BRUTTA PARTENZA, PICK-AND-ROLL FATALI

Perdere di soli 2 punti fa male. Fa più male, però, osservare un inizio di partita così, senza carattere e commettendo errori grossolani. L’Italia ha trovato un avversario non solo all’altezza, ma con più ritmo ed organizzazione e, soprattutto, capace di colpire e affondare con precisione chirurgica. Percentuali al tiro molto alte per i turchi nei primi due quarti di gioco, idee confuse per gli uomini di Pianigiani e tante conclusioni forzate. Accontentarsi di aspettare che il talento dei singoli copra le lacune del collettivo funziona raramente, a maggior ragione quando la difesa avversaria è in grado di far sentire con costanza il fiato sul collo ed eseguire con successo raddoppi e aiuti. Difesa degli azzurri diametralmente opposta, come esecuzione ed efficacia, soprattutto per ciò che riguarda i pick-and-roll tra Bobby Dixon (17 punti, 9 assist, 9 falli subiti, ma 4/20 dal campo) e Semih Erden (22 punti, 8 rimbalzi, 8 falli subiti), senza dubbio uno dei fattori che ha condannato la nazionale azzurra per tutti i 40 minuti.


Le telecamere pescano più volte Pianigiani con espressioni quasi stupite per il gioco espresso dai suoi, enfatizzando gli errori con smorfie di disappunto totale e tentativi di rimprovero. In realtà, gli errori dei singoli hanno penalizzato solo parzialmente l’andamento della partita, mentre bisogna ammettere che la mancata organizzazione offensiva e difensiva, sintomo di poca comunicazione e scarsa volontà nel cercare un extra-pass, sono sembrate le tematiche su cui lavorare per affrontare al meglio i prossimi impegni imminenti.
Se proprio dovessimo fare una critica personale, ed è sempre antipatico e scomodo puntare il dito sul singolo, uno degli indiziati è probabilmente Nicolò Melli. Poco carattere, difesa sui pick-and-roll e sulle penetrazioni da far prudere le mani ad ogni allenatore e, elemento che non è passato inosservato, richiami ai compagni per errori difensivi di sua totale competenza. È stato sul parquet per soli 7 minuti, ma il ruolo del nuovo acquisto di coach Trinchieri è fondamentale per questa squadra, dato che potrebbe ricoprire diversi ruoli e concedere minuti di qualità mentre i titolari recuperano in panchina. Sono stati invece 0 i minuti concessi ad Achille Polonara, di sicuro un giocatore che con il suo atletismo e la sua voglia di andare a rimbalzo avrebbe fatto molto comodo ad una formazione che ha sofferto parecchio sotto i tabelloni.
Pochi minuti per due starters come Cinciarini e Cusin, in campo rispettivamente 9 e 5 minuti, caricati subito di falli ma lasciati seduti a scaldare la panchina per il resto della partita, secondo una logica francamente sconosciuta. Per maggiori informazioni, citofonare Pianigiani.
Last but not least, capitan Gigi Datome. 22 minuti per il neo-acquisto del Fenerbahce e 7 punti conditi da 5 rimbalzi. Problemi di falli per lui (finirà con 4), ma buona prova balistica. È evidente che fisicamente non è ancora al 100%, ma i segnali sono buoni. Soffre un po’ in difesa francamente, ma non è di certo l’unico.

 

