GRUPPO D (Riga)

EuroBasket_tournament_mark_portraitDecisamente il gruppo più “debole” quello che andrà in scena nella capitale lettone, con la Lituania che dovrebbe agevolmente fare suo il primo posto, anche per non correre il rischio di incroci pericolosi nei quarti di finale. Storicamente però i lituani soffrono il girone eliminatorio ed ecco che i padroni di casa, spinti anche da un entusiasmo alle stelle nel paese, potrebbero anche regalare qualche sorpresa. Che però, per la truppa di Bagatskis, potrebbero essere anche brutte infatti non bisogna sottovalutare né BelgioUcraina senza dimenticare una Repubblica Ceca, reduce da una estate non esaltante, piena di vecchi marpioni che potrebbero far valere la loro esperienza in un girone che si preannuncia una specie di tonnara per sopravvivere e volare in Francia. Servirà tantissima concentrazione in tutte le gare, perché si può arrivare secondi ma anche ultimi e la stessa Estonia, vittima sacrificale, potrebbe rubare punti importanti a chi, in partenza, le sta davanti.

Lituania

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Valanciunas sarà la stella della Lituania (foto Dailybasket)

Reduce dal secondo posto di Lubiana e dal mancato podio degli ultimi Mondiali spagnoli, la Lituania si presenta a questo EuroBasket in punta di piedi, senza grande clamore ma senza neanche nascondersi nel suo ruolo di big continentale. Coach Kazslauskas ha messo insieme un solido roster in cui come sempre il mix di esperienza e gioventù sarà determinante al risultato finale. Su tutti si staglia la figura possente di Jonas Valanciunas che, a dispetto dei suoi 23 anni, si trova già di fronte a quello che potrebbe essere l’Europeo della grande maturazione. Dopo gli ottimi Mondiali spagnoli, il centro dei Raptors è chiamato a guidare una squadra forse meno talentuosa del recente passato ma che, come tradizione insegna, sarà in prima fila quando i giochi si faranno duri. Rimasti a casa per infortuni Motiejunas e Pocius, salutati i fratelli Lavrinovic, la vecchia guardia sarà composta dalla solidità sotto i tabelloni di Javtokas e Jankunas, con Maciulis, Seibutis e Kuzminskas a formare la solita task force che garantisce minuti di qualità ma soprattutto punti quando le percentuali si abbassano. Ritrovato Kalnietis in regia, sarà però l’EuroBasket dei giovani lituani in rampa di lancio, come Gailius e Milaknis, alla prima apparizione in una grande competizione senior, ma soprattutto Domantas Sabonis, Lukas Lekavicius e Gintaras Krapikas. Tre nomi da segnarsi e su cui si poggerà la Lituania del futuro, ma che già adesso sono pronti per dimostrare tutto il loro valore. La preparazione è stata a corrente alternata, con un buon inizio ma tre sconfitte nelle ultime quattro gare, in cui coach Kazslauskas ha pensato più agli esperimenti che al risultato. Il girone agevole aiuterà a finalizzare la preparazione, cercando però di arrivare primi per non avere brutti incroci nella seconda fase.

Lettonia

logo_lettoniaPotremmo definirli il nuovo che avanza in Europa. Dall’argento continentale U20 del 2013, passando per il recente 5° posto di Lignano Sabbiadoro, la Lettonia sta cercando di scalare il ranking europeo e questo EuroBasket, con la prima fase organizzata in casa, rappresenta il miglior trampolino di lancio per questa generazione di giovani talenti guidati in panchina da Ainars Bagatskis ed in campo dalla solidità di Blums ma soprattutto Strelnieks, Kaspar Berzins e Dairis Bertans. E’ però un’assenza a fare rumore, quella del più famoso dei Bertans, Davis, fermato a fine marzo dalla rottura del crociato. Con lui in campo la Lettonia avrebbe avuto decisamente più chance di dare del filo da torcere alla Lituania, ma la squadra baltica si presenta alla rassegna spinta da un paese intero e vogliosa di andare avanti il più possibile. Il cammino di preparazione è stato quando mai altalenante, con la pessima impressione lasciata al torneo di Tiblisi (dove ha preso un ventello anche dall’Italia ed ha perso anche contro l’Estonia, avversaria del girone, ndr), ma che era stato preceduto e seguito da brillanti affermazioni contro Slovenia, Polonia e Macedonia, nell’ultimo match. Il girone non è impossibile ma forse, più che guardare alla Lituania, i lettoni farebbero bene a pensare ad una partita alla volta perché per strappare il pass per la seconda fase non basta l’entusiasmo di una intera nazione.

Ucraina

Abbiamo provato sulla nostra pelle cosa significa giocare contro l’Ucraina, squadra che si presenta agli Europei con il roster più giovane della compagnia. Le tappe di avvicinamento alla manifestazione non sono state le più agevoli e spesso e volentieri si è parlato dell’Ucraina più per questioni fuori dal campo di gioco che dentro i 28 metri. A partire dalla separazione, a fine maggio, con Mike Fratello vero artefice degli ultimi incredibili progressi del basket ucraino e sostituito in panchina da Evgeny Murzin. Il neo coach ha dovuto per prima cosa capire chi era sano tra i giocatori ucraini, con i vari Gladyr, Kravtsov, Lischuk, Pecherov e Len ai box per infortunio. Cosi alla fine la scelta più che logica è stata quella di affidarsi alla nuova generazione, pensando forse più al futuro che non all’immediato. A guidare i gialloblu ci sarà il gigante del Lokomotiv Kuban Kyrilo Fesenko, che ha anche avuto qualche problema fisico durante la preparazione ma che sarà al suo posto per garantire presenza fisica dentro l’area oltre che esperienza. Ma l’Ucraina girerà tutta intorno alle prestazioni del suo ultimo “acquisto”, quel Jerome Randle che prende il ruolo che fu di Jeter negli ultimi due anni, dopo aver ottenuto la cittadinanza ucraina. Dal vecchio gruppo arrivano giocatori come Pustozvonov, Korniyenko, Zaytsev e Lypovyy che però da onesti rincalzi dovranno adesso ricoprire un ruolo più da protagonisti, mentre il nuovo che avanza è rappresentato in pieno da Mishula, Kruous e Pustovyi. A parte la vittoria contro l’Italia il cammino di avvicinamento è stato costellato da sconfitte, a volte anche pesanti, come l’ultima in Finlandia. Per il ranking FIBA un posto tra le prime quattro è assicurato ma l’Ucraina dovrà guadagnarselo sul campo contro Belgio e Rep. Ceca.

