La massima campagna europea è iniziata da poche settimane, ma ha già regalato numerose emozioni a tutti gli appassionati. Con il format del ‘supercampionato’ tutte le contendenti al titolo di regina d’Europa devono affrontarsi almeno due volte durante l’anno, attraversando momenti brillanti od offuscati nel corso della stagione. Analizziamo i dettagli che ci hanno dato le prime cinque giornate di EuroLeague, che non vede più squadre imbattute fra le sedici partecipanti.

LE PRIME DELLA CLASSE – Quattro squadre in vetta alla classifica, quattro squadre che hanno mostrato momento di ottimo basket. C’erano ben pochi dubbi sul vedere CSKA e Real Madrid, da sempre fra le favorite d’obbligo della competizione. Due mentalità vincenti per natura, con l’Armata Rossa capace di rinnovarsi ogni anno e di trovare in Sergio Rodriguez il sostituto ideale di Teodosic e in Will Clyburn un sidekick perfetto per Nando De Colo, a mani basse sul podio dei giocatori migliori in Europa. Non è l’unico e solo per la contemporanea presenza di Luka Doncic, oramai la next big thing della palla a spicchi del vecchio continente. Nonostante gli infortuni a catena, i blancos restano una squadra temibile per tutti; ora però bisognerà fare i conti con l’innesto di Walter Tavares, arrivato per dar manforte a un reparto falcidiato dai ko di Ayon (mancheranno i suoi otto rimbalzi di media) e Kuzmic, e come verrà assorbita la prima sconfitta europea con il Khimki. Già, il Khimki di Shved: ecco a voi la prima sorpresa della nostra competizione preferita. I russi sono sì trascinati da uno straordinario ex Minnesota, ma il reparto stranieri fa la sua parte. A partire da Thomas Robinson, una supernova di energia in uscita dalla panchina, passando a Malcolm Thomas e al lavoro sporco di Gill e Jenkins, i russi vogliono continuare a dire la loro. Con loro c’è l’Olympiakos, che ha risentito solo alla quinta gara dell’assenza del totem Spanoulis. Ma il cuore biancorosso è sempre quello: tanto cuore e applicazione, con una difesa che resta, nonostante il ko di settimana scorsa, una delle più impenetrabili della competizione. Poco dietro, attenzione al Valencia e al Fenerbache, appaiate a Maccabi e Bamberg con uno score di 3-2. Poco da dire sui campioni in carica, che sembrano seguire per ora le orme della scorsa annata; una regular season non eccezionale per poi dare tutto quando si decide il destino delle migliori d’Europa, in attesa dei recuperi di Dixon e Kalinic. Il Valencia, capace di battere tre rivali per arrivare tra le migliori otto e on fire anche in Spagna, ha invece trovato un leader d’eccezione in Erick Green; l’ex Siena è ad ora il quarto marcatore di Eurolega con quasi 17 punti ad allacciata di scarpe, tirando con il 57% da due ed il 37% da tre prendendosi il 20% delle conclusioni della sua squadra, un dato che denota un maggior grado di maturità dell’esterno USA.

IN FONDO… – Non possiamo esimerci da considerare la partenza dell’Anadolu Efes, unica ancora al palo, un vero e proprio flop. Non giova sicuramente l’infortunio del leader Derrick Brown ed il calendario complicato, che ha messo davanti alla squadra di Perasovic subito le sfide con Real Madrid, Fenerbahce e CSKA; ma nelle più ‘abbordabili’ gare con Valencia e Malaga non si è ancora visto qualcosa che ci abbia convinto. Anche il Barcellona ha stentato un po’ nelle prime settimane, ricevendo ben poco da giocatori di prim’ordine, Phil Pressey in primis. La larga vittoria di cinque giorni fa con l’Olympiakos potrebbe ridare nuova linfa alla squadra di Sito Alonso, ma se non avesse seguito potrebbe solo rivelare i blaugrana come chimera delle squadre greche. Lascia interdetti anche il rendimento del Panathinaikos, vulnerabilissimi al di fuori dell’OAKA come testimonia il ko con il Baskonia. I verdi di Grecia hanno però un enorme problema: i nuovi innesti, passando da Antetokounmpo a Lojeski senza escludere nessuno, stanno facendo immensa fatica a ripetere le gesta dei senatori della squadra, creando una enorme discrepanza di rendimento. Vanno oltre le aspettative Stella Rossa e Zalgiris Kaunas, sempre due brutte gatte da pelare per gli avversari, in linea con le aspettative Malaga.

E MILANO?L’Armani ha una sola vittoria all’attivo, conquistata in casa contro Barcellona. La squadra di Pianigiani è, come lo scorso anno, ancora nei bassifondi della graduatoria, ma rispetto alla gestione Repesa qualcosa sembra quadrare. La qualità di gioco biancorossa è nettamente più alta della versione precedente; lo dimostra un attacco terzo per cifre e delle partite qualitativamente di rilievo con CSKA, Real Madrid e Fenerbahce. I problemi arrivano per ora sul profilo difensivo, la EA7 è la squadra che subisce più punti in tutta l’EuroLeague. C’è da dire che il sistema tattico è ancora in divenire: l’ingaggio di Jerrells può dare respiro a Theodore e Goudelock fra gli esterni, con l’avulso Cory Jefferson che verrà messo da parte. I recuperi a tempo pieno di Dada Pascolo e soprattutto di Patric Young potrebbero aumentare la qualità del gioco in pitturato, a raffronto di due lunghi validi ma molto simili come Gudaitis e Tarczewski, mentre si ci aspetta sempre qualcosina in più dalla truppa azzurra. Per Micov e compagni arriva adesso il momento della verità: nei prossimi dieci giorni arriva un trittico di sfide abbordabile con Zalgiris Kaunas, Valencia e Bamberg prima dello scontro con l’Olympiakos. Se non arrivano le vittorie, le buone prestazioni contro le grandi di Europa servono a ben poco.

(Alessandro Aita, Carlo Ferrario, Fabrizio Quattrini)