LE NOTE POSITIVE

Sarebbe un errore non evidenziare ciò che di buono è stato fatto dagli azzurri nel match di apertura. La Nota positiva con la n maiuscola ha un nome e un cognome: Danilo Gallinari.
Prova mostruosa dell’ala dei Denver Nuggets, autore di 33 punti, 5 rimbalzi, 2 assist e 9 falli subiti, tirando con il 100% da 2, il 50% da 3 e il 93% ai liberi. Ma non è tutto. Il ragazzotto da Sant’Angelo Lodigiano ha dimostrato, ancora una volta, che la differenza si può e si deve fare con una difesa sempre di alto livello e una concentrazione che non deve scendere quasi mai. È riuscito a difendere su qualsiasi tipo di giocatore, da Bobby Dixon (Ali Muhammed) a Semih Erden, passando per Ilyasova e Osman, perdendo pochi duelli e mettendo in clamorosa difficoltà l’attaccante. In attacco, invece, ha rasentato la perfezione da ogni posizione. Peccato per l’ultimo libero sbagliato, dato che fino a quel momento aveva tirato con un cristallino 14/14 e quell’ultima conclusione a gioco fermo dalla linea della carità avrebbe rappresentato il pareggio, quando ormai mancava ben poco alla sirena. Questo non significa che debba auto-flagellarsi per l’errore, anche perché una prova di questo spessore merita solo applausi e fonte di appunti per qualunque giocatore, ma un talento come lui aspira alla perfezione e quella palla sul ferro rimarrà fissa nella sua mente per qualche giorno.


Merita un appunto anche la prova di Andrea Bargnani, ma principalmente in chiave offensiva. La difesa e l’impatto a rimbalzo sono sempre stati dei problemi non da poco per il Mago e, bisogna farsene ormai una ragione, difficilmente cambierà approccio in queste situazioni. Si è rivelato molto preciso al tiro e bravo nel tenere a galla la squadra nel momento forse più buio e difficile dell’intero match. Non deve essere la stella della squadra e non deve pretendere di ricevere il pallone schiena a canestro un’azione su due, anche se avrebbero potuto servirlo qualche volta in più. Il salto di qualità verrà fatto nel momento in cui svolgerà il suo “compitino” senza lasciare troppe sbavature, riuscendo a sfruttare la sua stazza e le sue armi offensive contro avversari che lo conoscono bene e che si riveleranno ben più tosti dei lunghi turchi.
Le prove di Belinelli e Gentile meritano, anche loro, un piacevole appunto. Prove di grande carattere, con attributi notevoli nel prendersi responsabilità di un certo livello quando la palla scotta. A referto ci sono 14 punti per il nuovo acquisto dei Kings e 12 per il capitano di Milano, con percentuali non irresistibili, ma bisogna ammettere che la difficoltà media delle loro conclusioni è da considerarsi alta. Buona difesa, buona concentrazione e margini di miglioramento.

 

TESTA ALLA SFIDA CON L’ISLANDA

Pianegiani in Nazionale B&WMigliorare, migliorare e migliorare. Nella voglia di giocare insieme e nel variare le soluzioni offensive, cercando i lunghi e non arrivando a doversi accontentare della soluzione d’emergenza affidata a chi di talento ne ha più degli altri. Bisognerà cambiare marcia in difesa, comunicare di più e far sì che gli aiuti arrivino in maniera tempestiva. Sarà necessario sviluppare una consapevolezza che costringa gli avversari a temere la nazionale azzurra, su entrambi i lati del campo ma, ancora di più, a livello di atteggiamento. La presenza a rimbalzo è andata crescendo con i minuti, ma sarà fondamentale fare ancora meglio e giocare pensando poco all’avversario, sicuramente di livello inferiore, e di più alla correzione costante degli errori, grandi o piccoli che siano. Passare dalla probabile nazionale (sulla carta) più forte di sempre alla nazionale che si rivelò un grande flop: situazione da evitare assolutamente. Sarà un ottimo banco di prova per dimostrare che per vincere e convincere non serve un Gallinari da 30 punti ad ogni apparizione, ma un apporto di squadra con regole ben precise, dato che il talento puro dei singoli uscirà da sé. Come abbiamo detto nel preview, il compito di coach Pianigiani è tanto stimolante quanto arduo, ma di sicuro lo zampino dell’allenatore si dovrà vedere, si spera, sempre meno per ciò che concerne gli aspetti negativi e un po’ di più nei miglioramenti che diverranno necessari per gli azzurri. Il match contro la nazionale islandese dovrà funzionare da slancio in ottica degli incontri che verranno contro squadre di livello assoluto come Spagna e Serbia, senza perdere di vista la grande voglia e l’entusiasmo che trainano Stefansson e compagni. Ore 18, seconda sfida per l’Italbasket.