fis_ski_logoLungo weekend di Coppa del Mondo tra la Val d’Isere e le Dolomiti, che si chiuderà domani con lo speciale in notturna di Madonna di Campiglio, prima che il circo bianco si prenda una breve pausa per Natale e tornare prima della fine dell’anno, con la discesa maschile di Santa Caterina Valfurva, mentre per le donne è già tempo di vacanza, visto che il gigante e lo speciale di Semmering, in Austria, per la poca neve e le alte temperature degli ultimi giorni dovrebbero essere state cancellate, anche se manca ancora l’ufficialità.

Donne impegnate in Francia con una discesa ed un Super-G, con Elisabeth Görgl grande protagonista. La 33enne sciatrice austriaca ha raccolto un secondo ed un primo posto, diventando la più anziana vincitrice di una gara di Coppa del Mondo. Nella discesa di sabato è stata preceduta da Lindsay Vonn che si avvicina al record assoluto di vittorie della Pröll, mentre oggi è stata brava a superare le mille insidie di un tracciato di Super-G che ha tradito molte protagoniste, Vonn in testa. Alle spalle dell’americana e dell’austriaca, nella discesa di sabato è stato un festival svizzero, con la squadra rosso-crociata che ha piazzato 4 ragazze nelle prime 8, anche se Lara Gut è rimasta giù dal podio per 20 centesimi, buttata giù da una rediviva Rebensburger, che finisce seconda ex-aequo con la Görgl. Tra le azzurre l’unica a salvarsi è Daniela Merighetti che chiude al nono posto, mentre finiscono lontane Stuffer (19^), Schnarf (22^) e le sorelle Fanchini. La Görgl, come dicevamo, vince invece oggi il Super-G in una gara che ha fatto molte vittime illustri a partire dalla Vonn, ma soprattutto Suter e la stessa Rebensburger che stavano seminando le avversarie nella parte alta della pista, prima di farsi sorprendere nello stesso punto. Alle spalle dell’austriaca finiscono, così, Fenninger e Maze che continuano la lotta per la sfera di cristallo, anche se la slovena è sempre tranquilla con 249 punti di margine. Bella gara per Nadia Fanchini, 5^ a 20 centesimi dal podio, e Daniela Merighetti, partita con il numero 31 e brava ad inserirsi al 7^ posto. Ancora lontane le altre ragazze italiane anche se il 18^ posto di Elena Fanchini, partita con il pettorale 53, è sicuramente una bella iniezione di fiducia per la ragazza bresciana.

Grande lavoro degli organizzatori in Val Gardena e Val Badia, dove la mancanza di neve aveva messo in forte dubbio le gare nelle scorse settimane. Invece abbiamo assistito, come sempre, ad un grande spettacolo con l’Italia della velocità grande protagonista anche se manca ancora la vittoria. Nella discesa, spostata a venerdi, l’americano Nyman si conferma uno specialista della Saslong vincendo per la terza volta in carriera, su una pista che la poca neve ha reso più difficile con le tante gobbe che caratterizzano il pendio messe in evidenza. L’americano ha fatto quello che voleva, supportato dai missili che aveva ai piedi e solo Jansrud è riuscito a leggergli la targa, ma a 31 centesimi di distanza. Sul terzo gradino del podio, ma ad oltre 1″, un Dominik Paris sempre più protagonista della specialità e a cui manca solo la vittoria per mettere la ciliegina sulla torta ad una stagione che lo sta vedendo sempre protagonista, come testimonia il terzo posto nella classifica assoluta di Coppa del Mondo. Ancora in difficoltà la squadra austriaca che piazza il solo campione olimpico Mayer tra i dieci, mentre si rivede in alto Silvan Zurbriggen, quinto, che guida una rediviva squadra svizzera che piazza quattro atleti nei 10, con Feuz, Küng e Defago. In diffcoltà gli altri italiani con il solo Fill (12^) ad avvicinarsi alla Top10, mentre Innerhofer (23^) dà segnali di risveglio.

Bellissimo il Super-G di sabato, con gli italiani grandi protagonisti che però devono inchinarsi alla classe di Jansrud che in questa specialità fa spesso corsa a sé. Tante insidie lungo un percorso che ha fatto venire fuori quelli che sono i veri valori di una disciplina che sta diventando tra le più spettacolari del circo bianco. Alle spalle del norvegese, come dicevamo, è grande Italia con Paris che adesso si mette ad andare forte anche sul tecnico e semina i compagni di squadra, Innerhofer (5^) e Marsaglia (7^) proprio dal Ciaslat all’arrivo dove il tracciato girava di più e dove ha anche scavalcato Reichelt, finito sul terzo gradino del podio. Peccato soprattutto per Marsaglia che nella parte alta ha pagato i suoi soliti problemi di scorrimento ma anche e soprattutto un grave errore che gli ha fatto perdere velocità, così come si mangia le mani Mayer, che viaggiava sui tempi di Paris, se non meglio, quando all’ingresso della picchiata finale è deragliato fuori dal percorso.

Infine oggi grande spettacolo sulla Gran Risa, con Marcel Hirscher che continua a dominare le specialità tecniche, disponendo a suo piacimento degli avversari. Le difficoltà di uno dei pendii più difficili della Coppa del Mondo vengono esaltate dalla poca neve ma il percorso è perfetto e permette a tutti di sciare su una pista quasi perfetta, come successo al sorprendente croato Zubcic che partito oltre il numero 60 finisce 18^ nella prima manche e risale fino al 7^ posto nella seconda. Ma come dicevamo è la gara in cui ancora una volta Hirscher conferma il suo dominio, sciando con leggerezza e controllo nella prima discesa, in cui i francesi Pinturault e Fanara gli restano vicini, mentre il suo grande rivale Ligety è settimo a quasi 1 secondo e mezzo. Nella seconda manche l’americano attacca e sembra di rivedere il Ligety di un paio di anni fa, tutti gli finiscono alle spalle ma non Hirscher che controlla nella parte alta prima di scatenarsi sul muro centrale e piombare a grandissima velocità sulle gobbe finali e lasciando il rivale a 1.45, battendolo anche nella seconda discesa. Fanara chiude al terzo posto, precedendo di un centesimo Pinturault, mentre Neureuther precede un bravissimo Roberto Nani, unico italiano a salvarsi su un pista che in passato è spesso stata terra di conquista per noi. Nani è l’unico non partito tra i primi 10 a piazzarsi in alto nella prima manche, con un grande atteggiamento che prova a ripetere anche nella seconda attaccando sin dalla partenza e sciando al livello di Ligety e Hirscher nella parte alta, salvo commettere qualche errore di troppo nella parte centrale e sulle gobbe finali, ma il suo modo di sciare è quello giusto per arrivare in alto. Cosa che nè SimoncelliBlardone sono riusciti a fare nella seconda manche, in cui hanno continuato a sciare passivi trascinandosi al traguardo, dove Simoncelli non è neanche arrivato, mentre Blardone è finito 24^ ad oltre 5″.