tomas ress - foto mattioli / ilcittadinoonline.it

tomas ress – foto mattioli / ilcittadinoonline.it

 

Ci siamo immaginati, venerdì sera, i due Luca Banchi che guardavano la gara di Euroleague tra il Barça e il Fenerbahçe. Uno, il sincero tifoso di Pianigiani, che vedeva la squadra turca arrancare in difesa più per demeriti propri che per la qualità dell’attacco blaugrana. Spaziature insufficienti, raddoppi inesistenti o troppo insistiti nel pitturato per i lunghi come Lorbek che hanno goduto di 23 assist (5 di Tomic! Quanta luce sotto canestro), spazi smisurati per prendere buoni tiri da tre per Sada, Navarro e gli esterni. L’altro, l’allenatore della Montepaschi, che studiava la partita prendendo appunti su come il non trascendentale Barcellona della Liga Endesa (7 vittorie e 7 sconfitte, domenica il “clasico” in casa contro il Real Madrid dal percorso netto di 14 vittorie) disponeva facilmente dell’avversario. Magari pregustando, ma non lo ammetterà mai neppure sotto tortura, il “colpaccio” il prossimo 4 gennaio alla Sports Arena. Si, perché se il Fenerbahçe di ieri sera non può essere quello vero, per la caratura del roster e la nobiltà della guida tecnica, i problemi evidenziati e che si trascinano ormai da diverso tempo si sono ripetuti e non è detto che una settimana sia sufficiente a riequilibrare il team. Andersen, Batiste e Sato sono sembrati invecchiati rispetto allo scorso anno, e il gruppo dei turchi non sembra godere di stima incondizionata da parte di Simone Pianigiani, compreso il miglior prospetto giovane della Turchia Ilkan Karaman. La novità Uros Tripkovic, che debutterà quasi certamente in campo, non ci sembra sufficiente a far pendere il pronostico per il Fenerbahçe.  Mentre al contrario tutti in Europa stanno lodando la capacità difensiva della Mens Sana, che ha costretto il Maccabi a un umiliante 4-18 da tre punti (22%), a 15 palle perse. E la sua forte incidenza in attacco, con le triple sovente ben preparate a disposizione per un numero elevato di giocatori dalla mano calda. Ma una gara di resurrezione, dopo la doppia batosta con Chalon e Prokom, non è sufficiente a far brindare al successo. Anzi deve far mantenere alto il livello di attenzione in casa senese. Tra i molti dettagli di giovedì che hanno arricchito la partita dei giocatori biancoverdi, ci piace mettere in risalto il giusto atteggiamento di Hackett sulla rimessa da fondo a poco più di un minuto dalla fine: invece di iniziare un difficile palleggio tra due avversari (che tanto era costato a Tel Aviv e Malaga), ecco un passaggio illuminato a Ress e addio pressing degli israeliani.

La prima giornata delle Top 16 ci da diverse indicazioni. Una che Siena può legittimamente aspirare a qualcosa di più dell’esserci;  la seconda che la qualità complessiva dei team partecipanti lascia aperte molte possibilità sul risultato finale, in special modo nel girone F. Delle due vittorie fuori casa (Berlino-Madrid 63-77, Besiktas-Khimki 75-80) quella dei russi potrà rivelarsi decisiva alla fine dei giochi. Abbiamo un Caja Laboral, qualificato per ultimo, che non sarà cenerentola dopo aver domato i campioni uscenti dell’Olympiacos (82-74). Nell’altro girone E, il CSKA conferma di essere macchina oliata nelle mani di Messina (90-71 all’Efes). E le vittorie risicate casalinghe di Panathinaikos (67-66 allo Zalgiris, con Darijus Lavrinovic a fallire il tiro sulla sirena) e di Malaga (85-82 al Brose Basket, con i tedeschi a lungo in vantaggio in doppia cifra) che nulla è scontato, almeno in questo momento.