Omar Cook

UPS

EA7 Emporio Armani Milano: la madre di tutte le battaglie alla fine ha portato fortuna a Milano, che esce dall’infernale arena di Belgrado con la vittoria e lo scarto necessario ad entrare nel circolo esclusivo delle Top 16. Splendida la rimonta nel finale dei milanesi che, senza la “foglia di fico” Gallinari, hanno dovuto ricorrere ad orgoglio e grinta supplementari per avere ragione del Partizan. Serbi che hanno in parte restituito il regalo dell’andata ai biancorossi rinunciando di fatto ad attaccare nell’ultimo periodo affidandosi solo a “San” Kecman, eroe della partita di Milano, ed al talento di Macvan. I meriti dell’Olimpia sono proprio quelli di non aver mollato sul 40-29 (sostanzialmente meno 14 vista la necessità di vincere di 4) e di aver giocato un basket essenziale ed efficace. Straordinaria soprattutto la partita di Malik Hariston, che nonostante i guai al tendine d’Achille ha tenuto l’EA7 in partita nel momento più buio, mentre Cook ha gestito con autorità l’attacco anche dopo l’errore puerile di fine primo tempo che avrebbe tolto morale a tantissimi giocatori in quella situazione. Mai dimenticare anche gli invisibili, ma preziosi, rimbalzi di Fotsis, l’incredibile 2/2 ai liberi di un gelido Mason Rocca, e qualche buon canestro nel finale di un ancora convalescente Bourousis. L’eliminazione sarebbe stato un brutto colpo per le ambizioni biancorosse, ravvivate invece da un successo maturato in condizioni di emergenza e di cambiamento. L’arrivo di Alessandro Gentile, inoltre, potrà garantire nel tempo una buona alternativa a Sergio Scariolo, in attesa di rivedere un Nicholas meno deleterio nelle gare che contano.

Marko Banic

Gescrap Bilbao: impresa di minore entità, poiché compiuta tra le mura amiche in una località il cui nome (Miribilla) sembra scelto di proposito, ma pur sempre di impresa si tratta, soprattutto per le sue conseguenze in classifica: battendo i cugini di Vitoria, infatti, Bilbao è entrata meritatamente tra le migliori sedici squadre d’Europa. Una qualificazione che ha del miracoloso, ottenuta nonostante due sconfitte in casa (Fenerbahçe e Cantù) e infortuni di non poco conto (Hervelle, Raül López) nella prima partecipazione all’Eurolega nella storia del giovane club della Biscaglia (fondato nel 2000 come l’Eurolega). Le ragioni del trionfo vanno ricercate nella compattezza del gruppo plasmato da Fotis Katsikaris e nella varietà di opzioni a disposizione del coach greco, pur se Aaron Jackson, Kostas Vasiliadis, Alex Mumbrú e Marko Banic rimangono le pietre angolari della squadra, che partano titolari o dalla panchina. La sconfitta del Caja Laboral nella capitale basca, peraltro, attribuisce ancor più valore al successo della Bennet sullo stesso parquet due settimane fa.

Pietro Aradori

Pietro Aradori (guardia, Montepaschi Siena): un giocatore italiano MVP di giornata in Eurolega è un evento di per sé rarissimo, se poi si pensa che in questo caso la migliore prestazione della settimana nella massima competizione europea per club ha portato la firma di Aradori, giovane promessa del nostro basket che tante volte fatica ad esprimere il proprio potenziale, il riconoscimento non può che fare doppiamente piacere. Certo gli avversari di turno, i polacchi dell’Asseco Prokom, non erano irresistibili, ed essere il migliore in campo in una vittoria con 26 di distacco punti non è la stesso che esserlo in una gara punto a punto, ma i suoi 23 punti, 7 rimbalzi, 3 assist e 7 falli subiti rimangono cifre da ricordare per lui e per tutto il movimento azzurro, che spera di aver ritrovato un giocatore in grado di dire la sua anche con la canotta dell’altra squadra allenata da Simone Pianigiani.

