Un viaggio alla scoperta di une delle leghe europee più in crescita, in una delle piazze più calde e appassionate della Germania. DailyBasket vi porta ad Ulm scoprendo che anche nel basket, con la Beko BBL, i tedeschi fanno sul serio.

foto di Fabrizio Quattrini

La Cattedrale di Ulm e il suo imponente campanile (foto di Fabrizio Quattrini)

Uno sponsor importante, guarda caso turco, attenzione sempre più alta da parte delle televisioni, un sito internet ben costruito che manda anche in streaming due gare del campionato, un livello tecnico che piano piano sta salendo, complici anche tanti giocatori americani che iniziano ad arrivare attratti dagli investimenti sempre più alti di aziende come Deutsche Telekom, Audi, Volkswagen, Ewe, Ratiopharm, solo per citarne alcune. Stiamo parlando della Beko BBL, la Basketball Bundesliga, uno dei campionati emergenti del panorama cestistico europeo. Non solo Alba Berlino, Bamberg e Bayern Monaco, che abbiamo imparato a conoscere grazie all’Eurolega (e che comunque sono in testa alla classifica ad una giornata dalla fine della regular season), ma anche tante piccole realtà che sono già venute fuori e in alcuni casi si sono già ritagliate spazi importanti a livello europeo, come Oldenburg, Artland Dragons e Ratiopharm Ulm. Quest’ultima è un caso forse più unico che raro e con una storia sicuramente incredibile alle spalle, che ci ha subito affascinato. Nata nel 2001 dalle ceneri del SSV Ulm 1846, solo nel 2006 si è affacciata per la prima volta nella BBL ma da allora ha bruciato le tappe fino ad arrivare ad un finale play-off (2011-2012) e a due finali consecutive della Coppa di Germania, oltre ad una doppia partecipazione all’Eurocup. Fiore all’occhiello di questa società la Ratiopharm Arena, inaugurata nel 2011, un impianto piccolo ma bellissimo fatto apposta per accogliere e intrattenere i tifosi, che accorrono in massa riempiendo l’Arena ad ogni gara casalinga.

Il destino (o meglio il lavoro) mi ha spinto fin nel nord della Svizzera, sul lago di Costanza incastonato tra il cantone di St.Gallen, l’Austria e il Land tedesco del Baden-Württemberg, guarda caso la regione di Ulm, che dista non più di 170 km. E allora per non perdere l’abitudine ecco organizzata la trasferta, con richiesta di accredito (accettata in un nanosecondo con annesse foto e Media Guide) e pianificazione del viaggio fatta per dare anche un’occhiata ad una città che dicono essere molto bella.

foto di Fabrizio Quattrini

La bella vista dalla cima del campanile di Ulm (foto di Fabrizio Quattrini)

Il tempo non è dei migliori per un giro turistico ma, oltre ad essere importante sede universitaria, Ulm ha anche la Cattedrale (Münster) più grande della Germania, dopo quella di Colonia, con la torre campanaria più alta del mondo, con i suoi 161 m di altezza (così dicono le guide e un collega tedesco, quindi ci fidiamo). Parcheggio l’auto ed eccomi nel centro storico di Ulm bagnato da una pioggia fitta e insistente che mi fa rimpiangere i venditori ambulanti delle nostre città, quelli che ti offrono un ombrello ad ogni passo. Invece qui niente, fortuna che in breve sono nella MünsterPlatz, decisamente piena di contrasti tra la maestosa struttura gotica della Cattedrale che la domina ed il moderno edificio del teatro cittadino sul lato destro, oltre alla festa della birra i cui stand si trovano in una delle vie laterali della piazza. Prendo nota, ma visto che degli ambulanti di cui sopra neanche l’ombra decido di trovare riparo all’interno della Cattedrale e di avventurarmi lungo i 768 gradini (come ci ricordano i 4-5 cartelli che si trovano alla biglietteria, quasi a voler demoralizzare i coraggiosi) che portano fino alla cima del campanile. Tanta fatica per arrivare fino alla sommità ma la vista è decisamente appagante, spaziando su tutta la regione e sul fiume Iller, ma siccome fa freschino dopo 5 minuti di meritato riposo decido di scendere e di fermarmi ad ammirare l’interno della Cattedrale, veramente maestosa e molto bella. Il pensiero, purtroppo, continua a tornare alla famosa festa della birra avvistata fuori dalla Cattedrale…e allora, considerando l’orario, decido di andare a vedere di cosa si tratta.

