Brutschi fa festa a fine partita

UPS

FRAPORT Skyliners Francoforte: la stagione degli Skyliners non sarà memorabile, con la squadra a vivacchiare in bassa zona playoff, ma qualcosa da ricordare di questo campionato ci sarà. Nell’ultimo turno di Bundesliga, infatti, la squadra di Muli Katzurin è riuscita ad arrestare la marcia di 15 successi consecutivi del Brose Bamberg, costringendo i campioni in carica (e probabili campioni 2012) ad attaccare male ed a perdere molti palloni tanto da non raggiungere i 70 punti segnati (finale 76-68). Protagonisti come al solito gli americani, su tutti le guardie Jimmy McKinney e Quantez Robertson e l’idolo dei tifosi Jacob Brutschi, ma anche i nazionali teutonici Johannes Herber e Tim Ohlbrecht hanno dato un contributo importante in quella che è la prima sconfitta del 2012 per i bavaresi.

Bilan abbracciato da un compagno alla fine della "maratona"

Miro Bilan (centro, Cedevia Zagabria): nell’importante derby cittadino contro il Cibona di Jasmin Repeša, in una partita falsata dai numerosi assenti (Žižić e Kus nel Cibona, Draper e Vukušić – tra gli altri – nel Cedevita), è il giovane centro Bilan a far pesare i suoi centimetri ed il suo talento nel successo corsaro del Cedevita in doppio overtime, che permette agli zagabrini di difendere il secondo posto dalla risalita del Partizan. Nel 102-106 finale risultano determinanti i canestri di Chris Warren e Marko Car, ma i 27 punti, 10 rimbalzi, 2 recuperi e ben 13 falli subiti (per un accettabile 9/16 ai liberi) del 21enne croato ne fanno l’MVP statistico e morale dell’incontro, dal momento che in precedenza non aveva mai raggiunto nemmeno i 20 punti. E la valutazione, alla fine, sfiora il quarantello.

Elonu ha motivo di sorridere

Chinemelu Elonu (centro, Pau-Lacq-Orthez): invischiato sorprendentemente nella lotta salvezza, il Pau-Lacq-Orthez aveva estremo bisogno di un successo contro il più quotato Orléans nella ventesima giornata di ProA. Detto fatto, la squadra di Jean-François Laulhe ha fatto felice il pubblico delle tre cittadine dell’Aquitania affidandosi ai canestri degli americani (la combo guard Teddy Gipson e la nostra vecchia conoscenza Allan Ray, 41 punti in coppia) ma soprattutto ai muscoli del venticinquenne nigeriano Elonu, capace di segnare 17 punti e di strappare ben 20 rimbalzi (9 in attacco) e dare ben 4 stoppate per 30 punti di valutazione complessiva. Una forza della natura che farà molto comodo ai turchesi per scongiurare l’incubo ProB.

José Luis Abós

CAI Zaragoza e Assignia Manresa: la lotta per i playoff in ACB si fa serrata, e le due squadre più quotate per gli ultimi posti della griglia sono in questo momento aragonesi e catalani. I primi, dopo essere caduti a San Sebastián, hanno raggiunto al sesto posto proprio il Lagun Aro grazie alla netta vittoria sull’Unicaja, valso la quarta gioia negli ultimi cinque incontri; i secondi, dopo essere stati travolti da Bilbao, hanno messo in riga Siviglia, Gran Canaria (a Las Palmas) e – ieri sera, nell’anticipo della 23a giornata, anche il redivivo Obradoiro, tenendo il passo di Valencia in ottava posizione. Per “piccole” come CAI e Assignia, centrare i playoff in una lega così ricca di squadre di medio-alto livello (Malaga, Valencia, Bilbao, Siviglia…) è impresa non da poco. Le squadre di José Luis Abós e Jaume Ponsarnau non ci sono molto lontane.

