нерђајући, inossidabile in italiano. Dal 5 settembre scorso ed al netto di una semifinale ancora da giocare da favorita contro, ahinoi, la Lituania,  crediamo sia questo l’aggettivo che descriva al meglio la Serbia. Inossidabile, appunto. La Repubblica Ceca, encomiabile per atteggiamento e, per larghi tratti, anche per la qualità di gioco espressa, ha provato a fermare la marcia della squadra di Djordjevic. Non è bastato, non contro un avversario apparso meno scintillante del previsto ma ispirato da un Teodosic capace di far segnare chiunque o quasi.

Serbia-Repubblica Ceca (89-75) è la classica partita scontata solo sulla carta. Da una parte la Serbia a recitare il ruolo di favorita d’obbligo e con un’enorme pressione sulle spalle. Dall’altra la Repubblica Ceca con poco da perdere e con il morale a mille dopo la splendida vittoria negli ottavi di finale contro la Croazia. Se i ragazzi di Ginzburg vogliono avere una possibilità concreta per scioccare l’Europa dei canestri e staccare il pass per le semifinali, non possono prescindere da una grande prova di Satoransky. Il playmaker del Barcellona, però, parte male, gravato da due falli e da una regia confusa che genera troppe palle perse. Schlib tiene comunque a galla i suoi grazie ad 11 punti messi a referto in una prima frazione nella quale i back door orchestrati da Teodosic sono l’arma tattica principale (cosa che si ripeterà per tutta la gara) con i quali una narcotizzata Serbia rimane in partita. Erceg prova a spezzare l’equilibrio nella seconda frazione ma il provvisorio allungo serbo (42-36) non paga i dividendi sperati. Nel terzo parziale, Satoransky si risveglia dal torpore che ne ha caratterizzato la prova in un primo tempo abulico. Mette a referto 14 punti trascinando insieme a Vesely i suoi. E’ quello che serve per scioccare l’Europa dei canestri? No, è quello che servirebbe, certo, se non ci fosse un Teodosic versione Beautiful Mind che, con le sue ripetute visioni che noi e voi umani ecc ecc, permette ai vari Nedovic, Bjelica, Radulijca e soprattutto ad un Erceg chirurgico, di mettere a referto quei punti fondamentali per l’allungo potenzialmente decisivo. Allungo che si verifica puntualmente ad inizio del quarto quarto quando è proprio Teodosic a mettersi in proprio e concretizzare un gioco da tre punti che regala ai suoi il massimo vantaggio, +11 (75-64), che, di fatto, chiude ogni discorso e rimanda ad altre edizioni di EuroBasket la possibilità per i ceci di scioccare il mondo cestistico.

Milos Teodosic

Milos Teodosic (foto di Claudio Devizzi)

MVP – Perché non gioca sempre così? Perché Milos Teodosic da Valjevo, offre troppo spesso una versione di sé non in linea con il suo sconfinato talento? Se lo chiederanno anche Vesely e soci che avrebbero però preferito l’altra versione del play del CSKA Mosca, quella meno scintillante. Ieri abbiamo assistito ad una prova da fuoriclasse. I 12 punti e i 14 assist registrati servono solo in parte a spiegare la bontà di una prestazione che ha consentito a tanti suoi compagni di segnare canestri facili, sia a pochi centimetri dal ferro che completamente smarcati da oltre l’arco. Riuscirà l’ottimo Kalnietis a fermarlo? Quale versione di Teodosic vedremo nella semifinale di domani sera?

LVP – Strano che il peggiore in campo sia stato un giocatore della squadra che ha vinto e che ha avuto anche il differenziale plus/minus migliore, + 23. La scelta però, non può non cadere su Bogdan Bogdanovic, apparso poco ispirato durante una partita che lo ha visto sempre ai margini e nella quale ha dato qualche piccolo segnale di risveglio solo nel finale. Attenzione, però. La guardia del Fenerbahce ha tutto quello che serve per tornare ai propri livelli e magari essere decisivo contro la Lituania.

The Unexpected – Zoran Erceg, senza dubbio. Troppo spesso e giustamente criticato per una qual certa idiosincrasia alla battaglia, ieri ha però risposto presente, risultando il veleno più incisivo (Teodosic a parte) per anestetizzare la Repubblica Ceca. 20 punti con 3/4 da tre punti, 3/3 da due, due assist e 3 rimbalzi partendo dalla panchina bastano e avanzano per fare dell’ala il protagonista inatteso.