Grande partenza per la Eurolega con risultati a sorpresa, grandi giocate e tanto spettacolo. Dailybasket proverà a seguire nel migliore dei modi la manifestazione aprendo una nuova rubrica settimanale da cui, a fine stagione, uscirà il miglior quintetto della stagione, incluso il “sesto uomo” e l’allenatore. Buona lettura e buona Eurolega a tutti.

(Fabrizio Stefanini 2015)

Matt Lojeski alle ultime Final Four di Madrid (Fabrizio Stefanini 2015)

Thomas Huertel (Anadolu Efes Istanbul) – Se è vera la storia che il play francese non ha partecipato ad Eurobasket per il veto imposto dall’Efes, diciamo che Dusan  Ivkovic ci ha visto lunghissimo. Prestazione che definiremmo Diamantidiana, con solo 10 punti ma almeno altri 40 nati dai suoi 15 assist, per armare la mano di un caldissimo Diebler o le giocate al ferro di Dunston e Tyus. E tutto questo davanti a Leo Westermann, tanto per far capire perchè fosse lui la seconda scelta di Collet.

Matt Lojeski (Olympiakos Pireo) – Uno dei giocatori forse più sottovalutati d’Europa apre la sua stagione con la sua classica partita da “di tutto un pò e anche qualcosa in più”, tirando, difendendo, aiutando a rimbalzo, chiudendo con 14 punti e 10 rimbalzi, di cui 5 in attacco. Lui, Printezis e Young (vedi più avanti) sono gli uomini chiave del primo successo dell’Oly, in una gara molto più complicata di quanto non dica il +15 finale. Dopo essere stato tra i protagonisti della bella avventura belga ad Eurobasket, un ottimo inizio anche in Eurolega.

Mindaugas Kuzminskas (Unicaja Malaga) – Unica spagnola a vincere (!) Malaga gioca una signora partita contro il Brose di Trinchieri, aiutata dalla grande serata del giocatore lituano, che da eterna promessa è diventato prima ottimo giocatore di complemento e poi, quasi per caso, giocatore fondamentale nel sistema di Plaza ma anche nella sua nazionale. Uscito alla grande dagli Europei, ha esordito in Eurolega con una prestazione di una solidità impressionante, protagonista dell’allungo decisivo a metà partita e mettendo 18 punti quasi senza che nessuno se ne accorgesse, tirando con quasi il 54% e aggiungendo 5 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate.

Chris Singleton (Lokomotik Kuban) – Partita da impazzire (per i difensori del Pana) per il giramondo prodotto di Florida State, che dopo Wizards, Cina ed una parentesi in D-League è arrivato alla corte di Bartzokas ed ha esordito in Europa con una gara scintillante, in cui ha messo in mostra tutto il suo potenziale, che Djordjevic non è riuscito a disinnescare. Tiro da fuori, capacità di attaccare il ferro dal palleggio, presenza a rimbalzo, il tutto sfruttando la sua impressionante fisicità. 16 punti, 9 rimbalzi, di cui 4 in attacco, e 2 stoppate, come inizio va più che bene!

Patric Young (Olympiakos) – Perso Dunston l’Olympiakos ha ripiegato sul centro tascabile da University of Florida, già in Europa lo scorso anno, quando mostrò tutta la sua potenza strabordante ma anche qualche limite di gestione. La prima gara della nuova stagione, in cui le sue statistiche parlano di 16 punti, 5 rimbalzi in attacco, 2 assist, 2 recuperi e 4 stoppate, ci ha restituito un giocatore che a questo livello può essere veramente dominante ed in più senza le pause che ne avevano caratterizzato la stagione scorsa. Ovviamente una gara non basta ma se le premesse sono queste al Pireo posso dormire tranquilli.

Tyrese Rice (foto R.Caruso 2015)

Tyrese Rice, incubo Real(foto R.Caruso 2015)

6° uomo: Tyrese Rice (Khimki) – Pablo Laso e tutti i blancos presenti alle Final Four di Milano del 2014 hanno vissuto 40′ di deja-vu vedendo il buon Teresina Rice scappare da tutte le parti e bucare la difesa spagnola come niente fosse, imbeccare i compagni per comodi canestri o mettersi in proprio e sparare un paio di triple delle sue. Nell’inizio da incubo dei campioni in carica una buona parte di responsabilità sono sue e dei suoi 12 punti e 8 rimbalzi.

Coach: Ufuc Sarika (Pinar) – Va bene che questi sono campioni turchi ma nessuno pensava ad un esordio così fragoroso in Eurolega con una gara letteralmente dominata, tatticamente, fisicamente e, anche, tecnicamente contro il Barcelona. Gran merito di tutto questo va proprio a Sarika che mischia le carte, sfrutta il talento di Ragland, Sipahi e Josh Carter, la mobilità ed il tiro mortifero di Iverson oltre ad una intensità difensiva ai limiti dell’illegalità e fa venire il mal di testa a Pascual, incapace di leggere la partita e che vive un pomeriggio da incubo.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati