Sergi Vidal

UPS

Sergi Vidal (ala, Lagun Aro GBC San Sebastián): il Lagun Aro non si è fatto abbattere dalla sconfitta rimediata nel big match contro il Barcelona, ed ha inanellato altre due vittorie esterne consecutive che fanno salire il bilancio a quota cinque successi esterni consecutivi per un totale di sette gioie negli ultimi otto incontri disputati. Questa impronosticabile cavalcata, che vale una salda zona playoff, è stata possibile soprattutto grazie all’inossidabile Andy Panko, già menzionato in questa rubrica, ma anche grazie ad un altro veterano del baloncesto come Vidal. L’ex Tau Vitoria e Real Madrid, abituato a ruoli da gregario, si è riscoperto leader a 30 anni e sta sorprendendo per personalità e continuità, come confermato nell’ultimo turno in cui, con 22 punti e 33 di valutazione, si è laureato vice-MVP di giornata nel successo ottenuto a Santiago. Davanti a lui solo l’avversario Stephane Lasme (26 e 14 rimbalzi per 37 di valutazione), che non è però riuscito ad evitare l’ennesima sconfitta del suo Obradoiro (vedi sotto).

Nikola Ivanović (qui contro Melli) agli Europei di categoria

Budućnost VOLI Podgorica: periodo di platino per la squadra della capitale del Montenegro, che ad eccezione della trasferta di Belgrado contro la Stella Rossa ha sempre gioito negli ultimi nove incontri, battendo tra gli altri il Partizan, l’Olimpija ed il Cedevita, con cui è ora appaiato al secondo posto in classifica (ma i croati hanno una gara in meno). Un cammino davvero sorprendente per la squadra di Dejan Radonjić, che senza grossi nomi nel roster se la sta giocando con le migliori della Lega Adriatica (escluso l’inarrivabile il Maccabi Tel Aviv), e nell’ultima giornata ha rimandato a casa con le pive nel sacco l’ostico Radnički, battuto grazie anche ai 20 punti della guardia non ancora diciottenne Nikola Ivanović.

David Holston

David Holston (playmaker, Artland Dragons) e Anthony King (centro, Artland Dragons): quest’anno coach Stephan Koch ha voluto un asse play-centro tutto americano per avere talento e fisicità. Una scelta che per il momento lo sta ripagando alla grande visto che I suoi Dragons sono terzi in classifica dietro la coppia di testa Brose e Ratiopharm. Ma il play tascabile (173 centimetri) Holston e il centro King nella trasferta di Hagen (85-95) sono stati davvero l’asse portante del gruppo. Il primo ha fatto 28 punti (5/7 da 2, 4/7 da 3, 6/8 ai liberi) con 7 rimbalzi, 9 assist e 4 palle rubate per un bel 37 di valutazione complessiva, l’altro ha dovuto lottare con i problemi di falli ma nell’area pitturata ha realizzato 20 punti (7/8 da 2, 6/8 ai liberi) con 8 rimbalzi e 2 assist.

Dionte Christmas

Dionte Christmas (guardia, AGOR Rethymno): per l’americano la più classica delle prestazioni da losing effort. Da stellina del college a professionista in Europa la vita è davvero dura. E per Christmas probabilmente lo è ancora di più viste le cinque squadre in quattro paesi che ha già girato in appena due stagioni nel vecchio continente. Ma lui continua comunque a fare la cosa che gli è sempre riuscita: canestro. E sfiorando i 20 punti di media è saldamente in testa alla classifica dei marcatori. Il suo Agor in casa dell’Olympiacos spreca una bella occasione, ma 41 punti sono davvero tanti per passare sotto silenzio. Per lui 4/5 da 2, 8/15 da 3, 9/11 ai liberi, 3 rimbalzi, 2 assist, 8 falli subiti e una palla recuperata.

DOWNS

Moncho Fernández

Blancos de Rueda Valladolid, UCAM Murcia e Blusens Monbus Obradoiro: in sostanza, i fanalini di coda della classifica ACB. Qualcuno in fondo alla classifica ci deve stare, certo, ma è raro, soprattutto in Spagna, riscontrare una tale assenza di reazioni da parte delle ultime della classe, in questo caso addirittura tre, che vedono scappare il resto della lega e sembrano voler a tutti i costi giocarsi la retrocessione tra loro. Nei primi due casi (Valladolid e Murcia), dopo l’ennesima sconfitta nell’ultimo fine settimana è arrivato il prevedibile – ed in questo caso più che comprensibile – esonero del capo allenatore (rispettivamente Luis Casimiro e Luis Guil), mentre sulla panchina galiziana resiste Moncho Fernández, anch’egli reduce dall’ennesimo KO interno. In virtù dei cambi in panchina e della grande qualità del roster del Blusens, è probabile che presto la musica cambi, ma il record ottenuto finora dalle tre squadre (4 vittorie e 14 sconfitte) è davvero allarmante.

Troutman non basta al Bayern

Bayern Monaco: bisogna fare sempre attenzione ai proclami della vigilia e ai facili entusiasmi. Probabilmente dopo sette sconfitte esterne di fila lo hanno capito anche al Bayern dove a inizio anno la dirigenza si era sbilanciata per poi compiere ulteriori investimenti in corsa per non lasciare niente d’intentato. Il risultato è un mediocre ottavo posto in classifica dopo 19 giornate di campionato e un record di 10 vinte e 9 perse. Davvero troppo poco per una piazza che da tempo chiede di tornare grande. L’ultima delusione è arrivata a Tubinga contro il Walter Tigers (80-65) con un quintetto che complessivamente è riuscito a mettere insieme appena un 19 di valutazione. Per coach Bauermann il lavoro non manca di certo.

Zlatorog Laško: non facile la vita per gli sloveni in Lega Adriatica. La squadra della cittadina della Bassa Stiria ha vinto appena due partite su diciotto giocate, e dopo aver preso 36 punti a Zagabria dal Cibona ha perso di 16 in casa contro la Stella Rossa, confermando di avere un roster non attrezzato per un campionato così competitivo. La squadra di Ivan Sunara, infatti, non conta nemmeno un americano, e l’unico non balcanico di passaporto è l’austriaco Rašid Mahalbašić, nato però a Jesenice, nella Slovenia nord-occidentale. Per di più, il massimo realizzatore è attualmente il centro diciannovenne Alen Omić, con 9,2 punti di media, almeno da quando la guardia serba Vladimir Panić (17,5 di media) è incappata in un brutto infortunio. Insomma, se la classifica piange, il futuro non sembra arridere allo Zlatorog.

Andrea Rizzi e Alessandro Petrini