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UNGHERIA – Era dal ’99 che l’Ungheria non si qualificava all’Eurobasket e – nonostante le difficoltà di preparazione, con Hanga fermo per questioni di mercato fino a pochi giorni dall’esordio – i magiari hanno sfruttato appieno l’occasione data da una generazione difficilmente ripetibile e da un girone modesto centrando addirittura il passaggio del turno. Protagonista l’ala appena ingaggiata dal Barcelona, ma anche il bomber Vojvoda, l’ex trevigiano Perl e il centro Keller (tra gli altri) hanno messo mattoncini fondamentali. Così come coach Stojan Ivković, montenegrino nativo della Dalmazia che, con astuzia (all’esordio contro la Croazia ha tenuto a riposo Hanga per tutto il secondo tempo, nonostante l’Ungheria fosse in partita, perché le partite da vincere erano altre) e simpatia, ha tenuto banco a Cluj confessando di andare a Istanbul in primo luogo per “mangiare baklava”.

THE DOUBLES BROTHERS – Il girone (leggi sotto) era di bassissima qualità ma la Spagna di Sergio Scariolo ha sempre giocato al massimo, continuando la preparazione con partite amichevoli ufficiali, a parte la sfida con la Croazia che comunque, a parte gli ultimi minuti, la Spagna stava gestendo con grande maturità. Per Scariolo gli interrogativi erano legati alla tenuta della squadra senza Sergio Llull e se i fratelli Hernangomez fossero già pronti per prendere in mano l’eredità dei fratelli Gasol. Un Ricky Rubio giudizioso ed addirittura tiratore, insieme al carisma ed alla classe infinita del Chacho Rodriguez, la squadra ha reagito finora molto bene all’assenza del play del Real. Dall’altra parte sia Willy che Juancho hanno avuto tanto spazio (solo 3 minuti complessivi in meno rispetto ai fratelli Gasol), che si sono meritati ed hanno ringraziato il proprio coach con prestazioni sempre positive, dimostrando già una certa maturità a questi livelli. Adesso il gioco si farà duro, l’infortunio di Abrines potrebbe complicare le cose e forse Scariolo darà più spazio ai fratelli più famosi, ma un’altra coppia di fratelli è già pronta a guidare la Spagna nel prossimo quadriennio.

LETTONIA – Doveva essere la piacevole sorpresa di questo EuroBasket e così, almeno finora, è stato. La squadra di Bagatskis è una di quelle arrivata ad Istanbul nelle condizioni migliori e con tutti gli uomini a disposizione, a partire dai fratelli Bertans ed ovviamente Porzingis. Il lungo dei New York Knicks, come si diceva in anteprima, non ha avuto il minimo problema ed il minimo timore di prendersi le sue responsabilità di leader ed ha guidato i suoi ad un meritatissimo secondo posto, solo perché la sfida con la Serbia è stata la prima in calendario e la squadra non aveva ancora carburato. Giocano un basket bellissimo, ad altissimi possessi, con tanta ricerca nel tiro da fuori e di fatto senza lunghi (a parte ovviamente Porzingis). In difesa la struttura di squadra gli consente di cambiare sistematicamente su tutti i blocchi e tutti, ma proprio tutti, aiutano a rimbalzo. Unico limite una qualità della panchina non certo a livello delle squadre che rimangono comunque favorite, come Spagna, Serbia e Slovenia, ma l’ombra della Lettonia si allunga sull’Europa e inizia a far paura a tutti ed un eventuale quarto di finale contro la Slovenia potrebbe essere una partita memorabile.