Birra, birra e ancora birra, panini con salsicce, würstel, formaggi e poi in fondo una Bäckerei, cioè un fornaio, che invita a mangiare il suo Dünnette, una specie di piccola pizza con cipolla e bacon, accompagnata da una birra artigianale che mi fa sentire parte della comunità che consuma litri di birra come se non ci fosse un domani. Loro sono abituati, io mi fermo ad un misero 0.3 cl anche perché sono arrivato fin qui per fare altro. Una passeggiata digestiva nelle vie pulite e silenziose intorno alla MünsterPlatz e si torna a prendere l’auto, direzione Ratiopharm Arena.

foto di Fabrizio Quattrini

L’esterno della Ratiopharm Arena (foto di Fabrizio Quattrini)

L’impianto dista non più di 10 minuti dal centro ma non è situato ad Ulm, bensì a Neu Ulm che tra l’altro è in Baviera! Penso di essere in anticipo (manca 1 ora e 30 minuti al tip-off) e invece arrivati nei pressi dell’Arena noto che i parcheggi vanno riempiendosi e ragazzi, famiglie, coppie, tutti rigorosamente vestiti di bianco e arancione stanno già entrando nell’Arena. Cerco il parcheggio destinato alla stampa, faccio vedere all’inserviente di turno il pass che l’addetto stampa mi ha gentilmente spedito via mail un paio di giorni fa, e parcheggio praticamente di fianco all’ingresso. Il logo della Ratiopharm campeggia ovunque all’esterno dell’Arena e lo stesso sarà all’interno. Oltre la porta a vetri un mondo ovattato, tutto pulito e in ordine e due gentili hostess mi consegnano l’accredito, mi indicano la sala stampa e mi accompagnano al posto in tribuna, su cui è segnato nome e redazione. Manca più di un’ora ma il settore di tribuna dei tifosi più caldi è già pieno.

foto di Fabrizio Quattrini

I tifosi del Ulm già al loro posto a più di 1 ora dalla palla a due (foto di Fabrizio Quattrini)

L’Arena non è grandissima (6000 posti a sedere) ma è molto accogliente. Tribune molto vicine al campo (non più di un metro dalle panchine) e nessun plexiglass o protezione, neanche per la squadra ospite, seggiolini larghi e comodi, in alto la zona VIP, con Lounge bar e 11 sale dedicate ai tifosi speciali, che possono godersi lo spettacolo in tutta tranquillità. Vado a guardare la sala stampa, dove trovo un misero buffet che lascia un po’ di amaro in bocca, pensando ad esempio a quelli di Varese o Milano, ma la delusione è presto ripagata nel notare la velocità  della rete WiFi. Pensiamo che è ancora presto e che con l’Arena piena ci saranno gli stessi problemi dei nostri palasport e invece, con nostra grande gioia, anche durante la gara le prestazioni restano identiche: alta velocità e connessione sempre presente, un lusso per noi italiani!

