Dov’eravamo rimasti? Alle due semifinali, identiche a quelle dell’edizione 2015, che avrebbero decretato le due finaliste. Il CSKA Mosca, per la quarta, volta soccombe contro l’Olympiacos nella Final Four, a differenza della maggior parte degli incontri negli ultimi anni. La squadra di Sfairopoulos è stata in grado di mettere insieme una grande prestazione, a differenza dei russi che non sono stati capaci di conservare il vantaggio. Non bisogna vedere la prima semifinale come un duello Spanoulis-Teodosic, anche se viene facile pensare che sia stato il primo ad avere la meglio. Un ragionamento assolutamente parziale e sbagliato, perché il serbo ha disputato una grande gara, prendendosi la responsabilità dell’ultimo tiro, e mandando a referto 23 punti. Gara in sordina per il greco, con un rendimento che si è alzato in modo notevole negli ultimi minuti e, ovviamente, quella bomba in faccia al diretto avversario, da distanza siderale che ha tagliato le gambe agli uomini di Itoudis.

È mancato Nando De Colo, nonostante i 16 punti messi a segno, ma da lui ci aspetta sempre una prova da protagonista assoluto. Sono mancate, in realtà, tante piccole cose ai russi per tentare di concretizzare il back-to-back ed il merito è tutto dell’Olympiacos. Una squadra reputata troppo presto fuori dai giochi, in seguito ad una serie molto combattuta contro l’Efes. Fondamentale l’apporto di Papanikolaou, salito in cattedra nei momenti di maggiore difficoltà dei suoi, così come sono stati di primaria importanza Printezis e Mantzaris, che non hanno mai abbassato il livello di concentrazione nel corso di tutti e 40 i minuti.

Vassilis Spanoulis, decisivo anche in questa edizione della Final Four (foto S.Trapezanlidis 2017)

E se, sulla carta, la Finale più auspicabile sarebbe stata tra CSKA e Real, il fatto di dover disputare un solo incontro e non una serie ha giocato un brutto scherzo anche alle merengues. Il Fenerbahce ha dimostrato, dall’inizio alla fine, di meritarsi l’accesso all’atto conclusivo, dopo essere stato eliminato negli ultimi due anni. A Madrid, nel 2015, i padroni di casa riuscirono ad accumulare anche un distacco di 25 punti, dando l’impressione di non volersi più voltare indietro. A due anni di distanza, Zelimir Obradovic sapeva che fallire per 3 volte sarebbe stato francamente troppo per lui e, davanti al pubblico di casa, è riuscito a gestire la gara al meglio. Assoluto protagonista Ekpe Udoh, con una prestazione da 36 di valutazione, frutto di 18 punti, 12 rimbalzi e 8 assist, oltre a 2 stoppate. Non che ce ne fosse bisogno, ma la sua prova ha confermato le opinioni che lo vedono come il 4/5 più dominante d’Europa. Per lui potrebbe esserci un ritorno oltreoceano, così come il viaggio potrebbe essere il medesimo per Bogdanovic, che ha pagato le 6 palle perse contro il Real ma che mostra uno stato di forma fisico e mentale di primo livello. Pazzesco, su ambedue i lati del campo Nikola Kalinic. 12 punti, 6 rimbalzi, 6 assist e 4 recuperi, e la grande capacità di essere nel posto giusto al momento giusto, per fare la cosa giusta.

È doveroso citare Sergio Llull. Ci vorrebbe un capitolo intero. Una stagione pazzesca da parte sua, probabilmente la migliore in carriera per quello che si è dimostrato il miglior giocatore del continente in questa ultima annata. 28 punti e 8 assist, ma troppe volte solo nel tentativo di azzannare il Fener alla giugulare. La sconfitta non cancella i numeri che ha messo insieme ogni volta in cui è sceso in campo, che hanno del grandioso.

Gigi Datome al tiro durante Fenerbahçe-Real Madrid (foto S.Trapezanlidis 2017)

CHE FINALE SARA’? – Un bellissimo confronto tra due squadre che possiedono lo spirito giusto per salire sul tetto d’Europa, ma che vantano differenze evidenti a livello di roster. Sarà molto interessante assistere alla prova di Gigi Datome, efficace in semifinale e sempre sotto controllo. Accade spesso che i principali interpreti cambino tra semifinale e finale, vista e considerata la gara secca che può essere un’incredibile arma a doppio taglio. Il fatto di giocare in casa, di sicuro, favorirà la banda di Obradovic e lui in queste situazioni è in grado di muoversi molto bene, toccando le corde giuste e motivando come meglio non si può ognuno dei giocatori in campo. Difficile fare un pronostico, ma i turchi vogliono centrare l’appuntamento con la storia, per essere la prima squadra della nazione ad alzare il trofeo della massima competizione continentale. Gli uomini di Sfairopoulos sono chiamati ad un’altra impresa e dovrà essere per l’ennesima volta il collettivo a fare la differenza, con tanti piccoli accorgimenti che, messi insieme, potrebbero prevalere sull’enorme talento di cui dispone il Fenerbahce.

Si tratta di due squadre che sono capaci di difendere come in pochissime sanno fare, un fattore determinante in confronti in cui la pressione è altissima e la posta in palio è di enorme portata. L’Eurolega ci ha ormai abituati ad assistere a sorprese di tutti i tipi, ed è anche il bello di questa competizione.

È una Finale inedita e sarà estremamente affascinante gustare ogni momento del match, per minimo 40 minuti.