Pocius e Llull si abbracciano sotto lo sguardo sconsolato di Ingles

UPS

Real Madrid: è vero che al Barcelona mancavano Juan Carlos Navarro e Kosta Perovic, ma è vero anche che le insidie del clásico di inizio 2012 erano molte, e gli uomini di Pablo Laso non si sono lasciati tradire. Nell’infuocata Madrid Arena, i blancos sono infatti riusciti a rispondere ai tentativi di rimonta del Barça grazie alle giocate risolutive di Jaycee Carroll e Martynas Pocius, aggiudicandosi così meritatamente il big match della quattordicesima giornata e raggiungendo i catalani stessi in testa alla classifica. Cinque giorni dopo, mentre i blaugrana e il Fuenlabrada fermavano rispettivamente Lucentum e Unicaja, il Real ha poi confermato il buon momento rifilando un trentello a domicilio a Murcia in modo da trovarsi in testa solamente con il Caja Laboral e ancora il Barcelona, acerrimo avversario di mille battaglie che, con tutta probabilità, si riproporranno diverse volte da qui a giugno.

Coach Sferopoulos istruisce i suoi

Kolossos Rodi: se giochi in una squadra che si chiama Kolossos che ha sede a Rodi è comprensibile sentirsi un po’ di pressione addosso. Per il momento però questo non è accaduto ai giocatori di Giannis Sferopoulos che, se non ha per le mani una delle sette meraviglie del mondo, ha certamente un gruppo competitivo che sta giocando da rivelazione del campionato arrivando all’undicesima giornata con 10 vittorie e una sola sconfitta. Stavolta a farne le spese sono stati gli ateniesi del Peristeri, cancellati a domicilio per 46-66. E mentre la squadra fa le prove tecniche di alta classifica insieme a club blasonati come Olympiacos e Panathinaikos, in campo si fa sul serio grazie ai canestri della guardia Angelos Tsamis che ha messo 15 punti (2/5 da 2, 2/5 da 3, 5/5 ai liberi), 3 rimbalzi e 4 assist, e al centro Kostas Charissis che ha segnato 13 punti (5/6 da 2, 3/3 ai liberi) catturando 7 rimbalzi e subendo 4 falli per un buon 19 di valutazione complessiva.

Mire Chatman

Mire Chatman (playmaker, Pınar Karşıyaka): non si ferma il Pinar di Hakan Demir, che dopo un inizio di stagione deludente (2-5) ha infilato ben sette successi consecutivi portandosi a ridosso del gruppo di testa in TBL. Denominatore comune le superbe prestazioni dell’ex Beşiktaş, che a 33 anni non la smette di migliorare e trascina la squadra della Turchia occidentale a suon di punti (19,7 a gara nei 14 turni finora disputati), rimbalzi (5,8) e assist (6,3), medie lievitate a quasi 26+7+7 nelle quattro uscite a cavallo del nuovo anno. E’ vero che le sfide contro le cinque squadre che lo precedono in classifica (Efes, Galatasaray, Banvit, Fenerbahçe e Beşiktaş) sono coincise con le cinque sconfitte di inizio campionato, ma con questo Chatman il Pinar può sperare di rimanere on fire ancora a lungo.

Michael Scott (ala, Radnicki) e David Simon (centro, Radnicki): non dev’essere facile per un americano comprendere l’importanza di un match di Lega Adriatica se la propria squadra, serba, va a giocare a Zagabria, tanto più se in casa del Cibona. E’ questo fascino della Lega Adriatica che Scott e Simon dimostrano di aver già colto con una doppia prestazione personale da 74 punti complessivi che permette al Radnicki, squadra proveniente dal cuore della Serbia, di andare a violare la Drazen Petrovic Basketball Hall, la casa del Cibona. Il primo ha collezionato 40 punti (8/10 da 2, 2&3 da 3, 9/13 ai liberi) con 8 rimbalzi, 2 assist e due falli subiti per un 40 di valutazione complessiva, Simon invece si mette a ruota con 34 di valutazione frutto di un 11/14 da 2, 4/5 da 3 con 9 rimbalzi. Una grande prestazione che rende merito all’intero gruppo.
Intanto fa il suo ritorno in grande stile Milan Macvan, rientrato da poco tra le file del Partizan e già autore di una grande partita con 14 punti (3/8 da 2, 0/1 da 3, 2/2 ai liberi), 13 rimbalzi, un assist e 3 falli subiti.

