Gigi Datome (foto S.Trapezanlidis)

Arrivati alla 22 giornata della massima rassegna europea per club del panorama cestistico, le squadra di EuroLeague avranno l’unica settimana di pausa per ricaricare le batterie e continuare la corsa ai playoff. Le gerarchie e la classifica si sono abbastanza delineate, con chi è quasi sicuro dell’accesso alla fase degli scontri diretti al meglio delle 5 gare, chi ha ormai perso ogni speranza e chi sta lottando per rientrare tra le prime 8.

Nel secondo anno dall’introduzione della nuova formula (girone unico con 16 squadre, playoff e Final Four), la certezza è sempre il CSKA Mosca. L’Armata Rossa di Itoudis è prima con un record di 17 vinte e 5 perse, con un roster di calibro internazionale e che alla partenza del genio di Teodisic (LA Clippers) ha saputo rispondere con il Cacho Rodriguez, arrivato da Philadelphia ed ex Real Madrid. Sulla carta una delle squadre favorite per l’accesso alla Final Four e addirittura già quasi sicura della qualificazione ai playoff con 8 giornate di anticipo. Tutto questo perché la compagine russa ha saputo unire il talento e l’esperienza con un giocatore su tutti: Nando De Colo, uno fra i papabili per il discorso MVP.

 

(credits EuroLeague Basketball)

La seconda piazza è occupata dal Fenerbahce dei nostri Datome e Melli, ma anche dei vari Dixon, Vesely e Wanamaker, che ha dovuto subire la perdita di Udoh (richiamato negli USA dai Jazz),  in coabitazione con l’Olympiacos dell’immortale Spanoulis, che dopo una prima parte condizionata dagli acciacchi fisici, è tornato a guidare la banda di Sfairopoulos. Subito dopo, ad una sola partita di distanza, troviamo il Panathinaikos, che dopo aver ventilato un possibile abbandono nella prossima stagione dell’EuroLeague in seguito alla squalifica del presidente Giannakopulos (minaccia che sembra ormai rientrata), ha riportato in Grecia quel Mike James (per lui è un ritorno nei verdi) visto nella prima parte di stagione ai Phoenix Suns che andrà a completare il backcourt ateniese, con l’obiettivo dichiarato di puntare almeno alle Final Four.

Al quinto posto troviamo il terzetto formato da Real Madrid, la grande sorpresa Zalgiris e l’altra compagine russa presente il Khimki, con un record di 13-9. Delle tre quella che ci si aspettava di meno è lo Zalgiris, la squadra di Jasikievicius (grande ex del panorama europeo) che ha dimostrato di saper giocare a tratti il miglior basket d’Europa grazie anche agli interpreti che la eseguono: uno su tutti Kevin Pangos, il playmaker canadese, ma con passaporto sloveno, sta guidando i suoi con 12.7 punti e 6.2 assistenze a partita, il tutto condito con un 47.7% dalla linea dei tre punti. Il  Khimki, invece è guidato da quel Alexey Shved che dopo aver incantato lo scorso settembre agli Europei guidando la sua Russia ad un inaspettato 4° posto, è al momentoil primo marcatore d’Europa con 22 punti a partita. Il Real Madrid invece è riuscito a sopperire alla mancanza di Llull (rottura del legamento crociato anteriore destro nel pre-Europeo, dovrebbe tornare in Aprile) con la definitiva consacrazione del ‘niño maravilla‘, al secolo Luka Doncic che, dopo essere stato capace di guidare insieme a Goran Dragic la sua Slovenia sul gradino più alto del podio all’ultimo Eurobasket, si è preso sulle spalle la squadra guidata dall’esperto Pablo Laso, con prestazioni monstre tanto da guadagnarsi il titolo di MVP di metà stagione assegnato dai sondaggi ai GM delle squadre e la probabile #1 scelta al prossimo draft.

 

(credits EuroLeague Basketball)

L’ultima squadra attualmente dentro i playoff sarebbe il Maccabi Tel Aviv. La compagine israeliana paga un po’ troppo le aspettative che la vedevano combattere per le prime posizioni, soprattutto dopo l’arrivo del 2 volte campione NBA con Miami Norris Cole, Pierre Jackson, il prospetto NBA Bolden e il ritorno di un intimidatore d’area come Alex Tyus. Comunque l’ottavo posto rispecchia in pieno quanto mostrato da Cole e compagni, cioè una squadra con molti alti e bassi soprattutto lontano dalla Menora Mivtachim Arena dove il record è 2-7. Il 9° posto è occupato in solitaria dal Baskonia, che ha saputo risalire la china dopo un inizio di stagione travagliato, con l’esonero di Pablo Prigioni e l’arrivo in panchina di Pedro Martinez, che ha saputo dare una vera impronta dopo lo 0-4 iniziale.  Con un Shengelia ormai in formato NBA, dopo un Europeo forse non all’altezza, la compagine basca è reduce da ottime prestazioni nonostante tre sconfitte nelle ultime cinque partite, arrivate tutte sul filo del rasoio.