Andrei Kirilenko

CSKA Mosca: prima dell’inizio della stagione – o meglio prima dell’arrivo di Andrei Kirilenko – non molti ci avrebbero scommesso. Invece, classifiche alla mano, in questo momento il CSKA è la squadra da battere in Europa. Reduce da un’incredibile prima fase dell’Eurolega da 10 vittorie e zero sconfitte, la squadra di Jonas Kazlauskas ha messo in riga qualunque avversario vincendo andata e ritorno non solo contro squadre modeste come Zalgiris, Bamberg e Zagabria, ma anche contro Panathinaikos e Malaga. E’ vero, il girone non era proibitivo e test più probanti contro spagnole e turche daranno un’idea più chiara del valore dei russi, ma a meno di infortuni o partenze (sempre meno probabile quella dell’infortunato Kirilenko) un posto alle Final Four di Istanbul sarà ampiamente alla loro portata. Gli ultimi successi su Pana e Unicaja, peraltro, sono arrivati senza il biondo di Iževsk, quindi in ogni caso le ambizioni europee di Barcelona, Siena e C. dovranno passare per il rossoblu dei moscoviti

Kim Tillie (ala/centro, Asvel Villeurbanne): partita drammatica per l’Asvel che, nonostante un avversario sulla carta abbordabile, ha dovuto faticare per 45 minuti per avere la meglio del Lukoil Academic Sofia. Partiti Parker e Turiaf, i francesi hanno conservato una dose notevole di talento ma dimostrato i limiti di un gruppo che gioca un basket assai modesto rispetto alla qualità complessiva del roster. Con un Hilton Armstrong a tratti imbarazzante, se non comico per le scelte sconsiderate sia in attacco che in difesa, i padroni di casa hanno salvato “faccia” e qualificazione grazie a Kim Tillie. Il lungo nativo della Costa Azzurra ha garantito per tutta la gara solidità, presenza a rimbalzo ma soprattutto, grazie alla sua buona tecnica, ottime conclusioni dai 5 metri che tanto male hanno fatto alla difesa bulgara. Proprio un morbido jumper dall’angolo sinistro ha regalato la vittoria all’Asvel e scacciato gli incubi di un’eliminazione che avrebbe avuto del clamoroso.

DOWNS

Mirza Teletovic

Caja Laboral Vitoria: non succedeva da tempo immemore (non è mai successo nella storia dell’Eurolega moderna, fondata undici anni or sono), ma Mirza Teletovic e compagni ce l’hanno fatta: il Caja Laboral Vitoria è eliminato alla prima fase dell’Eurolega. E citiamo il lungo croato non a caso, poiché è lui, nella gioia e nel dolore, il primo punto di riferimento della squadra basca, e nella decisiva sfida di Bilbao è stato croce e delizia della sua squadra, realizzando 12 punti e alcuni canestri importanti ma tirando anche con pessime percentuali (3/9 da due, 1/6 da tre) e perdendo due palloni. Il secondo violino del Baskonia, Fernando San Emeterio, ha fatto anche peggio, sbagliando tutti gli 8 tiri tentati per una valutazione da incubo (-10) nella partita finora più importante della stagione, lui che è solito dare il 110% in occasioni simili. Il cammino europeo dei baschi è stato probabilmente compromesso precedentemente, in particolare dal KO nel derby d’andata e dalla sconfitta rimediata a Nancy, e la fortuna non ha certo assistito i ragazzi di Dusko Ivanovic (se Cantù avesse battuto il Fenerbahçe si sarebbero qualificati), ma il mancato approdo alle Top 16 rimane un record negativo che dovrà far riflettere dirigenza e giocatori.

Bayern Monaco: partita con grandi ambizioni e con un roster che doveva garantirne il probabile approdo al secondo turno, la squadra bavarese è evaporata nel momento cruciale della competizione. Dopo aver sconfitto abbastanza facilmente Treviso nell’esordio, i tedeschi sono letteralmente crollati perdendo prima con il non certo irresistibile Cedevita, poi hanno fatto completo naufragio a Treviso cancellati da una Benetton coraggiosa che ha reagito nonostante le avversità ed il cambiamenti in corsa, obbligati, di roster. Bayern che non si è nemmeno giovato dell’arrivo dell’ex virtussino Jared Homan, numeri positivi per il turbolento centro americano che, in coppia con l’altra vecchia conoscenza italiana Chevon Troutman, rappresentava una delle migliori front-line dell’intera competizione.

Andrea Rizzi e Marco Taminelli