Euroleague-LogoNIZHNY NOVGOROD – CSKA MOSCA 82-86

REAL MADRID – MACCABI TEL AVIV 86-75

GALATASARAY – PANATHINAIKOS 84-86

 

Il venerdì di Eurolega si apre con il derby russo tra il Nizhny Novgorod e il CSKA, già qualificato alle Final Eight. Partenza a mille alla Cec Hargony Arena, con percentuali molto alte al tiro e ritmo di gioco elevatissimo, anche e soprattutto a causa di Milos Teodosic, autore di 7 punti nel primo quarto, e Sonny Weems con 9. Dall’altra parte il solito Thompkins, supportato da Mekel e Kuksis, particolarmente ispirato e sempre sotto controllo sia lontano da canestro che nel pitturato, riesce a pareggiare i conti e a concludere la prima frazione di gara sul 26-26. Il secondo quarto, però, è decisamente in favore dei padroni di casa. L’inerzia della gara passa nelle mani di Novgorod e l’indiziato numero uno risponde al nome di Taylor Rochestie, chirurgico da 3 punti e grande assist-man, al punto tale da portare i suoi sul +13 e fissare il punteggio sul 55-42 dopo venti minuti di gioco. Cresce anche Parakhouski col passare dei minuti, ma il terzo quarto di gioco è una sorta di massacro ad opera dei moscoviti, in grado addirittura di piazzare un parziale di 25-7 in dieci minuti e perfezionando i meccanismi su entrambe le metà campo. La strigliata di Itoudis, dunque, serve per potersi imporre in una gara che sembrava quasi compromessa dopo il primo tempo di gioco, ma con un Weems così e un Teodosic così in regia è quasi impossibile perdere; per quanto i padroni di casa siano una delle più belle sorprese di questa Eurolega, i valori in campo e soprattutto in panchina hanno una discrepanza difficile da colmare. Jackson gioca ufficialmente il ruolo di re degli intangibles, fondamentale nel cambiare la mentalità dei suoi e abile nel creare situazioni favorevoli nei primi 15 secondi dell’azione. In ombra Nando De Colo, nonostante guizzi da giocatore di alto livello, e Teodosic a corrente alterna durante il corso di tutta la gara. Ci prova fino alla fine Novgorod a recuperare lo svantaggio accumulato nel corso della terza frazione e in più occasione arriva a far sentire il fiato sul collo ai rossoblù, ma non è sufficiente per impadronirsi dell’inerzia della gara. Termina 82-86 in favore degli ospiti e testa del gruppo F salda insieme al Fenerbahce di Obradovic, mentre per i bianconeri arriva la nona sconfitta a fronte delle sole 3 vittorie in queste Top 16.

Partita fondamentale solo per una delle due squadre, dato che per il Galatasaray l’avventura in Eurolega è ampiamente terminata. Diverso invece l’approccio del Panathinaikos di coach Ivanovic, alla rincorsa del terzo posto nel gruppo E che potrebbe acquisire ancora più senso dopo la trasferta turca. Grande inizio di gara e grande partita per Giankovits, autore di 13 punti con percentuali molto alte al tiro, conditi da 6 rimbalzi, 4 assist e 2 recuperi, per un totale di 24 di valutazione. La sapiente gestione in regia di Diamantidis (9 assist per lui) ed il grande rendimento sotto canestro dell’accoppiata Gist-Batista (28 punti e 11 rimbalzi complessivi) sono i grandi fattori che hanno deciso la gara, nonostante il parziale di 11-0 per i turchi in grado di far segnare un recupero da 16-25 a 27-25 nella seconda frazione di gara. Grande prova di Patrick Young, autore di 24 punti, 9 rimbalzi e 7 falli subiti, per un totale di 32 di valutazione e del duo Micov-Erceg, autori rispettivamente di 17 e 19 punti (22 e 20 di valutazione), non sufficienti però ad evitare la sconfitta per 84-86 in una gara molto spesso sopra il ferro, grazie alla presenza di atleti di rilievo sul parquet. Panathinaikos appaiato al Maccabi Tel-Aviv al terzo posto nel gruppo E, mentre Galatasaray sempre più ultimo, con 2 vittorie e 10 sconfitte.

