Dal nostro corrispondente

Alba Berlino-Panathinaikos 59-65

Dimitri Diamantidis  (Foto Savino Paolella 2014)

Dimitri Diamantidis (Foto Savino Paolella 2014)

BERLINO – L’esperienza e il blasone, anche e soprattutto in Europa, non sono cosa da poco. Lo prova sulla propria pelle l’Alba Berlino, che nella sesta giornata delle Top 16 di Eurolega cade nella sfida chiave contro il Panathinaikos dopo aver condotto con 11 lunghezze di vantaggio a terzo quarto inoltrato. I guizzi di esperienza di Diamantidis, ma soprattutto l’aumento dell’intensità difensiva e le zampate degli ex “italiani” Fotsis e Mavrokefalidis, si rivelano letali per i volenterosi ma poco cinici Albatrosse, che rischiano così di essersi giocati tutte le proprie chance di qualificazione agli ottavi di finale.

QUINTETTI
Alba: Hammonds, Tabu, Giffey, King, Radosevic
Panathinaikos: Diamantidis, Bochoridis, Giankovits, Gist, Batista

Alla palla a due Sasa Obradovic prova a sorprendere Dusko Ivanovic con un quintetto piccolo totalmente inedito, lanciando il rientrante Jonathan Tabu che però mette subito in mostra la ruggine di mesi di inattività forzata. A violare i canestri sono le triple di Cliff Hammonds ed Eleftherios Bochoridis, ma entrambe le squadre sono piuttosto fredde e imprecise e per il secondo canestro di una delle due bisogna aspettare la metà del 6′, quando l’insistente rifornimento di palloni nel pitturato a Esteban Batista frutta i primi due punti dell’uruguaiano, seguiti da una schiacciata di Giankovits. Anche nei successivi minuti la partita stenta a decollare, ma un paio di magie di Reggie Redding ed A.J. Slaughter (entrambi partiti dalla panchina) la infiammano a ridosso della prima sirena, fissando il 13-13 del 10′.

Nel secondo quarto DeMarcus Nelson prova ad alzare la produttività offensiva degli ateniesi, ma tra errori al tiro e disattenzioni a rimbalzo (23-11 a metà gara) il Pana permette a Redding e compagni di prendere gradualmente il controllo della gara, che si concretizza nel +9 firmato da Leon Radosevic a poco più di 1′ dall’intervallo. Nelle file ospiti persino Dimitrios Diamantidis sembra avere le idee poco chiare, e gli Albatrosse vanno al riposo con 7 lunghezze di vantaggio (29-22).

In avvio di ripresa il Pana sembra voler ricominciare da ciò che era mancato nel primo tempo, e ritrova subito il -2 con una tripla di Diamantidis e un canestro a rimbalzo offensivo di Batista. Quello dei biancoverdi, però, è un fuoco di paglia, presto soffocato da Radosevic e Jamel McLean, autore del nuovo +9, poi ritoccato da Alex King che costringe coach Ivanovic al time-out sul -10 al 24′. L’Alba non è perfetto e arriva spesso al limite dei 24” nelle sue azioni offensive, ma la sua aggressività difensiva manda fuori giri il Panathinaikos, tradito in questo frangente anche da Nelson. McLean prova a far scappare definitivamente i suoi con il tiro libero del +11, ma a quel punto ecco spuntare Loukas Mavrokefalidis, che apre e chiude un parziale di 2-12 da cui l’Alba, incapace di penetrare le improvvisamente strettissime maglie difensive dei greci, esce completamente rintontito. Qualche tiro libero nega il sorpasso greco nel finale di terzo quarto, ma è solo questione di tempo: con l’Alba che continua gettare palloni alle ortiche, James Gist e Vlantimir Giankotivs confezionano il +6 al 32′ ampliando il parziale ad un incredibile 3-20 a cavallo dei quarti. Tenta e ritenta, Radosevic ridà la gioia di un canestro dal campo al popolo dell’O2 World, ma un efficacissimo Mavrokefalidis e una fiammata di Antonis Fotsis (due rimbalzi offensivi e due triple) iniziano a far scappare i buoi propiziando il +11 Pana a 3′ dalla fine. L’ultimo ad arrendersi è Alex Renfroe, che semina il panico nelle due metà campo rimettendo un possesso di distanza tra le due squadre, ma nelle battute decisive Redding, il go-to-guy designato dei teutonici, fa un errore dopo l’altro spianando la strada al Pana verso il successo e, conseguentemente, verso gli ottavi. A meno di clamorosi colpacci esterni, infatti, per l’Alba il passaggio del turno rimarrà un sogno, cullato comunque più a lungo di quanto preventivato ad inizio stagione.