(photo Fiba Basketball)

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Ebbene lo ammettiamo: il titolo non è clamorosamente innovativo ma se nei secoli passati le genti mediterranee urlavano così alla vista delle navi Ottomane un buon motivo ci deve essere stato, provate a chiedere ai popoli balcanici cosa ne pensano dei Turchi, tralasciando i loro cugini Albanesi, e vedrete i meccanismi del DNA riaprire antiche ferite. Allora siamo pronti a premiare la nazionale Turca di basket con il nostro premio di Best Villains andando così a seguire il Messico premiato per il miglior Hair Style e Miroslav Raduljica per la miglior barba (quella di Harden è chiaramente posticcia, non scherziamo, nemmeno Woody Allen ne “Il dittatore dello stato libero di Bananas” ne indossava una meno realistica).

Ma come usanza andiamo a spiegare le motivazioni all’ambito premio:

Ergin Ataman non è il coach più amato al mondo, diciamo che chi lo ama, almeno in Italia, lo si conta sulle dita di una mano. Leggendario fu un suo tentativo di espulsione del telecronista di Cantù durante una sfida play off con Siena. Già al primo giorno di questi mondiali spagnoli Ataman si è superato. Gli avversari neozelandesi si apprestano a compiere il rito della Haka, il canto rituale guerriero dei Maori, ed i giocatori turchi sono pronti ad osservarli con la tipica noia mista a senso di superiorità essendo i Tall Blacks molto meno impressionanti (e forti) dei colleghi del rugby. Appena i Kiwis cominciano Ataman richiama a gran voce la squadra in panchina, coi neozelandesi che sorpresi e semi-inginocchiati seguono a semicerchio il movimento dei Turchi e s’incazzano pure per l’affronto. Non proprio una mossa simpatica né politically correct, vorremmo vedere Ataman così spavaldo di fronte a Jonah Lomu, Christian Cullen o Dan Carter…

-A proposito di Nuova Zelanda bisogna dire che la Turchia è la squadra più adatta alla Terra di Mezzo. i 211 centimetri di Oguz Savas ne fanno un perfetto esempio di Troll delle Montagne e lo vediamo bene nel vagare nel Bosco Atro armato di solida roncola, Kerem Tunçeri è invece il tipico ramingo dell’Ithilien esploratore misterioso del perimetro e vogliamo parlare di Kerem Gönlüm? Col suo tessssssoro…

– E poi diciamocelo questo nuovi ricchi Turchi non li capiamo. Sino a pochi anni fa al di fuori dei mastri birraii dell’Efes Pilsen le bande turche in giro per l’Europa dei canestri facevano tenerezza… ora la Turkish Airlines sponsorizza con fior di milioni l’Eurolega, la Beko la Serie A, anche i club a tradizione calcistica hanno preso a cuore il basket e strappano con moneta sonante i nostri campioni come McCalebb, Markoishvili ed Aradori mentre noi ex dominatori del basket occidentale facciamo fatica a competere sul mercato anche con le loro squadre di bassa fascia. In più fanno delle qualificazioni agli Europei in Slovenia a dir poco vergognose ma poco male tanto si pagano la Wild Card. Mistero e Fastidio.

– Ora i Turchi sono pure biondi.. ma come? Sinan Güler i pochi capelli che conserva sono proprio biondi. E gioca pure con una gran garra come visto ieri contro gli Americani con triple mancine e salvataggi sulla linea di fondo che manda il compagno a canestro… biondo e forte… altro mistero.

– Ed in tutto ciò gli eredi dell’Impero Ottomano si permettono di sfidare l’Impero Americano dei cesti che il giorno prima avevano tritato i simpatici Angry Birds finnici. Con una zona turca (ma Jim Boeheim non è seduto a fianco di Coach K per l’attacco alla zona?) e tanta pazienza in attacco Ataman tiene in scacco Team USA per quasi tre quarti. Poi sia chiaro che Mike Kryzewski ed i suoi hanno vinto di 21 (Ventuno) punti alla faccia dei detrattori del basket americano che a volte tentano di uscire dal loro guscio… ma avremo tempo di parlare degli statunitensi.