Spanoulis solleva il trofeo nazionale

UPS

Olympiacos Pireo: annata superlativa per l’Oly che, come nel 1997, chiude una stagione da sogno con il titolo anche di campione di Grecia oltre a quello continentale. Suggello assai gustoso per i reds del Pireo, che hanno sconfitto in una gara5 come sempre ricca di emozioni i rivali storici del Panathinaikos. Come nelle partite precedenti della serie, gli uomini di Ivkovic hanno controllato il ritmo e dominato dal punto di vista tecnico sino al quarto periodo. Poi la classe del Pana, ma anche alcuni tremori dei padroni di casa, hanno congelato i tifosi biancorossi sino alla tripla dall’angolo di Calathes che il ferro ha generosamente rigettato. Un successo legittimo con l’allenatore serbo che ha trovato ancora una volta uno Spanoulis immenso, ma che si è giovato soprattutto del talento e dell’energia di Printezis e Papanikolau, ormai due pilastri della squadra. Capolavoro ancora più completo visto il contributo quasi da comprimari di Antic e Vesely, e quello non sempre straordinario di Dorsey, Hines e Law. E proprio in gara5, dopo un primo tempo ricco di oscenità cestistiche, è stata l’ex guardia degli Hawks a segnare alcuni canestri fondamentali, sintomo che gli dei dell’Olimpo, dopo 15 anni, sono tornati a scegliere l’Olympiacos.

Nole Veličković

Novica Veličković (ala, Real Madrid): se il Real è riuscito a superare l’impasse iniziale della semifinale data dal successo corsaro del Caja Laboral in gara1, buona parte del merito va ascritta all’ala serba che, con prestazioni da far ricredere tutti i suoi detrattori (tra i quali figurano illustri ex allenatori dei blancos, come Ettore Messina), ha battagliato alla pari con Andrés Nocioni e gli altri pari ruolo rivelandosi l’MVP emotivo della semifinale. I 15,6 punti e 4,8 rimbalzi di media testimoniano solo in parte il suo impatto sulla serie, che ha avuto il suo acuto nei 22 punti della fondamentale gara4 in cui le merengues si sono guadagnati la “bella” tra le mura amiche. Ora l’ex gioiello del Partizan si dice pronto a fare il bis in finale, conscio però del fatto che Pete Mickeal e compagni lo attenderanno al varco. Una prova del nove per la consacrazione di “Nole” ai massimi livelli europei.

Xavi Pascual

Regal F.C. Barcelona: certo non ci si poteva aspettare che il Barça uscisse in semifinale contro il discontinuo Valencia di Velimir Perasović, ma è impossibile non dare risalto all’autorevole 2-0 raccolto dai blaugrana sul terreno ospite che, combinato con l’1-1 delle prime due gare, ha promosso i barcellonesi alla finale con un meritato 3-1. Degno di nota in particolare il rendimento in crescita di Juan Carlos Navarro che, di pari passo con la risoluzione dei problemi fisici che lo tormentano ormai da diverse settimane, è passato dai 2 punti di gara1 ai 17 di gara4 (con canestri decisivi annessi) passando per i 6 di gara2 ed i 15 di gara3. Un crescendo rossiniano che Xavi Pascual spera possa proseguire in finale, pur se contro gli acerrimi rivali del Real ci vorrà tutta la collaborazione di Lorbek, Mickeal, Eidson & Co. perché i catalani possano alzare l’agognato trofeo.

Łukasz Koszarek

Trefl Sopot: il verdetto definitivo è attesto per stasera, con gara7 a Gdynia, ma ciò che ha fatto il Trefl rimane straordinario. Squadra ricca di buoni giocatori ma non certo attrezzata quanto la “Siena di Polonia”, l’Asseco Prokom, Sopot è riuscita a portare la corazzata giallonera alla “bella” dopo essersi ritrovata sotto per 3-1. Prim’attore della rimonta l’ex casertano Łukasz Koszarek, autore di 20 punti, 7 rimbalzi e 9 assist in gara5, 14 punti e addirittura 16 assist in gara6 il cui principale beneficiario è stato Filip Dylewicz (28 punti con 6 triple a segno). A questo punto la squadra di Karlis Muiznieks non può dire di non avere nulla da perdere e dovrà giocarsi tutte le proprie carte nello “spareggio” di questa sera per il titolo PLK 2012, ma può contare sul fatto che la pressione sarà tutta sugli uomini di Tomas Pacesas.

DOWNS

Gravelines-Dunkerque: dopo un’annata completamente dominata, frutto di una stagione regolare ai limiti della perfezione, Gravelines subisce uno degli upset più sorprendenti della storia recente della Pro A. Avversario sicuramente complesso quello toccato agli uomini di coach Monschau, che si sono trovati di fronte i vice campioni di Cholet guidati da Fabien Causeur. Dopo la sconfitta di misura in gara1, risolta da Juby Johnson, l’MVP del campionato francese ha preso per mano i suoi sino all’emozionante spareggio della scorsa settimana. In gara3, infatti, Gravelines ha sempre rincorso gli ospiti sino a strappare l’overtime. Ma nel prolungamento è stato ancora Cholet a chiudere la contesa dominando a rimbalzo e con Dozier e Nelson a mettere gli ultimi sigilli sulla vittoria. Sconfitta tremenda per i padroni di casa, traditi dalla loro stella Albicy (3/15 dal campo) e condizionati dall’assenza di Pape Sy. La conferma di Juby Johnson è il primo tassello per ritentare l’impresa a partire già dal prossimo anno.

Mirza Teletović

Mirza Teletović (ala, Caja Laboral Vitoria): dispiace mettere dietro la lavagna un giocatore che ha a lungo “tirato la carretta” in casa Baskonia, ma per un protagonista inatteso (Veličković) nella serie contro il Real Madrid c’è stato un protagonista mancato, proprio il lungo bosniaco, che ha messo insieme appena 12,2 punti e 2,4 rimbalzi di media nell’arco delle cinque gare. La causa principale va ricercata nelle deficitarie percentuali nel tiro da fuori (28%), ma proprio questa monodimensionalità è la lacuna riconosciuta che l’ex Ostenda si propone da tempo di colmare. Anche in questa stagione pare non esserci riuscito completamente, e a farne le spese è il Caja Laboral che, soprattutto dopo gara3, ha seriamente flirtato con la finale salvo veder svanire i propri sogni di gloria in gara4 di fronte al (deluso) pubblico amico.

Andrea Rizzi e Marco Taminelli