euroleague-logoASSAGO – Che la sfida contro il Fenerbahce fosse, sulla carta, una delle più complesse da affrontare per l’Olimpia di Jasmin Repesa non rappresenta di certo una novità.
Certo è che mettere in luce una buona prestazione, contro una squadra di primo livello, resta sempre un modo molto concreto ed efficace per prendere coscienza dei propri mezzi. Questo, però, si è visto solamente per alcuni tratti della gara, in particolar modo nel terzo quarto, dove oltre al 27-14 di parziale, Milano ha fatto vedere un grande, anzi grandissimo, basket.
È ormai chiaro che l’Olimpia dovrà puntare ad avere una difesa solida, facendo sì che i blackout vengano ridotti al minimo. Anche perché, e questo è il vero punto fondamentale, contro sistemi difensivi efficaci sarà dura avere la meglio nel tentativo di segnare 90/100 punti a partita, come successo nei primi match in EuroLeague. Rakim Sanders e Krunoslav Simon sono, e presumibilmente saranno per il resto della stagione, due elementi imprescindibili per Repesa, con un rendimento difensivo ed offensivo di livello assoluto, ma che non sempre trovano lo stesso dai compagni in campo.
Un reparto lunghi composto da Pero Antic, Jan Vesely e Ekpe Udoh è difficile, quasi impossibile, da contenere per qualsiasi tipo di difesa, a maggior ragione se una squadra come Milano è stata costretta a fronteggiarlo senza Miroslav Raduljica, un giocatore dominante in Serie A, ma che in Europa deve ancora dimostrare tanto. E non stiamo di certo parlando dell’ultimo della lista, bensì di un giocatore che conosce bene due realtà come l’Eurolega e l’NBA.

Eppure, la squadra di Obradovic, senza Bogdanovic e con un Datome al di sotto i suoi standard, per non parlare dell’impalpabilità di Nunnally, è riuscita ad avere la meglio. Sloukas, Dixon e Kalinic hanno realizzato complessivamente 45 punti, con il primo che ha messo in mostra un basket eccellente, accusando solo un po’ di stanchezza fisica e mentale nel quarto periodo ma che ha, di fatto, dominato nel resto della gara.
Il Fenerbahce doveva rialzarsi, e l’ha fatto in parte, perché dopo 4 partite in cui sono arrivate 3 sconfitte ed una sola vittoria, contro l’Efes, la sfida con l’Olimpia avrebbe detto molto su quello che è il momento dei turchi. Una prestazione non troppo convincente, ma comunque concreta, data anche e soprattutto dall’enorme qualità dei singoli di cui Obradovic dispone. Le battute d’arresto capitano ed è sicuramente meglio averle in questo momento della stagione piuttosto che nella fasi finali della competizione anche se, conoscendo il credo del buon Zelimir, ogni vittoria sarà fondamentale per costruire il percorso verso il titolo. Perché è impensabile che, dopo due sconfitte in due anni alle Final Four, il coach serbo si permetterà di uscirne a testa bassa un’altra volta.

La trasferta contro l’Unics, per Milano, rappresenta l’opportunità di rialzare la testa ed evitare di sostare nella parte bassa della graduatoria, ma non si può non pensare all’incontro con il grande ex, quel Keith Langford che continua ad essere nei pensieri dei tifosi meneghini. Il primo terzo della regular season si sta per concludere ed è quasi il momento di tirare alcune conclusioni, perché l’appuntamento con l’Europa è troppo importante per una squadra che non ha rivali nel nostro campionato e che non vuole deludere ancora una volta.