadre in particolare: una è sicuramente il Maccabi che ha preso il centrone che gli mancava nientemeno che in Šermadini, svezzato da un anno di fondamentale esperienza a Cantù, ha preso un americano che avevo visto nel campionato spagnolo e che mi era piaciuto tantissimo, tale Caner-Medley che sembra fatto apposta per il tipo di gioco del Maccabi, c’è Devin Smith, c’è Logan di supporto ai vari Ohayon, Pnini, Hickman e compagnia. E poi c’è ovviamente Blatt, c’è lo Yad Eliahu, insomma uno che vorrà battere il Maccabi dovrà essere molto, ma molto forte. Oddio, ieri è mancato poco che perdesse con Siena (o tantissimo, in quanto il finale di Siena mi è sembrato super preoccupante, in quanto non c’era uno, dicasi uno, che desse l’impressione di poter essere l’uomo dell’ultimo canestro – Kemp? Scherziamo?), ma sono sicuro che una giornata di mani gelide come quella di ieri sia irripetibile. L’altra, e incredibilmente non ne ha parlato nessuno, è lo Žalgiris che dal mio punto di vista ha messo in piedi uno squadrone terribile. Intanto sarò molto curioso di vedere chi schioderà da sotto canestro i gemelli Lavrinovič e Javtokas, per non parlare di Jankunas (Foote l’ho già sentito nominare, ma di grazia se mi ricordo come appare), ma nessuno ha ancora parlato del reparto dietro. Kaukenas non lo scopro io, Jaaber neppure, Popović men che meno in tutta la sua pazzia, gli altri li vedremo. Come fisico sono micidiali, insomma dire che sono temibili è dire molto, molto poco.

Un’altra squadra che sulla carta non è niente male è l’Unicaja che come linea davanti ha Perović, Vasquez e Žorić, con il primo che ha pur sempre 2 e 18 ed un’ottima mano ed i secondi due che il sottoscritto vorrebbe in ogni squadra che avesse la disgrazia di essere da lui allenata. Ci sono due giocatori molto utili e navigati quali Vidal e Calloway, c’è il fisico di Gist, c’è la difesa e l’energia del piccolo Dragić. Però c’è Repeša in panchina…

Passo ora alle squadre, le chiamo così, “medie”, non perché siano scarse, anzi, Barcellona e Real sono fra le massime favorite almeno per le final four, ma perché le sensazioni sono quelle di averle già viste negli anni scorsi, nel senso che i vari innesti mi sembrano tutto sommato insignificanti in un contesto generale, essendo i giocatori chiave sempre quelli con minimi cambiamenti di personale che incideranno secondo me molto poco rispetto al rendimento degli scorsi anni. Cominciando dall’Olympiacos il discorso è facile. È più o meno la squadra dell’anno scorso. L’anno scorso ha vinto, ma i miracoli non si ripetono, nel senso che sarà estremamente improbabile che l’Olympiacos trovi per strada tutta una serie di masochisti suicidi come gli è successo l’anno scorso. Capitolo Real: c’è Rudy per tutta la stagione. Giocatore molto appariscente e spettacolare che fa solo canestri da applauso, ma che alla fine incide molto meno di quanto sembri a vederlo. Sbaglierò, ma il Real farà più o meno come lo scorso anno. Attenzione, però! In potenza è uno squadrone e, se al momento giusto trova la condizione perfetta potrebbe anche vincerla, l’Eurolega. Capitolo Barcellona: fermo restando che continuo ad essere convinto che una squadra che ha in panchina Pascual non possa vincere l’Eurolega a prescindere (a meno di non avere una squadra almeno tre volte più forte rispetto alle altre, cosa che quest’anno sicuramente non c’è), è una squadra che ha inserito in cabina di regia un grandissimo ex giocatore, il sublime, ma ormai ribollito Šarunas, che al posto di Fran Vasquez ha una palla lessa di nome Tomić, che continua con pervicacia degna di miglior causa a far giocare Marcelinho, C.J.Wallace e Ingles, che Jawai è giocatore da Lega Adriatica e non certo da Eurolega, detto questo e ribadito che, o giocano Lorbek, Mickeal ed ovviamente Navarro, o il Barcellona non gioca, detto che Abrines ed in un futuro più lontano Hezonja saranno due grandi giocatori, ma che per ora non possono incidere in nessun modo, concludo con l’abbastanza ferma convinzione che se il Barcellona arriva alle final four avrà già ottenuto un successo.