Il tempo di fare qualche foto e senza accorgercene eccoci alla presentazione delle squadre, l’Arena si è riempita in ogni ordine di posto, qui il tutto esaurito è la normalità, lo speaker entra in campo e inizia lo spettacolo. Perché di questo si tratta, sembra di essere ad una gara di play-off NBA, scendono le luci, il fumo invade il parquet e da una porta laterale, con fiamme di accompagnamento, ecco che ad uno ad uno i giocatori del Ratiopharm entrano in campo e quando tutto finisce e si riaccendono le luci sono tutti in piedi e il grido “Ulmer, Ulmer Ulmer” echeggia per l’Arena. Qui è tutto fatto per il pubblico e per far passare in modo piacevole le due ore all’interno dell’impianto. Ad ogni sospensione o intervallo viene organizzato qualcosa al centro del campo: si abbassano le luci ed ecco le Ratiopharm Ulm Dancers; entra lo speaker e lancia il family contest, con membri della stessa famiglia che si sfidano ai tiri liberi; alla pausa successiva vengono regalati palloni ai tifosi, lanciati in mezzo al pubblico ed offerti dallo sponsor di turno; la mascotte della squadra lancia pacchetti di caramelle per i bambini; all’intervallo lungo ecco la seconda americanata, la Kiss Cam; a fine partita i giocatori fanno il giro del campo e salutano i tifosi, che aspettano (tutti, nessuno escluso) che la squadra lasci il campo prima di prendere la via di casa.

foto di Fabrizio Quattrini

I tifosi salutano la squadra a fine gara (foto di Fabrizio Quattrini)

Direte, ed il basket? Ah si c’è anche quello, una partita che tra l’altro ha anche una relativa importanza, visto che Ratiopharm e Artland Dragons si giocano il sesto posto nella griglia play-off. Il livello non è neanche male, grande intensità, arbitri che lasciano giocare, forse troppo (consoliamoci, il livello arbitrale è bassino, ma nessuno si lamenta), e poi un paio di giocatori talentuosi per parte, ad alzare il livello, ci sono. Anche un paio di nostre vecchie conoscenze come Edgar Sosa per Ulm, che ne fa una buona e tre no, ma è un idolo del pubblico e vince a mani basse quando a fine partita va sotto la curva a dirigere i cori, mentre dall’altra c’è Antonio Graves eroe della promozione di Pistoia nella scorsa stagione, che resta metaforicamente negli spogliatoi per 20’ prima di essere uno dei pochi degli Artland a vedere il canestro nella ripresa, mettendone 18 ma sbagliando i due tiri decisivi. Ci impressiona il gioiellino di casa, il ’92 Daniel Theis, un 4 con un ottimo tiro da fuori ma con un grande timing a rimbalzo, oltre ad un fisico possente piantato su due piedi molto veloci, un mix che gli permette di non subire fisicamente anche centri possenti, ma allo stesso tempo di difendere bene su 4 rapidi. Al suo fianco gioca spesso Matt Howard che in tanti ricorderanno alle Final Four NCAA con Butler e che a questo livello porta a scuola gli avversari su entrambe le metà del campo e di fatto insieme a Theis decide la gara. Un po’ di delusione dalla conferenza stampa, con pochi giornalisti che fanno due domande che sembrano banali anche a noi che di tedesco conosciamo solo Ja, Danke e Nein. Vado a salutare e ringraziare Martin Fünkele, responsabile dell’Ufficio Stampa, e mi avvio verso casa.

foto di Fabrizio Quattrini

Ci portiamo a casa anche noi un souvenir dalla Ratiopharm Arena (foto di Fabrizio Quattrini)

In auto c’è tanto tempo per pensare a quello che si è appena visto e un paragone con la nostra Lega Basket non può che venire spontaneo. La sensazione è che i tedeschi stiano facendo le cose in grande, con una grande organizzazione e professionalità. Al di là della bellissima atmosfera all’interno della Ratiopharm Arena, si vede che c’è una struttura dietro che cura l’immagine della Lega, un sito ben fatto e al passo con i tempi, lo streaming video delle gare, atmosfera di grande sportività in campo. Vorremmo credere che quello che abbiamo visto ad Ulm non si ripeta su tutti i campi della BBL, ma la sensazione, vedendo anche la naturalezza con cui anche gli ospiti si comportavano sul campo, è che sia così ovunque. Forse, invece di pensare ad inventare l’acqua calda, qualcuno in Italia dovrebbe iniziare a girare per l’Europa e prendere appunti. Non serve molto, al limite basta soltanto copiare un’idea.


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