DARUSSAFAKA ISTANBUL-MACCABI 66-70

(Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Tifosi Maccabi a Milano. Sembra lontanissima questa immagine stasera (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Il Maccabi scrive la storia al contrario e a distanza di un anno e mezzo dal trionfo di Milano i gialloblu sono fuori dalle Top16 per la prima volta da quando partecipano alla manifestazione (saltarono la prima edizione). Un verdetto amaro ma sostanzialmente giusto per quello che si è visto in questa prima fase, con il Darussafaka che ha decisamente meritato di più, legittimando il passaggio del turno con la larga vittoria a Tel Aviv ed una gara sempre in controllo questa sera. I turchi infatti partono molto bene grazie al controllo dei tabelloni (ben 10 in attacco nei primi 20′) con Aldemir già a quota 10+6 alla pausa lunga. La squadra di Mahmuti tocca il +6 in avvio di secondo quarto senza forzare ma Farmar si mette in ritmo e nel giro di un paio di minuti, aiutato anche da Onuaku, permette al Maccabi di mettere assieme il parziale di 14-5 che manda gli israeliani avanti alla pausa lunga, pur giocando sotto ritmo e senza alzare l’intensità della sfida, nonostante la necessità di dover vincere di 11 punti. Al rientro in campo la squadra di Tabak prova ad alzare un minimo di intensità difensiva, proteggendo molto bene il pitturato e costringendo il Darussafaka ad attaccare male, tirare spesso e non benissimo da fuori, ma soprattutto senza mai attaccare il ferro (primo tiro libero della gara per il Darussafaka a 5″ dall’ultima pausa). Purtroppo per Tabak, però, le mani dei suoi giocatori sono gelide e tremolanti ed in attacco Smith e compagni sono da mani nei capelli e così i turchi, speculando sulle piccole cose e su un paio di giocate di Redding e Wilbekin, riescono a chiudere a -1 il quarto, allungando con due triple in avvio di ultimo quarto che danno il via ad un parziale di 13-2 che manda i titoli di coda sul discorso qualificazione a 5′ dalla sirena finale. Finita? Neanche per sogno, perché i turchi si mettono ad amministrare troppo presto, il Maccabi mette insieme un parziale di 1-11 che impatta la partita a poco meno di 3′. A questo punto inizia una partita stranissima in cui il Maccabi cerca di pareggiare per portare la gara all’overtime ed aver altri 5′ per vincere di 11, mentre dall’altra parte il Darussafaka cerca di perdere con lo scarto minore possibile. Si assiste ad una serie di tiri liberi sbagliati volutamente da Rochestie, fino al rimbalzo in attacco di Redding che subisce fallo da Pnini e ne mette uno solo per spaiare il punteggio. Alla fine vince il Maccabi di 4, nella serata più amara della sua storia recente.

BROSE BAMBERG-BANCO SARDEGNA SASSARI 86-54

Marco Calvani (Foto Alessio Brandolini 2013)

Marco Calvani (Foto Alessio Brandolini 2013)

Finisce malissimo l’avventura di Sassari in Eurolega, con una sconfitta che allunga la striscia dei sardi nell’Europa che conta ad 1 vittoria e 19 sconfitte. Film già visto troppe volte quest’anno, quello che va in scena a Bamberg, con Sassari che parte anche bene, ma che al primo affondo degli avversari molla la presa. Bamberg, che lascia a riposo Melli e perde anche Harris nel corso del primo tempo, tira con il 60% da 3 nei primi due quarti (7/11), doppiando Sassari ai rimbalzi ed in valutazione, smazzando soprattutto 14 assist che la dicono lunga sul sistema di gioco di Trinchieri, rispetto all’anarchia diffusa dei sardi che si manifesta soprattutto alle prime difficoltà, che si manifestano a cavallo della prima pausa, con i tedeschi che mettono assieme un parziale di 20-8, che dal primo (ed unico) vantaggio sardo li spinge fino alla doppia cifra di vantaggio. Sassari non riuscirà più ad avvicinarsi, precipitando lentamente verso il -20 prima ed il -30 nel finale, segnando nel secondo tempo 21 punti, di cui solo 7 nell’ultimo quarto, mentre dall’altra parte si continua a tirare sopra il 50% e quando si sbaglia ci sono comunque Theis e Radosevic a prendere i rimbalzi. Finisce presto e per Sassari è la fine di un incubo durato due mesi. La speranza per i tifosi sardi è che l’eliminazione dall’Eurolega, come nella passata stagione, segni l’inizio di un nuovo cammino.