Euroleague-LogoCSKA MOSCA – FENERBAHCE 75-81

ANADOLU EFES – LABORAL VITORIA 84-87

FC BARCELONA – ALBA BERLINO 92-82 d.t.s.

OLYMPIACOS – UNICAJA MALAGA 77-72

 

Il maestro Obradovic da una parte, il suo fedele allievo Itoudis dall’altra. Nelle Top16 il CSKA ha perso una sola partita, contro l’Olympiacos che guida il gruppo F assieme ai moscoviti, mentre i turchi hanno un record di 5 vittorie e 2 sconfitte, assumendo sempre di più il ruolo di outsider in grado di mettere in seria difficoltà qualunque avversario dovessero trovarsi di fronte da qui alla fine della competizione. In campo ci sono il secondo, il terzo e il quarto miglior realizzatore delle Top16 fino a questo momento, rispettivamente Goudelock, De Colo e Teodosic.

Milos Teodosic, colpevole di aver perso la testa nel momento più importante (foto Claudio Devizzi Grassi)

Milos Teodosic, colpevole di aver perso la testa nel momento più importante (foto Claudio Devizzi Grassi)

Premesse eccellenti, coaching staff di primo livello, cornice sontuosa. La partenza, però, è tutto fuorché buona per i padroni di casa, dato il parziale negativo subito nei primi 6 minuti e percentuali al tiro orrende. Non irresistibile il Fenerbahce, ma comunque efficace quanto basta per imporsi nella prima frazione per 17-10 in favore dei ragazzi di Obradovic. Nel secondo quarto la musica cambia, soprattutto grazie alla “sana testardaggine” di Sonny Weems e ad una migliore gestione di Teodosic. Lasciando in secondo piano le percentuali al tiro, l’impatto di Bjelica sulla gara è notevole, dominando a rimbalzo e facendo scelte mai banali che, abbinate al solito Goudelock, permettono di contrastare il tentativo del CSKA di ribaltare la gara. Lo scarto, dopo 20’, è solo di 2 punti (37-39) e la seconda metà di gara fa pensare ad una battaglia senza esclusioni di colpi, proprio nel giorno del ritorno di Andrei Kirilenko in maglia Mosca sui palcoscenici europei. Per quanto la squadra di Itoudis cerchi di azzannare la gara alla giugulare, riuscendo a sorpassare gli ospiti in più occasioni, anche nei successivi 10 minuti il Fenerbahce riesce a mantenere la leadership della gara (58-59). La panchina del CSKA è sconfinata, sia in termini numerici che in termini di qualità, e se si pensa che tra non molto anche Khryapa tornerà utilizzabile diventa ancora più facile pensare che si tratti della candidata numero 1 per la vittoria finale. Il parziale di 0-10 subito nei primi minuti è evidente che non vada giù ai giocatori di casa, amplificando la voglia di riscatto, ma c’è da dire che l’Ulker è duro a morire e mentalmente regge molto bene l’impatto moscovita. Equilibrio, equilibrio e ancora equilibrio. Botta e risposta. Jackson, Erden, Teodosic, Zoric, De Colo, Bogdanovic, Vorontsevich, Vesely. Ognuno è bravo a farsi trovare al posto giusto al momento giusto, ma nell’ultimo minuto gli equilibri vengono stravolti da una follia di Teodosic che, contestando un fischio a suo sfavore, perde la testa e si fa espellere concedendo 4 tiri liberi a Bjelica, che ne realizza tre. Termina 75-81 in favore del Fenerbahce, che raggiunge così il CSKA in classifica con 6 vittorie e 2 sconfitte.

