Nando De Colo, uno dei migliori in maglia CSKA (foto Fabrizio Stefanini)

Nando De Colo, uno dei migliori in maglia CSKA (foto Fabrizio Stefanini)

CSKA MOSCA – OLYMPIACOS 68-70 (20-17, 16-18, 15-12, 17-23)

MADRID – Adesso ci siamo per davvero. Madrid, Barclaycard Center, 15 maggio 2015. Semifinale tra CSKA Mosca e Olympiacos. Cornice sontuosa, interpreti di livello assoluto. Ognuna delle 4 semifinaliste ha un valido motivo per dover vincere questa edizione dell’Eurolega e, nonostante CSKA e Real abbiano dimostrato di avere un roster più profondo e qualitativamente valido rispetto alle altre due, certi vantaggi tendono ad azzerarsi in queste situazioni.
Partono a mille entrambe le squadre, con i loro leader, Teodosic e Spanoulis, che provano a gestire senza mai esagerare. Chi parte forte è invece Vorontsevich, autore di 5 dei primi 7 punti per i biancorossi, ma non bisogna pensare ad un Olympiacos che sta a guardare; Printezis, l’uomo della provvidenza, riesce a dare il cambio di marcia di cui i greci necessitano, senza tralasciare l’ottimo inizio di gara di Mantzaris. L’ingresso in campo di De Colo dà una notevole scossa ai suoi che, unito alla solita costanza di Kirilenko, consente agli uomini di Itoudis di rifiatare. Il carattere dell’Olympiacos riesce a bilanciare l’inerzia a favore del CSKA e, come ci si aspettava, regna l’equilibrio nella prima frazione di gioco. Molto buono l’impatto di Jackson (7 recuperi, record in Eurolega) sul finire dei primi 10 minuti, soprattutto in termini di ritmo e intensità nell’attaccare il canestro. Il primo quarto si chiude sul 20-17 per i moscoviti.
Non è tanto Teodosic a fare rumore, a parte due lampi da genio assoluto, nella prima parte della gara, ma bensì l’accoppiata Jackson-De Colo, sofferta terribilmente dalla difesa dell’Olympiacos. Speculare l’impatto di Papapetrou per la formazione greca, bravo a farsi trovare al posto giusto al momento giusto, sfruttando una quantità di pressione inferiore rispetto, ad esempio, a Spanoulis e Printezis. Quando arrivano le Final Four, è un incubo per chiunque incontrare l’Olympiacos e, anche stavolta, i ragazzi di coach Sfairopoulos ci tengono a farlo notare. Hanno una capacità unica nel tenere alta l’attenzione durante tutta la gara e a colpire appena viene concesso uno spiraglio dagli avversari.

Milos Teodosic e l'espressione ai liberi che dice molto della sua prestazione (foto Fabrizio Stefanini)

Milos Teodosic e l’espressione ai liberi che dice molto della sua prestazione (foto Fabrizio Stefanini)

Negli ultimi 5 minuti del secondo quarto si assiste ad un botta e risposta clamoroso, in cui emergono più interpreti, sempre ad esclusioni dei grandi attesi, con Spanoulis che non riesce mai ad andare a concludere a canestro da vicino a causa delle braccia infinite di Kirilenko, Khryapa e Vorontsevich. Incredibile, invece, la capacità di Georgios Printezis nel ridurre al minimo il margine di errore delle sue conclusioni: a metà partita, per lui 11 punti, con 4/4 da due e 1/1 da tre. Dopo 20’ il risultato è di 36-35 per il CSKA, bravi a riprendersi il controllo della gara nei minuti conclusivi del secondo quarto.

