Con l’ultimo turno della scorsa settimana si è conclusa la prima fase di Eurolega, certamente non brillante per le due compagini italiane. Milano abbandona la competizione dopo troppi alti e bassi, la Dinamo Sassari non è invece mai apparsa all’altezza del massimo livello continentale, riuscendo nella deludente “impresa” di chiudere con dieci sconfitte in altrettante partite.
Gli italiani soddisfatti, però, non mancano e ci riferiamo al trio Hackett, Melli e Datome, che in giro per l’Europa con nuove casacche, che dopo i primi mesi di stagione hanno davvero più che un motivo per godersi l’imminente Natale con un sorriso in più.

Gigi DATOME - Foto Alessio Musolino 2014

Gigi Datome, già leader in Turchia (foto A.Musolino 2014

LUIGI DATOME – Il capitano nazionale ha avuto il merito di ricevere la chiamata da una delle squadre meglio attrezzate del vecchio continente, per di più allenata da una sorta di “santone d’Europa” come Obradovic. Da qui a etichettare come “fortunata” la prima parte di stagione di Datome ce ne passa. In un gruppo con una tale concentrazione di talento e personalità, l’ala sarda ha saputo fin da subito ritagliarsi un ruolo importante, dando sicurezza al proprio allenatore in uscita dalla panchina, giocando quasi sempre i minuti caldi delle partite di un certo spessore e dimostrandosi tagliato per avere, anche in Turchia, un ruolo da leader. Magari non sempre infiamma il pubblico con giocate spettacolari, ma all’occorrenza sa fare anche quello. Il suo Fenerbahce si è qualificato alle Top 16 con otto vittorie e due sconfitte, primato nel girone e dando la consapevolezza di poter avere le carte in regola, questa volta, per arrivare fino in fondo. Datome viaggia a 10,8 punti di media e 4,8 rimbalzi in poco più di 25’, tirando il 45 % da due, il 33 % da tre punti e un irreale 96,4 % ai tiri liberi (27/28). Statistiche importanti se contestualizzate con attenzione, ma ad impressionare favorevolmente è stata più che altro la sua capacità di farsi sempre trovare pronto quando è servito, lasciando il palcoscenico agli altri nelle vittorie “facili” e salendo in cattedra con estrema naturalezza nelle gare più complicati. Un leader ed è bello vederlo così dopo le annate oscure in Nba. Il meglio però deve ancora venire e siamo tutti pronti a scoprirlo.

Daniel Hackett, protagonista in maglia Olympiacos

Daniel Hackett, protagonista in maglia Olympiacos

DANIEL HACKETT – Calarsi perfettamente nella parte, passando da leader carismatico a Milano a comprimario di lusso ad Atene non è un passaggio esattamente scontato e facile. Daniel ha avuto la capacità di renderlo ai nostri occhi come la cosa più naturale che potesse fare, dimostrando non solo talento e personalità (per altro mai stati in discussione), ma anche qualità umane e intelligenza da grande veterano. Statisticamente parlando è partito in sordina, svolgendo benissimo il ruolo di grande lavoratore in uscita dalla panchina, occupandosi quasi sempre dei migliori esterni delle squadre avversario in modo esemplare, riuscendo a colpire nei momenti importante anche in attacco. L’infortunio di Spanoulis e a qualche altro giocatore dell’Olympiacos ha inevitabilmente aumentato le responsabilità offensive del playmaker azzurro, che con la consueta faccia tasta ha saputo farsi trovare pronto. Si, Daniel Hackett è la classica persona “nata pronta”. Probabilmente se gli avessero chiesto di giocare qualche minuto da centro al posto dello sfortunato Young lo avrebbe fatto senza alcun tipo di problema. Scherzi a parte, dopo le prime partite fatte di grande sostanza e punti al momento giusto, nelle ultime sei partite ha viaggiato ad una media di 11,3 punti, 2,3 assist e 5 rimbalzi, dimostrando non solo grande volontà e presenza in difesa ma anche di avere qualità sia come finalizzatore che costruttore di gioco. L’Olympiacos ha un record di 8-2 e si è garantita il passaggio del turno al primo posto nel girone, sarà interessante osservare l’evoluzione della stagione europea dei greci ma anche e soprattutto come si comporterà Hackett, a cui certo non mancano le qualità tecniche ed umane per essere trascinatore anche fuori dall’Italia.

Nicolò Melli, trascinatore del Bamberg (foto A. Bignami 2013)

Nicolò Melli, trascinatore del Bamberg (foto A. Bignami 2013)

NICOLO’ MELLI – Per il lungo reggiano ci sono 10,6 punti, 6,6 rimbalzi e 3,2 assist in 29’ di utilizzo medio. Solo per le cifre si potrebbe incoronare rivelazione dell’anno o giocatore più migliorato. Le statistiche però sono solo una parte del gioco e Melli su un campo da basket sa fare molte altre cose, giocando con estremo acume tattico su entrambe le metà campo. Ha letteralmente trascinato il suo Bamberg ( e di Andrea Trinchieri) alla qualificazione alle Top 16, conquistando un prezioso terzo posto nel girone del Cska Mosca. Per Melli exploit incredibili come la partita da 10 assist contro il Maccabi o i 26 punti con tre errori dal campo sul campo della Dinamo Sassari, ma sarebbe riduttivo limitarsi a due partite. L’ala della nazionale italiana non ha mai fatto mancare il proprio apporto alla squadra, riuscendo in ogni gara a fare qualcosa di prezioso, dalla difesa ai punti, dai rimbalzi alla sua fantastica capacità nel passare il pallone. Tira da tre punti ormai con una sicurezza disarmante (11/19 in nove partite), riesce a selezionare i tiri come un computer e difficilmente lo vediamo sbagliare delle scelte sul rettangolo di gioco. Il vero playmaker aggiunto dei tedeschi è lui, che partita dopo partita dimostra una tale completezza nel proprio gioco che lo rendono, oggi, uno delle ali forti più complete e interessanti dell’intero panorama europeo. La vera sorpresa è la continuità del suo rendimento sia in coppa che in campionato, ma adesso arriverà il difficile per lui e per tutto il gruppo allenato da coach Trinchieri, che dovranno fare i conti con avversari davvero di alto livello e con ambizioni (e budget) differenti. Attestarsi ancora sui livelli visti in questa prima fase sarebbe una vera prova di forza e carattere per Melli e siamo certi che le carte da giocarsi non gli mancano.