Altra sfida in cui i padroni di casa partono con i favori del pronostico, quella tra Anadolu Istanbul e Laboral Vitoria, e che viene prontamente ribaltata nel giro di pochi minuti, con un secco 13-25 a sancire la chiusura della prima frazione di gioco. I ragazzi di coach Ivkovic sono sembrati molte incapaci di reagire durante la partita, come solitamente fanno, e una buona prova corale dei baschi rimanda al mittente i tentativi di ripresa. Il secondo quarto è sicuramente migliore del primo per i turchi, ma in realtà il distacco aumenta, grazie ad un parziale di 20-25 ancora in favore di San Emeterio e compagni, che fissano il risultato sul 33-50 quando siamo a metà partita. Come succede spesso, il terzo quarto è lo specchio di come sarà l’andamento della gara fino alla sua conclusione, nel senso che strappare un break importante nella prima metà del terzo periodo ha conseguenze solitamente eccellenti per indirizzare la gara nel migliore dei modi. E la reazione arriva, con un buonissimo 30-15, frutto di grandi giocate di Janning, Heurtel e Perperoglou. Durante il match, gli ospiti sono stati bravi a non perdere mai il ritmo, con elementi che “a turno” si sono fatti trovare pronti per trascinare la squadra a suon di punti e scelte difensive all’altezza: Bertans all’inizio, Iverson e San Emeterio poi, hanno contribuito in modo indelebile affinché l’esito della gara fosse a loro favore. Il quarto conclusivo comincia con Vitoria sopra di 2 lunghezze, ma per tutti i dieci minuti regna una grande intensità mixata a tratti di grande confusione per entrambe le contendenti. L’ultima opportunità sfugge clamorosamente all’Efes, che spreca con Heurtel una rimessa a dir poco importante. Termina 84-87 in favore degli ospiti, con entrambe le squadre a pari punti in classifica nel gruppo E, con 4 vittorie e 4 sconfitte.

Partita numero 500 per l’Olympiacos nella storia dell’Eurolega, la prima contro l’ultima della classe. In più, in caso di vittoria i greci avrebbero autenticato il primo posto in solitaria, data la sconfitta del CSKA contro il Fenerbahce poco prima. Partita estremamente equilibrata, con i primi in classifica dell’ACB che mettono in cassaforte il primo quarto, concedendo agli avversari di realizzare solo 11 punti. Olympiacos in difficoltà per l’intera prima metà di gara, con meccanismi che faticano ad essere efficienti e difesa talvolta ballerina ed incapace di arginare le conclusioni dell’Unicaja. Lojeski è molto importante per la remuntada dei suoi, soprattutto nella terza frazione di gioco, ma non ci si può di certo dimenticare di coloro che questa partita l’hanno voluta vincere combattendo con le unghie e con i denti: Vassilis Spanoulis e Georgios Printezis. Il primo è risultato molto poco influente nei primi 20’, mentre il secondo soffriva visibilmente in campo a causa di un virus gastro-intestinale che l’ha afflitto negli ultimi giorni. Nonostante tutto, Malaga è riuscita a rimanere in gara, non rinunciando mai ad azzardare alcune scelte e a cercare di vincere per davvero la gara, con un buon Granger e un discreto Thomas, ma la vera forza degli ospiti risiede nell’avere un roster ampio e ben costruito per affrontare qualsiasi tipo di squadra. In Eurolega, l’Unicaja non sta brillando di certo, a differenza del primo posto in campionato, ma riesce spesso e volentieri ad essere un avversario temibile per la costanza con cui cerca di giocare un certo tipo di basket per tutti i 40 minuti. Finisce 77-72 per l’Olympiacos, che raggiunge il primo posto in solitaria nel gruppo F, a discapito degli spagnoli, fanalino di coda con una vittoria e sette sconfitte all’attivo.

"El Rey" Juan Carlos Navarro, decisivo nell'overtime dalla lunetta (foto Claudio Devizzi Grassi)

“El Rey” Juan Carlos Navarro, decisivo nell’overtime dalla lunetta (foto Claudio Devizzi Grassi)

Per concludere la prima giornata di ritorno di Eurolega, il Barcelona ospita l’Alba Berlino, orfana di Jamel McLean e Cliff Hammonds, due pedine a dir poco fondamentali per gli equilibri dei tedeschi. Navarro invece sembra essere della partita, dopo i quasi 16 minuti giocati contro il Galatasaray, e questa è una buona notizia per il basket in generale, non solo quello dei catalani. Le 4 partite del venerdì sembravano a risultato abbastanza scontato in favore dei padroni di casa, e invece i colpi di scena fanno parte di questo gioco più di quanto ci si possa immaginare. Anche in questa partita i pronostici sembrano in bilico fin da subito, e il 13-14 che chiude la prima frazione ne è semplicemente la prova. Mancano McLean e Hammonds? Nessun problema, ci sono Redding, Renfroe e Radosevic, ovvero 59 punti, 16 rimbalzi e 12 assist. C’è da dire che dall’altra parte, in maglia blaugrana, Doellman ha un grande impatto sulla gara, come lo stesso Navarro d’altronde. È una gara speculare, con parziali che si alternano da una parte e dall’altra, ma anche momenti in cui i botta e risposta sono brevi ma frequenti, fino ad arrivare all’ultimo quarto, una meraviglia cestistica che non dovrebbe passare inosservata. Radosevic riesce a mandare la gara all’overtime dopo essere andati sotto ben due volte con poco tempo a disposizione ed essere prontamente risaliti grazie alle giocate di Redding e dell’ex Olimpia Milano. 77-77 e cinque minuti extra per decretare il vincitore di questa bella sfida. La freddezza dalla lunetta del Rey Juan Carlos risulta cruciale, abbinata alla grande concentrazione messa in campo da Satoransky, abile nell’essere concreto quando conta. 15-5 il parziale e risultato che dice 92-82, come spesso capita in situazione molto serrate che poi tendono ad estendersi nell’overtime, spingendo i lettori a pensare ad un dominio di una squadra sull’altra. Bellissima partita, nonostante i pronostici della vigilia che avevano fatto pensare ad un match a senso unico. Barcelona che raggiunge le 5 vittorie nelle Top16, mentre l’Alba rimane ferma a 3.

