Si è conclusa nello scorso weekend la Coppa del Mondo di sci 2013/2014. Una delle edizioni più travagliate degli ultimi anni a causa di condizioni meteorologiche per nulla invernali nel Vecchio Continente che hanno anche condizionato le prestazioni dei nostri sciatori. Proviamo a riassumere tutto quello che è successo in questi 5 mesi di sci e quello che, soprattutto in casa nostra, potrà succedere nei prossimi mesi.

foto AgenceZoom

Anna Fenninger (foto AgenceZoom)

FINALMENTE ANNA – Dopo anni passati a sentirsi dire di essere la più bella, Anna Fenninger quest’anno si è sentita dire più spesso “brava”. Una sciatrice che tecnicamente aveva poco da invidiare a tutte, ha saputo mantenere alto il suo livello di competitività per tutta la stagione andando in crescendo fino a gennaio, prima di un fisiologico calo in cui comunque è sempre riuscita a raccogliere punti in almeno 3 specialità  (ha vinto anche la coppetta di gigante, finendo seconda sia in discesa che in Super-G), per poi presentarsi carica alle Olimpiadi, dove ha vinto un oro e un argento, e da cui è uscita in uno splendido stato di forma tanto da raccogliere 3 vittorie e 2 secondi posti nelle ultime gare della stagione. I detrattori diranno che ha approfittato degli infortuni di Lindsay Vonn, Maria Riesch e anche Tina Weirather, ma lei è stata brava a saper cogliere l’occasione, cosa che finora non era mai riuscita a fare.

foto AgenceZoom

Marcel Hirscher (foto AgenceZoom)

ANCORA MARCELLINO – L’anno scorso il meteo (e qualche dubbia decisione di Hujara) gli aveva spianato la strada verso la conquista della Coppa del Mondo. Quest’anno il buon Marcel Hirscher si è guadagnato tutto con le proprie mani in una stagione in cui, non avendo in slalom (dove ha comunque vinto la coppa di specialità)  la superiorità tecnica degli altri anni, è dovuto andare a cercare punti in gigante (perdendo la coppetta solo per il numero di successi) e anche in Super-G. Stagione trionfale per lui anche se l’amaro in bocca per l’oro olimpico strappatogli dal compagno Mario Matt, gli resterà a lungo, ma guardando le coppe di cristallo che iniziano ad affollare la bacheca del salotto siamo certi che gli tornerà il sorriso.

Maria Hoefl-Riesch in azione durante la libera di Cortina (foto di Agence Zoom)

Maria Hoefl-Riesch ha dovuto dire addio alla Coppa del Mondo nel finale di stagione (foto di Agence Zoom)

SORRISO AMARO – Sono in tanti a ridere a denti stretti alla fine della stagione. Prima fra tutte Maria Hoefl-Riesch, grande campionessa e grande sportiva, vincitrice della coppa di discesa, a cui però una caduta ha proibito di giocarsi fino alla fine la Coppa del Mondo. Bisogna dire che lo sprint finale della Fenninger è stato esaltante e l’austriaca vincendo in gigante l’ultima gara ha legittimato il suo trionfo, ma con un’agonista come la tedesca in gara avremmo sicuramente assistito a un bellissimo finale. Alla fine sorride anche Lara Gut. La sua stagione era iniziata alla grande e la ticinese iniziava ad assaporare la possibilità di conquistare qualcosa di grosso. Un evidente calo di forma l’ha messa fuori gioco e un pizzico di sfortuna ha riempito di lacrime i suoi occhi a Sochi. Le finali di Lenzerheide l’hanno riportata alla ribalta non tanto per lo “strip” involontario sul podio quanto per la vittoria nella coppa di Super-G. Il giusto premio per una delle più forti atlete del circo bianco che sicuramente si presenterà il prossimo anno più carica che mai. Sorride a denti stretti anche Axel Lund Svindal che vince con largo anticipo la coppa di discesa libera e a Lenzerheide si porta a casa anche quella di Super-G, ma manca ancora una volta quella assoluta. Ha mancato tante occasioni, soprattutto nel finale di stagione, ma paga a caro prezzo non solo il livello molto alto della discesa libera e del Super-G, con tanti atleti capaci di inserirsi nelle prime posizioni, ma anche la sua involuzione in gigante in cui ha raccolto solo 130 punti finendo nei 10 solo all’esordio a Soelden.