Nella terza frazione sembrano definirsi in maniera più nitida gli equilibri. I primi minuti servono alla squadra di Itoudis per mandare un segnale chiaro e forte all’Olympiacos, che fatica notevolmente nell’intento di rimanere in gara, ma che trova Sloukas con un gioco da tre punti. Continua invece la grande partita di De Colo, bravo ad innescare Weems da terra, senza commettere infrazione di passi e fornendo un assist prezioso al compagno. Cuore e attributi infiniti per i greci, che non si fanno spaventare da niente e da nessuno, ma che soprattutto riescono a mandare in ritmo praticamente tutti i loro elementi. Quando mancano 10 secondi alla fine del terzo quarto, ecco che si sblocca finalmente Milos Teodosic, il grande atteso. Pick-and-roll e penetrazione a sinistra, lay-up con la mano destra, bacio al tabellone e segnare pure due punti con cui si chiude la terza frazione di gioco. Siamo 51-47 per i rossoblù.
La scarsa produttività offensiva del numero 4 del CSKA viene egregiamente compensata da un approccio difensivo da campione, di chi comprende come sfruttare un momento non eccezionale per riuscire comunque ad essere decisivo. A metà del quarto conclusivo, il punteggio dice +8 per i russi, ma potrebbe ancora succedere di tutto. Questo accade, soprattutto, quando hai di fronte una squadra come l’Olympiacos che ha già dimostrato, sia anni fa che nel passato più recente, di essere in grado di saper sfruttare anche pochi secondi per cambiare la storia della gara. Bellissimo il botta e risposta tra De Colo e Spanoulis, con arresto e tiro in mezzo all’area del primo a cui risponde una tripla immediata del leader dei greci, per il -4 a poco più di tre minuti dalla fine del tempo regolamentare. Un paio di errori del CSKA, con conseguente contropiede di Sloukas prima e tripla di Spanoulis poi, portano l’Olympiacos in vantaggio.

Coach Itoudis, visibilmente seccato (foto Fabrizio Stefanini)

Coach Itoudis, visibilmente seccato (foto Fabrizio Stefanini)

Itoudis utilizza Teodosic solo nei possessi offensivi, quando è possibile fermare il gioco, mentre in quelli difensivi lo fa sedere in panchina. Ma quando il gioco si fa duro, Vassilis Spanoulis comincia a giocare. Step-back e jumper che aumentano il vantaggio a +3 quando manca circa un minuto alla fine. Sul maxischermo compare il flashback relativo al canestro di Printezis, dopo il libero sbagliato da Siskaukas, che regalò il titolo europeo contro il CSKA nel 2013. Weems sistema subito le cose, agguantando il pareggio sul 66-66, ma dura molto poco. Possesso Olympiacos e Spanoulis affronta De Colo dal palleggio, temporeggiando. Altro step-back e altro rilascio dolce. Bomba che fa impazzire la miriade di tifosi greci e che fa sbiancare quelli venuti dalla Russia. Non servono i due liberi di De Colo e l’ultimo possesso, gestito male, del CSKA. L’Olympiacos vince anche questa volta, per 68-70, ed è finale. Partita incredibile, decisa da un giocatore incredibile, sottotono per buona parte della partita ma decisivo quando la palla pesava come un macigno.

MVP: è quasi impossibile non pensare a Vassilis Spanoulis, ma questa volta bisogna valutare la gara nel suo insieme e nominare Georgios Printezis. Fino a metà partita si è vista una prestazione perfetta dell’ala dell’Olympiacos, macchiata da qualche errore, soprattutto dalla lunga, negli ultimi due quarti. Per lui, 14 punti, 8 rimbalzi e 4 assist, oltre a 5 falli subiti, per un valutazione totale di 22. Ancora una volta decisivo quando conta e livello della prestazione costante per tutti i 40 minuti, oltre a togliere le castagne dal fuoco quando i compagni hanno accusato cali di intensità importanti. Chissà se in finale ricoprirà il ruolo di incubo per gli avversari quando la palla scotta.

LVP: ci sono pochi dubbi a riguardo, ed è sempre strano “punire” uno dei giocatori più forti ed incisivi d’Europa. Milos Teodosic ha deluso le aspettative, alimentando le voci che lo definiscono come perdente cronico. È normale aver visto la difesa dell’Olympiacos fare di tutto per limitarlo, ma è sembrato poco normale vederlo così tanto in difficoltà nel gestire possessi offensivi. Non sono solo le statistiche a non essere da Teodosic (8 punti, 5 assist e 3 rimbalzi), anche se le 6 palle perse hanno inciso senza ombra di dubbio, ma piuttosto il non saper essere protagonista in quella che poteva essere la rivincita del 2013. Un vero peccato dover assistere ad una prova incolore di quello che veniva e viene considerato uno dei primi 3/4 giocatori del continente.