MVP: in questo caso, Most Valuable PlayerS. Vassilis Spanoulis e Georgios Printezis, a pari merito, per motivi diversi. Il numero 7 dell’Olympiacos, nonostante una prima parte di gara sottotono, è riuscito a tirare fuori tutto il meglio del suo repertorio per decidere le gara come solo lui sa fare. 18 punti e 10 assist sono solo i numeri di una prova che porta i suoi al primo posto nel gruppo F e ricacciare indietro l’Unicaja, valorosa avversaria. Georgios Printezis viene da una settimana travagliata a causa di un virus gastro-intestinale che l’ha messo KO e che l’ha visibilmente costretto ad uscire più volte durante il match per poter recuperare dagli sforzi profusi sul campo. 13 punti in 18 minuti sono parecchi per un giocatore nelle sue condizioni, ma soprattutto con un peso specifico elevatissimo per l’economia della gara.

LVP: va bene i 14 punti, va bene non imbroccare la serata giusta (0/4 da 2, 2/7 da 3), va bene le 4 palle perse e va bene i 6 assist distribuiti, ma perdere la testa quando manca poco facendo una magra figura non è da Teodosic. La sconfitta casalinga contro gli uomini di Obradovic non è di certo un dramma, ma così facendo si sono fatti raggiungere in classifica e hanno perso il primato. È uno dei primi 3-4 giocatori in Europa e, come tale, deve comportarsi in campo per tutti e 40 i minuti.

ON-FIRE: N. De Colo (CSKA, 18 pti, 3 rim), M. Teodosic (CSKA, 14 pti, 6 ast, 8 f.sub), S. Weems (CSKA, 13 pti, 4 rim, 6 ast), A. Goudelock (Fenerbahce, 14 pti, 3 ast), N. Bjelica (Fenerbahce, 11 pti, 13 rim), B. Bogdanovic (Fenerbahce, 13 pti, 6 rim), J. Vesely (Fenerbahce, 14 pti, 5 rim), D. Saric (Efes, 18 pti, 4 rim), N. Krstic (Efes, 16 pti, 12 rim), T. Heurtel (Efes, 17 pti, 5 ast), C. Iverson (Vitoria, 17 pti, 11 rim), F. San Emeterio (Vitoria, 22 pti, 2 ast), D. Bertans (Vitoria, 14 pti, 5 ast), J. Doellman (Barcelona, 17 pti, 3 rim, 2 ast), J.C. Navarro (Barcelona, 14 pti, 1 ast, 5 f.sub), A. Tomic (Barcelona, 16 pti, 5 rim, 3 ast), R. Redding (Alba, 20 pti, 3 rim, 2 ast), A. Renfroe (Alba, 20 pti, 6 rim, 7 ast), L. Radosevic (Alba, 19 pti, 7 rim, 3 ast), V. Spanoulis (Olympiacos, 18 pti, 10 ast, 8 f.sub), G. Printezis (Olympiacos, 13 pti, 3 rim), J. Granger (Unicaja, 13 pti, 4 rim, 5 ast)

Milestones: terzo posto all-time negli assist raggiunto da Vassilis Spanoulis, scavalcando il neo-acquisto degli Houston Rockets, Pablo Prigioni. Necessitava di 7 assistenze per arrivare a 798 ed eguagliare l’argentino, ma mandandone a referto ben 10 ha sorpassato anche quota 800. Doppio record raggiunto da Fran Vazquez dell’Unicaja: raggiunti i 300 rimbalzi offensivi nella storia dell’Eurolega (a 301 c’è David Andersen e il settimo posto) e le 225 presenze nella competizione, che valgono il nono posto. Con altre 2 partite salirebbe addirittura al settimo, scavalcando Jasikevicius e Vidal, per trovarsi appaiato a Gonlum.