Panathinaikos Atene – Zalgiris Kaunas 93-92 (dts)

Il Panathinaikos vince una partita vietata ai deboli di cuore contro lo Zalgiris Kaunas dopo aver dominato per i primi 15’: i restanti 30, supplementare compreso, sono un inno all’incertezza del basket, in un match che non riesce mai ad avere un vero e proprio padrone. La squadra di Pascual vince e stacca in classifica proprio gli odierni avversari, raggiungendo il Real Madrid al quarto posto. I padroni di casa partono meglio e prendono subito le redini della gara con le due triple di Denmon ed è subito 10-3. Lo Zalgiris per lunghi tratti non riesce ad acquistare fluidità offensiva, sono Toupane e Kavaliauskas ad essere i più propositivi mentre Calathes inizia a dar manforte a Marcus Denmon, un cecchino dall’arco (4/5 per 14 punti, tutti nel primo quarto): è 29-17 al 10’. A metà del secondo parziale un break di 8-0 firmato Vougioukas regala il +20 al Pana sul 43-23, ma gli uomini di Jasikievicius non si arrendono. Gli ospiti allungano la difesa e costruiscono tiri migliori; con la spinta di Kavaliauskas (8 punti all’intervallo) diminuiscono il margine fino al 47-37. Al rientro in campo è il Panathinaikos ad aver perso fluidità offensiva: la squadra di Pascual litiga con il tappo invisibile sul canestro e segnano solo due delle quindici conclusioni prese (0/5 dall’arco) e lascia spazio alla rimonta avversaria, promossa da una circolazione di palla fluida e che coinvolge tutti i suoi effettivi. Lo Zalgiris mette anche il naso avanti, senza però fare i conti con Lekavicius: due sue triple risvegliano il PAO, che tocca anche il +8 di margine. Kavaliauskas (21 alla fine) e compagni non sono d’accordo, si sveglia Pappas e lo Zalgiris imbastisce un break di 10-0 per il +4 a 53’’ dal termine. Pascual pesca dal mazzo la carta KC Rivers, che con cinque punti in fila manda tutti al supplementare. Che non è parco di emozioni: i primi due minuti dell’overtime sono tutti di Aaron White, che mette su il +7. Il Panathinaikos ribatte con un break di 8-0 e si arriva al finale in volata: non si segna per due minuti, Milaknis fa solo uno su due ai liberi, Rivers lo imita a 16’’ dalla sirena. Pangos fa sognare la vittoria con il canestro dal cuore dell’area a 4’’ dalla fine, ma c’è abbastanza tempo per Nick Calathes per attraversare tutto il campo e appoggiare il pallone che fa esplodere OAKA.

Real Madrid – Anadolu Efes Istanbul  87-68

Pur con Llull ancora in borghese il Real liquida la pratica Anadolu Efes Istanbul chiudendo in difesa a cavallo del terzo ed ultimo periodo. Se prima il protagonista assoluto è Tavares (25 di valutazione, con 9 rimbalzi e 4 stoppate) ci pensano gli esterni in maglia bianca a cambiare passo e col minimo sforzo restare in posiione di altissima classifica. Per la squadra turca troppo poco da un Dunston negativo dietro coi suoi in evidente difficoltà a rimbalzo (44-27) oltre a Simon in serata fallosa.
Si parte al piccolo trotto con il Real che prova subito a far valere il suo talento e la classifica. (7-2) I rimbalzi di Stimac e le bombe di Motum mantengono in vita un Efes che soffre le invenzioni di Causeur (4 assist).
Tavares fa la voce grossa in entrambe le parti del campo (5 rimbalzi e 2 stoppate) dando l’impressione che Doncic e compagni giochino usando il minimo di energie sindacabile mentre per la formazione di coach Ataman lo sloveno Dragic (7 punti) punisce una poco aggressiva difesa dei “blancos”, Anadolu che però subisce sin troppo a rimbalzo (23-15 con 8 offensivi del Real) e si trova al 20’ sotto vicino alla doppia cifra. Un Brown a quota 12 con 4/8 dal campo  pare non bastare ad un Efes costretto a tiri a bassa percentuale dalla ritrovata difesa di casa mentre Fernandez (6 assist) mette in ritmo Maciulis (3/3 alle triple) col quarto fallo di Simon al 29’ a suonare come un pericoloso campanello di allarme. (60-45 Madrid)
Carroll capisce che è il momento di colpire e quando anche Doncic oltre ai rimbalzi (6) sale oltre la doppia cifra, per chi viaggia diventa una mission impossible (72-53 al 35’) ed il finale serve al giovane 1999 Radoncic per macinare minuti in Eurolega.

Unicaja Malaga – Baskonia Vitoria Gasteiz  83-85

Due squadre con lo stesso record (8-11) e con la stessa voglia di stazionare tra le prime otto squadre d’Europa. Nel primo quarto, l’Unicaja sembra dare seguito a quanto di buono fatto contro il Real Madrid, con il risultato sul 18-6 dopo sette minuti di gioco. Il parziale di 3-13 messo nero su bianco da Baskonia, però, rimescola le carte in tavola. A cavallo tra prima e seconda frazione sale in cattedra Jayson Granger, con 14 punti frutto anche di un 4/4 da oltre l’arco che dona coraggio agli ospiti e che permette loro di trovarsi avanti di 3 lunghezze all’intervallo lungo.
La seconda parte di gara cresce gradualmente a livello di ritmo e di intensità, con l’equilibrio come filo conduttore e con Nedovic (19 punti), da una parte, e Timma (17 punti, 4/6 da tre), dall’altra, autentici mattatori degli ultimi 20’. La grande intelligenza di Granger risulta un’altra chiave del match, perché se nei primi due quarti è stato il terminale offensivo prescelto, nelle ultime due frazioni ha vestito i panni di assistman, con 8 passaggi determinanti ai compagni.
La palla persa a 15 secondi dalla sirena, però, ha permesso a Malaga di agganciare ancora Baskonia sull’83 pari. Timeout Martinez, rimessa dal lato, assist di Shengelia e canestro da sotto di Timma. Grande prova di forza dei baschi, che si impongono 83-85 contro un’avversaria ostica e che può realmente recitare il ruolo di guastafeste contro chiunque.