Il Panathinaikos l’abbiamo visto ieri contro Cantù. Onestamente, poca roba. Sempre avendo in mente la corazzata degli scorsi anni, ovviamente. Diamantidis non può fare le pentole ed i coperchi, Big Sofo è un grande giocatore da 15 minuti a partita (e gli altri 25?), gli USA, i vari Bramos, Panko ed affini sono più giocatori da Olimpija che da Panathinaikos, insomma Top 16 e poi mi sembra capolinea.

Il CSKA senza Kirilenko e Šved è ovviamente fortemente indebolito. C’è Weems, però c’è anche Drew Nicholas e nella mia opinione una squadra che schiera Nicholas non può vincere per definizione. Insomma il buon Ettore si è accollato una bellissima gatta da pelare, visto anche il blasone e le aspettative della squadra, per cui un sentitissimo in bocca al lupo al coach. Qui si parrà la tua nobilitade: se riesci anche a rimettere sulla retta via Teodosić, allora ti spetta il titolo di allenatore del millennio.

Capitolo Himkij, Caja Laboral e Bešiktaš. Liquidato subito con una definizione che va bene per tutte e tre: bellissime squadre, con giocatori molto eleganti che fanno felici tutti gli amanti del gesto fine a se stesso, ma che neanche a cercarli col lanternino hanno un giocatore vincente che sia uno. Forse ogni tanto uno riuscirà a fare l’uovo cubico ed a vincere una singola partita, ma per vincere campionati ci vuole ben altro. In questo contesto forse verrebbe da inserire anche l’Anadolu Efes che, a leggere il roster, sembra una squadra molto ben assortita, ma che poi a vederla in campo, dà sempre l’impressione che le manchi qualcosa, tipo l’anima. Del resto una squadra che fa evoluire da protagonista l’ex Šarapov qualche dubbio lo lascia già in partenza.

In quest’ottica l’esatto contrario mi sembra l’Alba, squadra senza nomi, ma con grandi combattenti che romperanno molto le scatole. Non per i vertici, ma per fare meglio di quanto venga accreditata di sicuro.

Italiane: Cantù e Siena un gradino almeno sotto il livello necessario per coltivare qualsiasi ambizione importante. Riservo comunque il giudizio su Siena, perché ieri mi è piaciuta tantissimo, ma, come già detto, mi sembra del tutto sprovvista di giocatori da crunch time, e per me questo è un difetto decisivo. Milano: solito discorso che ripetiamo da tempo immemorabile. Scariolo viene attaccato più o meno da tutti, voi che commentate su questo blog compresi. Perché però nessuno parla del manico, leggi società? Non basta elargire soldi a piene mani, bisogna avere anche autorità e capacità di trattare i lavativi a calci nel sedere. Cosa che mi sembra non succeda, tanto che Scariolo è lasciato da solo e poi, a fine stagione, per vincere qualche partita deve ricorrere ai pochi giocatori che hanno voglia di lottare e lo deve fare di straforo perché la stampa “specializzata” non se ne accorga. Insomma se ogni anno si ripete la stessa storia con i giocatori non si può non sospettare che la causa sia molto a monte.

Ed infine permettetemi una parola per l’Olimpija che all’ultima stagione in cui può giocare in Eurolega (fra le prime due nella Lega Adriatica? Con in palio due posti per l’Eurolega sarà presa maledettamente sul serio da tutti, Partizan compreso – visto il siparietto di Vujošević a Zara? – per cui li può solamente sognare) sembra finalmente rinsavita ed ha fatto una squadra con capo e coda (ricordo sempre con un milione di euro scarso di budget complessivo). Page e Baynes sono bravissimi per i soldi che costano e soprattutto sanno benissimo dove sono capitati, Rannikko voleva lui tornare a Lubiana dove si era trovato benissimo e può tranquillamente finire la carriera facendo anche da chioccia a Salin, finalmente l’Olimpija fa giocare i giovani sloveni con Omić e soprattutto Prepelič (clone di Basile – non segna mai, salvo i canestri folli quando serve) che hanno ruoli importanti, con Blažič, su cui non avrei puntato un centesimo, che gioca quasi da “vero”, insomma è un vero peccato che dall’anno prossimo non la vedremo più.