foto di Christian Jansky

Innerhofer (foto di Christian Jansky)

E L’ITALIA? – Come abbiamo detto in apertura, la nostra squadra ha pagato, forse più di altre, le condizioni climatiche da inizio primavera per tutto l’inverno. Non è un caso che i risultati migliori, soprattutto nella velocità, si siano avuti a Novembre in Nord America dove si sono trovate condizioni tipicamente invernali. Un punto debole che deve essere superato, se si vuole diventare competitivi per tutta la stagione e in tutte le condizioni. Aldilà dei freddi risultati, il bilancio delle nostre squadre si può considerare tutto sommato positivo. In campo maschile abbiamo sicuramente una squadra di velocità che è probabilmente la migliore in assoluto con 4 atleti in grado di poter vincere su qualsiasi pista, mentre nelle specialità tecniche c’è qualcosa da ricostruire  anche se i risultati di Roberto Nani e De Aliprandini, in gigante, di Thaler e soprattutto Gross, in slalom,  ci lasciano speranze per il futuro prossimo. In campo femminile abbiamo recuperato ad alto livello anche Elena Fanchini mentre Nadia si sta sempre più indirizzando verso Super-G e soprattutto gigante. Cosa questa positiva considerando la situazione di una squadra che, a parte la gara di Lienz, ha faticato a venire fuori complice anche lo stato di forma non eccezionale della Brignone. Speriamo che chi arriva da dietro, come Bassino e Pichler trionfatrici ai mondiali juniores, possano fare da stimolo per chi è davanti e dare una scossa al settore.

GRAZIE RAVETTO – Merita due righe a parte Claudio Ravetto, che lascerà la guida tecnica della nostra nazionale con la fine di questa stagione. Diciamo grazie a lui per un semplice motivo. E’ facile mettere in vetrina i trionfi di un Tomba, di una Compagnoni o di Ghedina e della Kostner, ma con un solo vero fuoriclasse (Innerhofer) Ravetto è riuscito a costruire comunque una squadra vincente che si è posta stabilmente alle spalle dell’Austria, magari non vincendo tanto ma trovando sempre ottimi risultati ad alto livello. E senza troppi (anzi con molto pochi) soldi. Crediamo, come lui stesso chiede, che meriti di restare in Federazione con un ruolo diverso senza lasciarlo andare verso altri lidi. Il suo posto dovrebbe essere preso da Gianluca Rulfi, attuale responsabile della velocità, ma tutto dipenderà dalle elezioni FISI che si terranno il prossimo 12 aprile.

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Kristoffersen nella magica serata di Schladming (foto AgenceZoom)

FINE DI UN’ERA – Nel bene e nel male ha segnato un’epoca dello sci alpino e con le finali di Lenzerheide è andato in pensione. Guenther Hujara resterà comunque nella storia della Coppa del Mondo di sci, con oltre 20 anni di lavoro sulle piste del circo bianco, come Race Director femminile prima e maschile poi, a partire dal 1994. Di lui si ricordano sicuramente i litigi con molti sciatori, primo tra tutti Alberto Tomba, ma anche Ted Ligety, Svindal e Cuche, ma anche un’ottima professionalità anche se troppe volte rovinata da una maniacale attenzione ai regolamenti, che gli ha fatto prendere spesso decisioni impopolari.

L’ANNO CHE VERRA’ – Segnatevi questo nome, Henrik Khristoffersen, norvegese, 20 anni a luglio, sarà probabilmente il futuro dominatore di slalom e gigante e già pregustiamo le battaglie con Hirscher nella prossima stagione. In campo femminile scommettiamo tutto su Tina Weirather, sfortunata protagonista sia alle Olimpiadi che in Coppa del Mondo, anche se all’orizzonte si staglia già la figura di Lindsay Vonn, pronta a rientrare bella carica per dominare i Mondiali che si disputeranno nel giardino di casa, a Vail, Colorado.

Buona estate a tutti, e arrivederci a ottobre.


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