FINLANDIA E LAURI MARKKANEN – La vera, e fin qui unica, sorpresa di questo EuroBasket è la Finlandia delle nostre vecchie conoscenze Rannikko, Koponen ma soprattutto della nuova stella del basket europeo Lauri Markkanen, 20 anni di Vantaa, scleto dai Bulls all’ultimo Draft NBA. Quando nel 2014 la Finlandia ottenne la wild card per i Mondiali tutti gridarono allo scandalo, ed ancora quando ad agosto ci misero in notevole difficoltà a Cagliari in entrambe le partite, in molti diedero giudizi negativi sull’Italia, incapace di schiacciare i finnici. Questa prima fase giocata in casa ha messo in mostra, invece, una squadra che ormai è da considerarsi stabilmente tra quelle di seconda fascia europea e che in condizioni particolari può regalare gradi sorprese, come il successo all’esordio contro la Francia. Ora, lontano da casa, per la Finlandia arriva il difficile ma a dare coraggio c’è lui, Lauri Markkanen (22.6 punti e 6.2 rimbalzi a partita) che sta giocando da vera star ed è pronto a prendersi la scena anche ad Istanbul. Nicolò Melli permettendo.

DOWNS

IL GIRONE DI CLUJ – È vero, la Romania non è un paese di basket, ma non è nemmeno un paese a totale digiuno di palla a spicchi, in particolare a Cluj, casa del club campione in carica. Gli abbondanti vuoti della pur grande Sala Polivalenta, anche nelle partite di cartello contro Spagna e Croazia o nel match decisivo contro l’Ungheria, hanno destato non poche perplessità, senza contare che solo contro i “cugini” magiari l’atmosfera (riscaldata da ultras probabilmente presi in prestito dal calcio) era degna dell’occasione. Se a questo si aggiunge il livello tecnico modesto (anche la Croazia è stata a tratti deludente), la pathos spesso inesistente (l’ultima giornata è stata completamente inutile a fini di classifica) e l’allagamento della media room nella terza giornata, il bilancio non può essere esaltante. La FIBA imparerà la lezione?

GRECIA – Il minimo sindacale e poco più per una squadra che vive un momento storico molto simile a quello dell’Italia, con i più esperti probabilmente all’ultima chiamata ed i giovani ancora poco pronti, anche se con Papapetrou, Agravanis ed i fratelli Antetokounumpo la situazione sembra leggermente migliore rispetto alla nostra Nazionale. Proprio l’assenza di Giannis ha amplificato i problemi della Grecia nel trovare canestro e soprattutto di restare dentro il match con la testa. Spesso e volentieri la squadra ha subito tantissimo nella prima parte per poi fare una furiosa rimonta, grazie soprattutto alla difesa unica nota positiva di questa prima fase, che però ha portato la squadra con la lingua di fuori nei minuti finali. Contro la Polonia è arrivata la prestazione migliore, nel momento più importante che è valsa la qualificazione. Davanti adesso una sfida quasi impossibile alla Lituania, anche se i greci sono forse la squadra più attrezzata per affrontarli. Con la speranza, per i tifosi greci, che contrariamente al recente passato questa volta ad una brutta prima fase segua un lungo cammino ad Istanbul.

LE (MANCATE) SORPRESE – Due delle squadre più attese della vigilia si sono sciolte alle prime difficoltà. Parliamo di Georgia e Belgio. Ai georgiani non sono bastati Pachulia e Shengelia per raggiungere quanto meno il quarto posto a Tel Aviv, pagando oltre modo un roster comunque modesto ma soprattutto gli ormai classici alti e bassi di una squadra che fatica a mantenere concentrazione e qualità del gioco. Così dopo il successo sulla Lituania sono arrivate le sconfitte con Germania e Ucraina che hanno compromesso il cammino, poi interrotto dall’Italia nell’ultima giornata. Ultimo treno perso, invece, per la miglior generazione di giocatori belgi, quella dei Van Rossom, De Zeeuw ed Hervelle probabilmente schiacciati dalle alte aspettative e che hanno invece messo in mostra un gioco troppo involuto per poter andare avanti in un girone che si è dimostrato il migliore da un punto di vista tecnico. Poco coraggiosi con la Russia, schiacciati nell’ultimo quarto contro Lettonia e Turchia, il Belgio torna a casa sperando che tra 4 anni la generazione dei Lacomte sia già cresciuta per poter essere di nuovo protagonisti.


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