Andy Panko

Andy Panko (ala, Lagun Aro GBC): in realtà andrebbe premiata tutta la squadra, reduce da cinque successi consecutivi ed ora sorprendentemente in corsa per la Coppa del Re. L’ala americana, però, sembra non sentire il peso degli anni che avanzano (sono da poco 34), e a cinque anni esatti dal suo arrivo a San Sebastián continua a guidare la squadra basca qualsiasi siano la categoria ed il contesto. Certo, quest’anno l’aiuto del bombardiere Jimmy Baron, del veterano Sergi Vidal e dell’altra bandiera Javi Salgado gli rendono la vita più facile, ma il suo peso nello scacchiere di Sito Alonso rimane straordinario, così come le sue statistiche (19,2 punti e 6,5 rimbalzi di media). E proprio nella città natale di Salgado è arrivata l’ultima impresa, la vittoria ai danni della finalista 2011 Bilbao, un’imposizione meritata in cui Panko, tanto per cambiare, ha fatto la parte del leone con 25 punti, 11 rimbalzi e 10 falli subiti per 32 punti di valutazione, sufficienti per fargli ottenere il riconoscimento – a lui già familiare – di MVP di giornata in ACB.
Merita inoltre una citazione l’ex fortitudino e romano Lubos Barton, che con 21 punti (2/2 da due, 5/5 da tre e 2/2 ai liberi), 5 rimbalzi e 29 di valutazione trascina il Fuenlabrada all’importantissima vittoria sull’ex capolista Unicaja dimostrando, a 31 anni suonati e dopo molti infortuni, di poter essere ancora un giocatore di altissimo livello nel miglior campionato d’Europa.

Jeremiah Massey (ala grande, Lokomotiv Kuban): come McCalebb è un americano di passaporto macedone, uno dei quei giocatori che hanno saputo cogliere le potenzialità di una pallacanestro diversa da quella che erano abituati a giocare, che si sono adattati anche agli allenamenti di 5 contro 0 e su queste doti hanno costruito una bella carriera da “pro” nel vecchio continente. Massey è un grande rappresentante di questa categoria vincente, uno che ha saputo passare dal classico Midwest di Kansas State per approdare in Grecia a Larissa e Salonicco e poi toccare un palcoscenico importante come quello del Real Madrid. Ora ha scelto Krasnodar, nel sud della Russia, che non sarà una delle città modello per la qualità della vita ma di certo non è peggiore dei sobborghi di Detroit. E lui si è calato alla perfezione in questa realtà e nel big match di giornata contro il Khimkyha piazzato una prestazione da 29 punti in 38 minuti con 8/13 da 2, 2/5 da 3, 7/8 ai liberi, 11 rimbalzi e 8 falli subiti. Tutto per 38 di valutazione. E per un americano che vince, nel campionato russo ce n’è un altro che perde ed è Patrick Beverley dello Spartak che si è esibito nel classico losing effort. 71-59 il finale per l’Unics e di quei 59 punti Beverley ne ha messi 28 (6/7 da 2, 3/7 da 3, 7/9 ai liberi con 5 rimbalzi, 6 assist, 10 falli subiti e 3 palle rubate). Tutto per un 42 complessivo di valutazione. Peccato che non sia servito a niente.