Belgio

Maxime De Zeeuw (2015 Foto Alessio Brandolini)

Maxime De Zeeuw in maglia Acea Roma nell’ultima stagione (2015 Foto Alessio Brandolini)

Reduce dal 9° posto di Lubiana il Belgio si presenta ad EuroBasket forte di un movimento in crescita ma che purtroppo fatica a creare grandi giocatori. Sarà anche per questo che coach Casteels si è affidato alla “vecchia guardia” per cercare una qualificazione complicata ma non impossibile. La stella è senza dubbio Matt Lojeski, uno dei giocatori forse più sottovalutati in Europa ma che è stato tra i grandi artefici della doppietta continentale dell’Olimpiakos. Al suo fianco ci sarà ancora una volta Axel Hervelle talentuosa ala che è pronto ancora una volta a ricoprire il ruolo di “go-to-guy” come agli ultimi Europei. Nel backcourt due nostre vecchie conoscenze come Van Rossom e Jonathan Tabu si daranno il cambio, con il “vecchio” Lionel Bosco terzo play, che alla tenera età di 34 anni debutterà in un campionato europeo ed è stato preferito al giovane in rampa di lancio Lecomte, che abbiamo avuto il (dis)piacere di conoscere sulla nostra pelle a Lignano Sabbiadoro. Da segnalare nel roster un altro “italiano” sotto canestro, quel Maxime De Zeeuw visto a Roma la scorsa stagione. Preparazione con buone prestazioni, come la vittoria sulla Grecia e la sconfitta di misura contro la Francia, ma anche brutte controprestazioni come la doppia sconfitta con la Finlandia e il pesante ventello preso dalla Polonia una settimana fa, figlie anche di un sistema di gioco che fa molto affidamento su un tiro da 3 punti non sempre affidabile. In un gruppo decisamente debole ha comunque delle chance di qualificazione con la prima sfida, contro i padroni di casa della Lettonia, forse già crocevia importante.

Repubblica Ceca

La tradizione non gioca sicuramente a favore della nazionale di Ronen Ginzburg, ma la Repubblica Ceca, a dispetto del cammino di preparazione e dei pronostici della vigilia, potrebbe anche essere una mina vagante, almeno nel gruppo di Riga. Squadra che potremmo definire “matura” quella ceca, con un solo ’91 e due ’90 nei 12. E’ anche vero però che Satoranski, Jelinek e soprattutto Veselj sono proprio i giocatori di maggiore spicco e che dovranno caricarsi sulle spalle la squadra, sperando che vecchi volponi come Benda, Pumprla, Schilb, gli intramontabili Welsh e Barton (presenti già nel lontano 1999) riescano a spremere ancora qualche energia da una carriera ormai agli sgoccioli che li vede quasi sicuramente all’ultima recita internazionale. In preparazione la squadra è sembrata troppo Satoranski-centrica, dipendendo spesso e volentieri dall’umore della sua stella, oltre che dall’impatto di Veselj. Non è stato un gran cammino estivo, con due sole vittorie, ma negli ultimi 15 giorni la squadra è sembrata salire di colpi e nella battaglia per agguantare il quarto posto del girone, l’esperienza diffusa del roster potrebbe anche essere un vantaggio.

Estonia

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Kristian Kangur proverà a mettere la sua esperienza al servizio dell’Estonia (foto di Claudio Devizzi)

L’Estonia ritorna dopo 14 anni alla fase finale di un campionato europeo, a cui partecipa per la terza volta. Sono ormai lontani i tempi della prima storica partecipazione post-Unione Sovietica, quando gli estoni furono capaci di arrivare addirittura fino al sesto posto nel lontano 1993. Oggi l’Estonia sta cercando di ricostruire il suo movimento anche se a Riga si presenterà una squadra non proprio giovanissima, con il solo Rain Veideman, classe ’91, in roster ed il talentuoso Martin Dorbek tagliato all’ultimo giro. Per coach Tilt Sokk tutto girerà intorno alla coppia “italiana” Kangur-Talts, anche se il giocatore con maggior talento offensivo e da cui passano la maggior parte dei possessi resta Siim-Sander Vene, ala piccola classe ’90 cresciuto alla scuola dello Zalgiris,  dotato di un gran fisico e capace di giocare sia vicino che lontano da canestro, come visto anche contro l’Italia al torneo di Tiblisi. Il resto è una squadra di onesti giocatori che fanno del carattere la loro arma migliore ma anche in un gruppo così debole sarà dura riuscire a vincere anche solo una partita, pur avendo fatto vedere in preparazione le cose migliori proprio negli ultimi 10 giorni.

in collaborazione con Andrea Furlan


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