Derrick Obasohan

FIATC Mutua Joventut Badalona: mentre l’altro club noto per lo straordinario vivaio, l’Estudiantes, giace tramortito sul fondo della classifica (vedi sotto), i catalani sembrano finalmente voler reagire mettendo al sicuro la salvezza. Sono solamente due le vittorie consecutive ma, oltre al fatto che nelle ultime sei uscite i successi sono stati quattro, gli ultimi due squilli sono arrivati sul campo del diretto concorrente Estudiantes e su quello sempre ostico di Fuenlabrada. Sembra, insomma, che gli uomini di Salva Maldonado inizino a trovare un equilibrio tra il talento dei giovani e l’esperienza dei veterani, tra le capacità offensive di Pooh Jeter e Derrick Obasohan e quelle tutta difesa, rimbalzi e contropiede della gazzella Latavious Williams. Anche il vivaio verdinegro, come quello dell’Estu, non è così prolifico come quando poteva permettersi di sfornare in rapida successione Rudy Fernández e Ricky Rubio, ma almeno, con la zona retrocessione a tre vittorie di distanza, è più probabile che Badalona possa continuare a offrire alle sue giovani promesse il palcoscenico della massima serie.

DOWNS

Hernández quasi in lacrime nella partita contro il Barcelona

Pepu Hernández (capo allenatore, Asefa Estudiantes): sarà che ultimamente è di moda, ma da Pepu tutto ci saremmo aspettati tranne che abbandonasse la nave mentre sta affondando. Una nave, quella dell’Estu, che ha sempre avuto uno spazio speciale nel cuore del decano degli allenatori spagnoli, ma che in questa stagione sembra più una bagnarola in balia delle onde, in un mare troppo mosso per gli scarsi attributi degli americani del roster e per un Carlos Jiménez che non può più fare miracoli. E’ vero, si tratta di una risoluzione consensuale, gesto probabilmente mirato ad evitare l’appesantimento della situazione economica dato da un eventuale esonero, ma resta il fatto che ora, con una situazione di classifica molto complessa (sette sconfitte consecutive e penultimo posto), i colegiales dovranno sperare nella scossa data dall’ex vice Alberto Lorenzo per risollevare le sorti del club.

Sasha Vujači

Anadolu Efes: all’Efes, evidentemente, non sanno cosa sia l’orgoglio. Dopo essere stati eliminati dall’Eurolega perdendo così la ghiotta occasione di una Final Four giocata in casa, i “birrai” perdono anche il primato nel campionato nazionale, cedendo lo scettro nello scontro diretto con il Galatasaray, uscito anch’esso dall’Europa ma a testa alta e con ambizioni più modeste ad inizio stagione. Contro i concittadini giallorossi, gli uomini del nuovo coach Ilias Zouros non vanno oltre i 65 punti segnati, concedendone 74 a Josh Shipp e compagni e reagendo troppo tardi alle fughe ospiti. Niente è perduto, certo, con un roster del genere l’Efes potrebbe aggiudicarsi il titolo TBL anche partendo dall’ultimo posto della griglia playoff; ma i segnali lanciati da Sasha Vujacic (1 punto di valutazione contro il Galatasaray) e compagni non sono certo incoraggianti.

Hemofarm STADA Vršac: i tempi in cui l’Hemofarm battagliava ai massimi livelli della basket balcanico ed imperversava nelle coppe europee (magari non l’Eurolega, ma l’Eurocup/Uleb Cup) sembrano preistoria. Ora la blasonata squadra serba è penultima in Lega Adriatica, reduce da 13 (!) sconfitte nelle ultime 14 gare disputate, 16 nelle ultime 18. O forse basterebbe dire che, in tutta la stagione, ha conquistato 5 vittorie a fronte di 17 KO. Colpa dei problemi finanziari che hanno impedito alla dirigenza di mettere sotto contratto giocatori americani (tanto che i migliori giocatori sono il lungo montenegrino Ivan Maraš e la guardia/ala serba Mladen Jeremić), ma forse anche di un club che non riesce più a sfornare talenti e costruire roster competitivi senza spese esagerate.