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I tifosi del Maccabi hanno già invaso Milano (foto di Claudio Devizzi Grassi@2014)

Forum di Assago. Ore 18. Si alza il sipario sull’edizione 2014 delle Final Four di Eurolega, è il momento della prima semifinale quella tra CSKA Mosca e Maccabi Tel Aviv. Un brivido corre lungo la schiena al pensiero che in questa semifinale doveva esserci l’EA7 Emporio Armani Milano. Invece il Maccabi ha fatto valere la propria esperienza internazionale, l’alchimia rodata da un nucleo ormai consolidato e il Q.I. diffuso messo al servizio di un allenatore che tanto esige dai propri giocatori in fase di lettura quanto è in grado di dare in termini di accorgimenti tattici.

Non c’è tempo per pensare a ciò che poteva essere e non è stato, nella semifinale che gli addetti ai lavori danno come evento “minore” del venerdì in realtà si affrontano due filosofie cestistiche che messe l’una di fronte all’altra promettono spunti tutt’altro che secondari rispetto al derby spagnolo. Messina e Blatt, senza nulla togliere a Laso e Pascual, sono probabilmente i due coach più influenti della F4. Se per il Maccabi può già essere un traguardo tornare all’atto finale della manifestazione (tre anni dopo la sconfitta in finale per mano del Panathinaikos – unica new entry della F4 rispetto allo scorso anno) per il Cska la terza partecipazione consecutiva (nona degli ultimi 10 anni) è solo una conferma in attesa del titolo che manca dal 2008.

Vince il Cska se…

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Ettore Messina e Sonny Weems, i destini del CSKA passano anche e soprattutto da loro (foto di Claudio Devizzi Grassi@2014)

Le sorti dei rossoblù sono strettamente legate a Milos Teodosic, inutile negarlo, specie quando l’avversario, pur inferiore in termini di talento, ha le armi tattiche per trasformare i 40 (o più) minuti in una partita a scacchi continua. La visione di gioco di Teodosic può punire gli adattamenti difensivi di Blatt e trascinare il Cska al successo. Serve però che sia lucido dall’inizio alla fine, altrimenti la match-up gialloblù potrebbe mietere vittime. Chiaro che un altro fattore determinante per gli uomini di Messina sia la fisicità diffusa e, specie sugli esterni, capace di rendere favorevoli molti mismatches. La rapidità di Hickmann e Rice può essere un problema, ma Pargo e Jackson non pagano dazio e quando la palla inizia a circolare con raziocinio c’è sempre un giocatore moscovita capace di prendere spazio in 1vs1. Il rischio (difficilmente ipotizzabile a certi livelli) è che inconsciamente il pensiero della banda-Messina si diriga direttamente alla finale di domenica by-passando un passaggio obbligato e meno scontato di quanto si possa ipotizzare alla vigilia.

Vince il Maccabi se…

David Blatt e Devin Smith (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

David Blatt e Devin Smith (Foto: Claudio Devizzi Grassi)

Se fa il miracolo perchè, obbiettivamente, la formazione israeliana deve compiere l’ennesimo miracolo cestistico per giocare la partita delle 20 di domenica. Ma se c’è qualcuno che di miracoli se ne intende quello è David Blatt. Da un lato la pressione sarà tutta sulle spalle dei russi, motivo per il quale parte della preparazione al match sarà indirizzata su scelte difensive in grado di innervosire gli avversari impedendo loro di trovare continuità e, magari, forzando qualche palla persa in grado di aprire il contropiede. Se il Cska si innervosisce, e con lui il faro Teodosic, allora la bilancia torna in equilibrio. Il Maccabi ha dimostrato di crederci sempre e di mulinare scelte e adattamenti in grado di mandare in crisi l’avversario. Chiaro però che non si possa solo “disfare”. Ed è in fase di costrutto che Blu e compagni potrebbero trovare più di una difficoltà. Il Cska ha una difesa versatile capace di intasare l’area sulle penetrazioni e aprirsi bene sul perimetro in fase di circolazione. Schortsanitis è il solito dilemma perchè se da un lato ha pochi rivali in grado di contenerne la fisicità strabordante, dall’altro paga dazio in termini di ossigeno e falli commessi garantendosi un impiego limitato. Tyus è stato l’uomo dei playoff, cavalcare l’onda dell’ex canturino, lungo atipico, potrebbe essere una chiave. Hynes permettendo.

La chiave… 

Non c’è un duello in grado di catalizzare le attenzioni e spostare gli equilibri, piuttosto si vivrà di continui adattamenti nella speranza di portare l’avversario all’errore. La vera chiave risiederà dunque nella capacità di adattamento immediato alle contromosse dell’avversario che, Blatt insegna, scandiranno il ritmo partita. In questo, probabilmente, si affrontano due maestri e sebbene Messina abbia un serbatoio di talento ben più capiente di quello di Blatt da cui attingere, in una partita senza domani potrebbe non essere scontato l’allungo moscovita. Se il Maccabi riuscirà a non pagar dazio in termini di fisicità e Schortsanitis a mantenersi sul parquet per qualche giro di lancetta in più dei canonici 14 minuti allora il CSKA potrebbe faticare, vedere minate tante certezze della vigilia e perdere la Trebisonda. In caso contrario il gioco “alto-basso” dei rossoblù miscelato alle scelte visionarie di Teodosic e alla solidità di un Weems 2.0 non darà scampo agli avversari.

Pronostico DailyBasket

Un dollaro sul Maccabi si può anche puntare ma realisticamente il CSKA ha più frecce al proprio arco e un’esperienza a questo livello che dovrebbe scongiurare l’ipotesi di un naufragio inaspettato. Blatt ha sì dimostrato di poter ingabbiare qualsiasi squadra con un sistema di gioco tanto cervellotico a volte quanto efficace. Ma in una partita senza domani il CSKA non si farà intimorire dalle variazioni sul tema dei gialloblù e Messina, altrettanto abile negli adattamenti, saprà indicare la via ai propri “marinai” per condurli verso la terra promessa.

Nel video l’ultima sfida a livello Final Four tra CSKA e Maccabi, nella finale del 2008 a Parigi in quello che è stato l’ultimo successo moscovita, con Ettore Messina in panchina


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