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Viktor Khryapa

Viktor Khryapa (foto euroleague.net)

La profondità di roster del Cska: con Weems, Khryapa, ma anche Fridzon e Micov dalla panchina, supera il panico da terzo quarto in gara 1 e gestisce comodamente gara 2 arginando un team, il Panathinaikos, decisamente al di sotto nel peso specifico dei quintetti e delle rotazioni; aspetto determinante sul due a zero nella serie.

Weems e Khryapa: sono il motivo principale grazie al quale i russi si preparano a gara tre con la certezza di due series-point. Weems e Khryapa hanno totalizzato 53 di valutazione in due in gara uno, ed in gara due, mentre il russo gestiva l’orchestra come vice-Messina in campo, l’americano infossava gli ospiti con 23 punti, che si sommano ai 21 della prima parte di serie. Khryapa va menzionato, attualmente, come l’essenza del gioco, determinante nonostante i soli quattro punti di gara due, ma capace di dominare un match sui due lati del campo, a rimbalzo (11+11 nelle due partite) e nell’assistere Weems e gli altri nelle realizzazioni.

Le scelte tecniche di gara 1 da parte di Messina, gestionali e d’esperienza, dominante e garante prima dello stato mentale dei suoi, sempre “in gestione”; Alvertis però ha da parte sua il merito di aver fatto tremare il Cska nelle sue mura, preparando gara uno alla perfezione, facendo scelte dure (vedere Ukic rilegato inop panchina, e ripagato dalla seconda gara da 15 punti) e ricevendo “picche” dal solo Diamantidis in gara due, ben al di sotto della sua fama.

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 (Foto Savino Paolella 2014)

Diamantidis in difficoltà (Foto Savino Paolella 2014)

Diamantidis: si proprio lui! Si era fatto attendere in gara uno, salvo poi riprendere le redini dei suoi, play in alternativa alla nullità prodotta da Ukic, e in grado di contribuire alla corsa al supplementare. In gara due poi, e’ stato più che altro dannoso, dopo aver subito un colpo nel primo quarto, e’ rientrato nel secondo per concludere il match con mento nove di valutazione e due soli Assist a referto. Alvertis aveva riposto a più riprese le speranze di uscire da Mosca e dalla trasferta russa con almeno una vittoria, fiducia riposta più che altro in gara uno. Perché in gara due e’ venuto a mancare l’apporto di Diamantidis, e il Pana sprofonda.

L’attacco del Pana: è questo il valore mancante alla serie sino ad ora. Tralasciando Diamantidis, Ukic e’ stato assente in gara uno e si è poi riscattato in gara due, così come Mavrokefalidis, ma Fotsis e’ stato pressoché ininfluente in entrambe le gare, e il solo Maciulis e’ parso pronto in entrambe le occasioni, nonostante il calo totale evidentissimo in gara due. Lasme e Gist, per quanto ottimi difensori, pagano troppo al termine del match, spesso non contribuendo in fase offensiva e pagando dazio rispetto a Kristic e Hines.

Il pubblico: se proprio dobbiamo trovare una pecca al Cska, escludendo Messina, i suoi giocatori ed il sistema-società, capace, a meno di miracoli da parte dei greci, di garantire l’undicesima final four in 12 anni di campagne europee, e’ il supporto dei tifosi, di certo “socialmente migliorato” rispetto ai livelli degli ultimi anni, con i prezzi dei biglietti che salgono alle stelle riuscendo ad assicurare un parterre di tutto rispetto dal punto di vista mediatico, ma assente se immaginiamo ciò che accadrà ad Atene tra meno di quarantotto ore. Chiamasi “fattore campo” per questo, a prescindere dal tasso tecnico dei protagonisti in campo.


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