Venerdì 21 Novembre è una data storica per l’Eurolega: dopo molti tentativi falliti per un pelo anche la massima competizione di pallacanestro europea piange un morto. Tra poche settimane, mesi ad essere ottimisti, gli unici a ricordare questa data saranno i familiari di Marko Ivkovic, il 25enne che sul tavolo operatorio di un ospedale di Istanbul ha perso la vita dopo cinque ore di operazione per cercare di riparare ai danni inferti da una coltellata al cuore da parte di un teppista al termine della gara tra Galatasaray e Stella Rossa Belgrado.

TIFOSI? Inutile nasconderci dietro ad un dito, parlare di tifosi quando vengono menzionate le fazioni che riempono le curve delle principali società di pallacanestro dell’ex Yugoslavia, della Grecia o della Turchia è una forzatura, e sarebbe il momento di smettere di usare questa terminologia per pescarne altre assai più appropiate quali gang, deliquenti, criminali o qualsiasi altro sinonimo vi venga in mente. Dietro allo stendardo di questo o quel colore ed alla “fede ultras” si celano infatti personaggi che niente hanno a che  fare con lo sport, ma che sfruttando l’appeal delle loro gesta reclutano giovani marionette da poter poi usare come pedoni nelle loro gare a scacchi. In Italia sono saliti alla cronaca Genny ‘a carogna, prima di lui Ivan “il terribile”, ed ancora sono negli occhi di tutti i fatti di Italia-Croazia di poche settimane fa. Tutti episodi per fortuna legati al mondo del calcio, ma vi sembrano tifosi questi?

Nelle ultime due settimane le gare di Partizan, a Sofia in Lega Adriatica gara sospesa per un ora, e Stella Rossa hanno visto gli hooligans delle due formazioni belgradesi mettersi in mostra, e tutti sappiamo cosa voglia dire giocare al Pionir o alla nuova Kombank Arena in ambienti al limite dell’anarchia. Ma l’Uleb non ha mai preso in seria considerazione le scene di guerriglia che provengono dai derby di Belgrado, Atene o Istanbul o dalle gare di Lega Adriatica, dove a mischiarsi sono anche i rancori etnici che portarono alla guerra civile slava. Se quando si parla di Olympiacos e Panathinaikos o delle formazioni turche a pesare è il ritorno economico che gli sponsor anatolici o magnati come gli Aggelopoulos o i Giannakopoulos hanno portato negli anni nelle casse dell’Uleb, quando si parla di Belgrado il tutto esaurito del Pionir o gli oltre 20mila spettatori di media delle gare interne della Stella Rossa fanno gola in egual misura al board europeo che ha bisogno di questi numeri per avvalorare la loro ferrea norma sugli impianti over-10mila posti a sedere.

ATAMAN e GOVERNO SERBO – Al solito Ergin Ataman, uno che fosse nato ad inizio 1200 di sicuro sarebbe stato uno dei condottieri dell’esercito ottomano verso la conquista del nordafrica e della penisola iberica, non ha fatto mancare le sue dichiarazioni al vetriolo “il giovane morto e gli altri 400 arrivati ad Istanbul senza biglietto sono dei terroristi che hanno minacciato la vita della nostra gente e devastato i dintorni dell’Abdi Ipekçi” sono apparse alle orecchie del primo ministro serbo Aleksandar Vucic come pure eresie, anche in Serbia deve valere il motto espresso da Leonardo Pieraccioni nella canzone Ahi ahi ahi (andate ad ascoltarla per capire meglio), ed il capo del governo di Belgrado ha prontamente etichettato l’allenatore del Galatasaray come “persona non gradita nel nostro paese”, senza dubbio un ottimo modo per risolvere il problema dei loro teppisti. Intanto le indagini della polizia turca, presentatasi secondo quanto dichiarato dal console serbo ad Istanbul con scarse risorse nonostante dal suo ufficio fosse arrivato l’allarme rosso per l’arrivo dell’accesa frangia dei Delije, vanno avanti per assicurare la giusta punizione ai responsabili della morte di Ivkovic.

ULEB – Nella nota del commissioner Uleb Bertomeu si legge che “La violenza non ha posto nel nostro gioco, nelle arene o fuori da queste“. Se davvero l’Eurolega mira a diventare la seconda lega al mondo dopo l’NBA, inarrivabile almeno sotto questo punto di vista perché gli americani vanno alle gare più per fare merenda che per seguire il gioco, il primo passo sarebbe escludere dalle competizioni europee le formazioni i cui hooligans commettono atti violenti dentro e fuori dagli impianti anche durante le gare nazionali. Siamo curiosi di vedere quante delle squadre elencate sopra prenderanno parte alle prossime competizioni Uleb. Volete un indizio? Tutte!