Tucker abbraccia Jacobsen

Brose Baskets Bamberg: il Bayern Monaco ci ha provato con un faraonico mercato estivo, la Telekom Bonn con un inizio di campionato fulminante, l’Alba Berlino e la Ratiopharm Ulm tenendogli testa per buona parte dell’andata, ma a quanto pare in Germania non c’è storia: al giro di boa di metà stagione, ancora una volta la squadra bavarese guarda tutti dall’alto al basso, approfittando dei punti che le concorrenti si tolgono a vicenda (recentemente l’Alba ha sconfitto il Bayern ma è poi caduto in casa contro Bonn) ed affrontando le sfide di vertice con il giusto approccio. Nell’ultima giornata è toccato proprio agli ambiziosi cugini del Bayern cadere a Bamberga, atterrati dai 23 punti di P.J. Tucker e dalle mani sempre calde di Casey Jacobsen e Anton Gavel. A poco sono serviti i 31 punti e 13 rimbalzi messi assieme dagli ex “italiani” Chevon Trouman e Jared Homan: anche quest’anno, il Brose sarà fino in fondo la squadra da battere.

DOWNS

Maroussi e Ikaros: il primo ha da tempo enormi problemi economici, il secondo non naviga nell’oro ma in ogni caso in questa stagione non sembra avere buon fiuto sul mercato. Comunque sia, se l’A1 Ethniki è così polarizzata, con abissali distanze tra testa e coda della classifica, il “merito” è soprattutto di squadre come queste, che vantano rispettivamente record di 0-11 e 2-9 in classifica. Nell’ultima giornata entrambe sono state beffate nel finale, rispettivamente dal KAOD ed a Salonicco contro il PAOK, ma il basket non è la pallavolo o l’hockey, e perdere di misura non porta alcun vantaggio rispetto ad una sconfitta di 20 punti. E se proprio il Maroussi non ha le risorse economiche per rialzare la testa, almeno l’Ikaros ha le carte in regola per interrompere questo calvario.

Periodo negativo per coach Katsikaris e la sua Bilbao

Gescrap Bilbao e Gran Canaria 2014: pessimo momento in ACB per queste due squadre, accomunate dal numero di vittorie in classifica (cinque, dopo la 15esima giornata), dal numero di sconfitte consecutive (tre) e dal fatto che due di queste tre sono arrivate tra le mura amiche. Qui le somiglianze si esauriscono, perché i baschi sono una squadra costruita per fare bene in Eurolega e concorrere per i primi posti in ACB, mentre gli isolani non mirano ad altro che un campionato tranquillo con il sogno dei playoff. Diverso anche il modo in cui è arrivato il tris di KO, con i bianconeri di Fotis Katsikaris sconfitti sempre di misura e probabilmente spompati dall’impegno europeo mentre il Granca, umiliato dal Lagun Aro a ridosso di Capodanno, non è poi riuscito a rialzare la testa né a Saragozza né contro Valencia. Tuttavia, la posizione di classifica è certamente più deludente per il Gescrap che, se non si aggiudicherà il recupero a Saragozza, sarà a tutti gli effetti appaiato al club di Las Palmas ad un solo successo di distanza dalla coda della classifica.

PBL: ovvero Professional Basketball League, la giovane lega che organizza massimo campionato russo. Sarà proprio per via dell’esperienza limitata di una lega nata nel 2010 sulle ceneri della vecchia Superlega, ma non si può certo dire che l’organizzazione del campionato sia tra le più logiche ed intelligibili del globo: due partite un weekend, tre quello successivo, “spezzatini” infrasettimanali e, ovviamente, classifica sfalsata spesso con addirittura due-tre incontri di differenza tra i dieci club che ne fanno parte. Tutto questo perché molti di essi giocano le coppe europee e soprattutto perché ben otto partecipano anche alla VTB League, lega internazionale nata nel 2009 come versione “sovietica” della Lega Adriatica. Probabilmente sarebbe ora che CSKA e Co. si decidessero a rinunciare al campionato nazionale assumendosi solo gli impegni di VTB e coppe ULEB o FIBA, pur se questo rappresenterebbe un allettante precedente per club come le “big” spagnole, che hanno a più riprese minacciato di lasciare l’ACB per dedicarsi ad una grande lega continentale.

Andrea Rizzi e Alessandro Petrini