 

(credits EuroLeague Basketball)

Con un record di 9-13 troviamo la campione uscente dell’EuroCup Malaga e la Stella Rossa Belgrado. La squadra spagnola guidata da Plaza, alla prima esperienza nel nuovo formato, non sta disdegnando, portano a casa anche ottimi risultati come la vittoria all’esordio contro il Fenerbahce, quella a Tel Aviv o lo scalpo al Real Madrid di qualche settimana fa. La squadra serba invece alterna ottime prestazioni a partite che deludenti è dire poco (vedi le sconfitte contro CSKA e Olympiacos), e per i giocatori presenti nel roster, dove abbiamo un mix di talento ed esperienza, è forse una delle delusioni di quest’anno.

In 12posizione ci sono il Valencia, anch’essa alla prima esperienza nel nuovo format, e il Brose Bamberg. La squadra valenciana se la sta giocando più o meno con tutte e si sta togliendo numerose soddisfazioni, come la vittoria in casa contro i russi del CSKA, ma sembra sempre che le manchi quel tocco in più, quella giocata che le permetta di vincere le partite punto a punto, soprattutto visto che in squadra c’è un santone del basket spagnolo quale San Emeterio e Tibor Pleiss. La compagine tedesca, guidata dal nostro Andrea Trinchieri, ha praticamente rivoluzionato il roster, dove giocava Melli, con l’arrivo tra gli altri del playmaker azzurro Hackett, Hickman l’ex NBA Dorell Wright, cercando di ripartire da quanto di buono fatto l’anno prima anche se i playoff sembrano lontani.

 

(credits EuroLeague Basketball)

Chi quasi sicuramente non accederà alla seconda fase sono Milano, Barcelona e l’Efes di Istanbul, rispettivamente nell’ordine scritto nelle ultime tre posizioni, con le prime due a pari merito. L’Armani Exchange è forse la vera delusione della stagione visto gli investimenti fatti nel corso dell’estate, che hanno portato alla corte di Pianigiani giocatori del calibro di Goudelock, Kuzminkas (arrivato a dicembre), Bertans (ex Darussafaka) e l’MVP della scorsa Champions League Jordan Theodore. Ma questo, evidentemente, non è bastato fino ad ora, con la compagine italiana relegata ad un record di 7 vinte e 15 perse, ma che nelle ultime 5 ne ha vinte 3. Il Barcelona invece, è rea di non aver fatto un mercato forse all’altezza nonostante i vari Seraphin, Hanga, Huertel e l’ex Milano Sanders. Complice una situazione scomoda sia in campionato (4° posto) che in EuroLeague, la dirigenza ha deciso che a farne le spese fosse Sito Alonso, chiamando Pesic e sperando in una risalita che sembra ormai impossibile. Stessa situazione la troviamo ad Istanbul, sponda Efes, dove ad essere licenziato è stato Perasovic, e ora troviamo Ataman. Il roster iniziale non si è dimostrato all’altezza, con i vari Simon, Dunston e McCollum non costanti, solo con l’arrivo di Zoran Dragic si è trovata un po’ di continuità che sembra però non bastare per evitare l’inevitabile.

La lotta ai playoff sembra ormai quasi chiusa, con solo un posto incerto, sempre che Zalgiris e Khimki non stacchino la spina, e la corsa potrebbe diventare interessante con il Maccabi che deve guardarsi bene le spalle soprattutto da un Baskonia con voglia di rivalsa. Milano ora però deve cercare di non arrivare ultima perché, in caso di ultimo posto per tre anni di fila (è già arrivata ultima lo scorso anno), l’EuroLeague può riservarsi il diritto di sospendere la licenza milanese che se no sarebbe decennale. Staremo a vedere cosa succede, perché nella pallacanestro, come in tutti gli altri sport, la sorpresa è dietro l’angolo.

(a cura di Filippo Arrighi)


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