Il pezzo forte della giornata, la rivincita dell’ultima finale di Eurolega. Real Madrid-Maccabi Tel-Aviv, questa volta si gioca in Spagna e i madrileni hanno l’opportunità di ottenere un doppio riscatto, relativamente al match dello scorso maggio e a quello di fine gennaio, vinto per 90-86 dagli israeliani. Evidente, anzi evidentissimo, che l’inerzia della gara è totalmente a favore del Real e di Gustavo Ayon, incontenibile nei primi minuti, fino a quando Tyus con una stoppata ad altezze inimmaginabili “sgonfia” la grande prova fino a quel momento del lungo messicano. Il livello del Real è qualcosa di superiore, e viene da pensare che se dovessero mantenerlo immutato fino alle Final Four, allora saranno guai grossi per tutte le altre contendenti al titolo. Il primo quarto si chiude con una tripla da 9 metri di Rudy Fernandez che fissa il punteggio sul 27-13 con un dominio tutto sommato netto, ma è risaputo come il Maccabi sia duro a morire, ed è proprio il secondo quarto che serve ai ragazzi di coach Goodes per ristabilire l’equilibrio. Una grande difesa e rotazioni offensive decisamente efficaci fruttano una seconda frazione da 27-19 per i campioni in carica, bravi a non scomporsi e ad utilizzare la grande voglia di Joe Alexander, soprattutto a rimbalzo. Fondamentali anche Jeremy Pargo e Devin Smith, che alzando il livello del loro gioco riescono ad influenzare tutta la squadra e aumentare il ritmo. A metà match, il tabellone luminoso segna 46-40 in favore della squadra di Pablo Laso, ma l’equilibrio sembra farla da padrone come non mai. I problemi di falli limitano fortemente Schortsanitis e lo costringono a sedersi in panchina quando mancano 17 minuti al termine della gara, e di certo Reyes riesce molto bene a far notare agli arbitri ogni piccola spinta del gigante greco. Come è accaduto nel secondo quarto per Maciulis, nel terzo quarto la situazione è una fotocopia ad opera di Carroll, con due conclusioni dalla lunga nel giro di un paio di minuti che tagliano le gambe al Maccabi. La partita silenziosa di Sergio Llull è però di grande qualità, funzionando come macchina da assist per i compagni ed essendo sempre ordinato concedendosi pochissime sbavature. Nonostante il roster di buonissima qualità, il Maccabi non può nulla contro l’infinita panchina del Real, sia in termini qualitativi che quantitativi. Quando bisogna chiudere la pratica, ci pensa Felipe Reyes, il simbolo dei blancos. Prestazione da incorniciare per lui, come sempre, ma che ha un significato ancora più importante amplificato dalla voglia di rivincita. Termina 86-75 per i padroni di casa, che raggiungono la vetta della classifica in solitaria con 10 vittorie e 3 sconfitte, lasciando così il Maccabi a pari punti con il Panathinaikos per giocarsi il terzo posto nel girone E.

MVP: nel giorno della rivincita che vale doppio, il cuore del Real sapeva di non poter sbagliare. Felipe Reyes, una leggenda vivente per i tifosi della camiseta blanca, ha risposto alla grande, soprattutto nella parte finale del match. Per lui, 16 punti, 9 rimbalzi, 9 falli subiti, 2 assist e 2 recuperi, per un 27 di valutazione che vale oro. Intelligente come non mai nel mettere fuori gara Schortsanitis, caricandolo di falli e obbligando coach Goodes a richiamarlo in panchina ad inizio terzo quarto. Eurolega da incorniciare per lui, che si potrebbe chiudere con la vittoria finale davanti al suo pubblico.

LVP: riconoscimento da dividere tra due giocatori della squadra campione in carica, ma con due significati nettamente diversi. Schortsanitis rimane in campo solo 10 minuti, a causa dei 4 falli accumulati con un pessimo tempismo e in modo poco furbo. Maltrattato da Reyes e Ayon, non riesce ad incidere sull’esito della gara, proprio quando i suoi necessitano di una grande prova per contenere i lunghi avversari e attaccarli grazie al suo fisico possente. Devin Smith avrebbe dovuto fare qualcosa di più, di sicuro. Giocatore di rara intelligenza, freddo come pochissimi nel gestire i possessi finali in termini di concretezza e accuratezza nelle scelte. Oggi, però, il suo 0/4 da tre punti risulta sanguinoso come non mai e la rotazione di guardie ed esterni in casa Real diventa insostenibile; non potrà giocare tutte le partite ad alto livello, ma il significato racchiuso nel match di questa sera resta di valore elevatissimo. Avrà tempo e modo per rifarsi perché, com’è ormai risaputo, il Maccabi è duro a morire.

ON FIRE: T. Rochestie (Novgorod, 21 pti, 6 ast, 7 f.sub), T. Kinsey (Novgorod, 17 pti, 2 rec), S. Kaun (CSKA, 16 pti, 7 f.sub), S. Weems (CSKA, 21 pti, 5 rim), P. Young (Galatasaray, 24 pti, 9 rim, 7 f.sub), V. Micov (Galatasaray, 17 pti, 7 ast, 8 f.sub), Z. Erceg (Galatasaray, 19 pti, 6 rim), F. Reyes (Real, 16 pti, 9 rim, 9 f.sub), J. Carroll (Real, 18 pti, 3 rim), S. Llull (Real, 11 pti, 9 ast), J. Pargo (Maccabi, 14 pti, 7 ast), B. Randle (Maccabi, 17 pti, 7 rim), J. Alexander (Maccabi, 12 pti, 7 rim).

La curiosità: non costituisce un vero e proprio dato storico, ma la coincidenza è quantomeno bizzarra. Nelle 3 partite disputate questa sera in Eurolega, le squadre che sono uscite vittoriose dai rispettivi match hanno totalizzato 86 punti. Il CSKA ha sconfitto il Novgorod per 86-82, il Panathinaikos ha battuto il Galatasaray in terra turca per 86-84, mentre i campioni in carica del Maccabi Tel-Aviv hanno ceduto a Madrid contro il Real per 86-75.

Milestones: con i due recuperi di questa sera, Jonas Maciulis ha raggiunto e superato Shaun Stonerook nella classifica all-time, posizionandosi al decimo posto. Bastava una tripla messa a segno a Diamantidis per raggiungere Marcus Brown al sesto posto, ma ne ha mandate a segno ben 3, arrivando a quota 329; pronto l’aggancio a Trajan Langdon, fisso a quota 339. In casa CSKA, bastava una tripla a Vorontsevich per raggiungere quota 100, ed è puntualmente arrivata, mentre Sasha Kaun ha raggiunto e superato i 1000 punti in carriera, bastando gliene 7 e mandandone a segno 16.