eurolega loko ciano

Hanno dimostrato di poter ricoprire un ruolo di primo livello dall’inizio della competizione, ottenendo risultati convincenti contro ogni tipo di avversaria. Il loro cammino è stato contraddistinto da una grande costanza e da una notevole efficacia difensiva, testimoniata dalla miglior difesa in regular season e nelle Top16 (unica squadra ad aver incassato meno di 1000 punti). Il giusto mix di talento e solidità, con una guida tecnica come Georgios Bartzokas, di sicuro uno che conosce cosa significhi vincere un’Eurolega.

Matt Janning (foto Alessia Bruchi © 2013)

Matt Janning, qui in maglia Mens Sana Siena (foto Alessia Bruchi © 2013)

LA STAGIONE – In regular season hanno subito solamente due sconfitte sui dieci match disputati, contro Barcellona e Zielona Gora, ma hanno dominato il Gruppo C dalla prima all’ultima partita. Primo posto conquistato, davanti al Barça, al Panathinaikos e allo Zalgiris. Questo piazzamento ha consentito loro di collocarsi nel Gruppo E nella fase di Top16, utile per avere un cammino più agevole in direzione playoffs. 9 vinte e 5 perse, secondo posto insieme al Panathinaikos (scalato al terzo posto) e possibilità di incontrare il Barcellona nella fase seguente. In regular season avevano ottenuto una vittoria a testa negli scontri diretti, per altro con la stessa differenza punti. Giocando al meglio delle 5 gare, la strada del Lokomotiv Kuban è stata godibile in gara1, con una buona vittoria, ma si è trovata subito in salita, a causa di una brutta sconfitta (66-92) in gara2. Il Barcellona ha portato a casa anche gara3, spingendo la squadra di Bartzokas con un piede fuori dalla competizione. Ma proprio qui è arrivata la grande reazione dei russi. Due vittorie in gara 4 e gara5, un traguardo grandioso raggiunto per i tifosi e la società di Krasnodar. Da un punto di vista puramente statistico, il Lokomotiv Kuban è stata l’unica qualificata alla Final Four con una differenza punti negativa proveniente dai playoffs, ma chiaramente questo dato risente delle 5 partite giocate e, soprattutto, dello scarto accumulato durante le sconfitte.

IL ROSTER – Come detto in precedenza, l’organico a disposizione di coach Bartzokas mette in luce un grande equilibrio tra talento e sacrificio per la squadra. Un reparto guardie tra i migliori d’Europa, senza dubbio. Malcolm Delaney, Dontaye Draper, Sergey Bykov, Matt Janning e Evgeny Voronov. Le rotazioni in questo ruolo consentono alla qualità del gioco del Lokomotiv Kuban di non subire bruschi cambiamenti, proponendo assetti diversi ma sempre efficienti. Il reparto ali è stato un punto di forza di questa squadra, anche se ali forti come Anthony Randolph e Chris Singleton hanno dovuto ricoprire il ruolo di centro, con risultati a dir poco eccellenti. Victor Claver, Ryan Broekhoff e Andrey Zubkov completano la rotazione dei principali dieci giocatori che calcano il parquet. Questi 5 esterni, considerando anche i primi due, hanno consentito a questa squadra di alzare il rendimento sia in attacco che in difesa, essendo molto mobili e potendo difendere su diversi tipi di avversari. Nella metà campo offensiva l’apporto è stato più che buono, con Broekhoff che dalla lunga è riuscito a risolvere diverse partite fondamentali, con Claver che ha contribuito sia a livello realizzativo che come presenza a rimbalzo e con l’accoppiata Randolph-Singleton a dominare sotto i tabelloni. Randolph è andato in doppia cifra in 16 apparizioni su 22, con una completezza che pochi lunghi possono vantare nel nostro continente.

foto di Savino Paolella@2013

foto di Savino Paolella@2013

L’UOMO CHIAVE – Pochi dubbi. Malcolm Delaney è stato l’MVP del Lokomotiv Kuban Krasnodar. Per certi versi, non solo della sua squadra. Un’Eurolega pazzesca per l’ex giocatore del Bayern, costellata da una serie di prestazioni tipiche di chi si trova su di un altro livello. Percentuali al tiro notevoli: 47% da due, quasi il 40% da tre e l’84% ai liberi. Penetrazioni, canestri dalla lunga, conclusioni impossibili e quasi 6.5 falli subiti di media. Se l’avessero nominato MVP della competizione, nessuno si sarebbe scandalizzato. È la priorità numero uno delle difese avversarie, l’uomo da bloccare e da tagliare fuori dal gioco. Alla Final Four di Berlino sarà uno dei grandi attesi.

LA SORPRESA – È stato l’uomo in più per Bartzokas. Ryan Broekhoff. Grande tiratore da 3 punti, da oltre il 50% se si escludono i playoffs. Fino a gara4, il tiro dalla lunga sembrava essere diventato il suo più grande incubo, mandando a referto uno 0/10 alquanto insolito per un giocatore come lui. In gara5 è tornato sui suoi standard, con un 4/6 e 14 punti realizzati. Ha dimostrato grande sangue freddo durante tutta la stagione, a maggior ragione quando le partite si complicavano. Con le difese che convergeranno più volte sui vari Delaney, Randolph e, in parte, Claver, gli scarichi per il tiratore australiano saranno un’arma da non sottovalutare per l’attacco del Lokomotiv.

COME GIOCA – Un assetto impostato per essere efficaci in difesa e favorire le ripartenze. Con più quintetti in grado di correre e di creare superiorità numerica in più situazioni. Come le altre squadre arrivate in fondo in questa edizione, ma storicamente il trend non si discosta di molto, la profondità della panchina risulterà fondamentale. Non è al livello di Fenerbahce e CSKA, ma l’apporto rimane alto. Avere lunghi molto mobili è un’altra carta da sfruttare, a maggior ragione sapendo che le altre contendenti dispongono di giocatori simili, con il giusto grado di versatilità. Delaney e Randolph rimangono i principali realizzatori ma, come sempre accade, quando la pressione si concentra su elementi come loro bisogna disporre di gregari in grado di colpire ed affondare.

AMBIZIONI A BERLINOPossono essere l’outsider. Incontreranno il CSKA di Mosca, la squadra che ultimamente sembra arrivare a 30 in grande scioltezza ma che cade sempre prima di arrivare a 31. Avranno preparato molto bene la partita e non daranno nulla per scontato, poco ma sicuro. Contenere due dei migliori realizzatori d’Europa è piuttosto complesso, ma una volta arrivati alle Final Four può accadere di tutto. A differenza di CSKA e Fener, la loro concentrazione deve essere interamente sulla semifinale e poi, nel caso, pensare al grande match.


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