Chiudiamo oggi il nostro preview con le ultime quattro squadre rimaste, ovvero l’Europa Centrale con Milano, Bamberg e Stella Rossa Belgrado più il Maccabi Tel Aviv. Quattro squadre che sono accomunate da un minimo comun denominatore, quello del rinnovamento più o meno profondo che le ha toccate. Un rinnovamento che porta ad ambizioni ed aspettative diverse ma in questo gruppo, se le cose gireranno nel verso giusto, potrebbe anche nascondersi una pretendente ai playoff.

(per leggere gli altri preview cliccare ai seguenti link: le spagnole, il vento dell’Est, Istanbul e Atene)

AX ARMANI EXCHANGE OLIMPIA MILANO

Milano dovrà scaldare prima di tutto un Forum che si è dimostrato un pò freddino all’esordio casalingo in campionato (foto di Savino Paolella)

Dopo i proclami di gloria dello scorso anno di staff, addetti ai lavori e tifosi, con qualcuno che voleva comprare i biglietti per Istanbul a settembre, quest’anno l’Olimpia parte a fari spenti dopo la grande delusione (leggasi fallimento) della passata stagione. Come potrebbe essere altrimenti per una squadra partita per vincere il campionato a mani massi e qualificarsi almeno per i playoff di EuroLeague e che a fine stagione si ritrova con la sola Coppa Italia in mano. Proli per ripartire porta finalmente a Milano un suo vecchio amore, quel Simone Pianigiani che già un paio di volte è stato accostato in passato alle scarpette rosse e che probabilmente arriva nella città meneghina al momento giusto, per lui e per la società. L’Olimpia riparte con un gruppo che inizialmente avrà non pochi problemi di rotazione visto gli infortuni estivi ma soprattutto, a vedere le prime gare della stagione, qualche problema nello spalmare punti e responsabilità. Certo avere in squadra due giocatori come Goudelock e Theodore aiuta alla polarizzazione del gioco sul perimetro e soprattutto nelle mani dei nostri eroi, ma così facendo si rischia di limitare giocatori che invece necessitano di entrare in ritmo, pensiamo ad esempio a Bertans, piuttosto che Young e Pascolo, quando rientreranno dai loro infortuni. A proposito di Pascolo, un capitolo a parte meritano i giocatori italiani, che di fatto rappresentano il legame con il passato ma che rischiano di vedere il campo ancora meno che la passata stagione, almeno in EuroLeague. Cusin, già limitato da un Gudaitis diventato subito padrone del pitturato, sarà chiaramente chiuso anche da Young e forse Tarczewski; Abass e Fontecchio hanno davanti Bertans, Micov e Dragic, non appena sarà pronto; Cinciarini viceversa potrebbe far valere il suo fosforo, ma parte dietro anche a Kalnietis, in teoria. Di fatto solo Dada Pascolo alla fine avrà spazio perché Milano, non appena si sarà ristabilito, ancora una volta non potrà prescindere dalla sua atipicità e Simone Pianigiani (il primo a chiamarlo in Nazionale) lo sa molto bene.

OBIETTIVO: volare bassi è la parola d’ordine. Nessuna illusione ma soltanto il tentativo di giocare al meglio, vincere più partite possibili in casa, magari con qualche colpo gobbo contro le superpotenze e poi dopo Natale capire se apportare qualche modifica al roster per puntare a qualcosa di più di un onesto piazzamento. Al momento Milano non sembra poter lottare per un posto ai playoff.

ROSTER: Kaleb Tarczewski, Simone Fontecchio, Mantas Kalnietis, Zoran Dragic, Davide Pascolo, Andrea Cinciarini, Awudu Abass, Arturas Gudaitis, Marco Cusin, Cory Jefferson, Jordan Theodore, Patric Young, Vladimir Micov, Amath M’Baye, Andrew Goudelock, Dairis Bertans. Coach Simone Pianigiani

(credits canale Youtube EuroLeague Basketball)

BROSE BAMBERG

Andrea Trinchieri, qui con Melli nella scorsa stagione, ancora al timone di Bamberg (Foto – Matteo Cogliati)

Estate di rinnovamento in casa Bamberg che ad un certo punto sembrava potesse colpire anche Andrea Trinchieri, che rumors davano non più convinto del progetto-Bamberg e la partenza di Daniele Baiesi verso i rivali del Bayern avevano alimentato queste voci. Invece il coach milanese è rimasto in sella ed avrà in mano una squadra molto diversa negli uomini, ma uguale nello spirito e forse più talentuosa e quadrata. Alle partenze eccellenti di Nick Melli e Daniel Theis, Bamberg ha posto rimedio con un reparto lunghi molto mobile e atletico, che porterà Trinchieri a giocare spesso e volentieri con quintetti piccoli. Augustine Rubit ha dominato nel pitturato nella BBL della scorsa stagione, pur con un fisico sottodimensionato (arriva a stento ai 200 cm), mentre Harris e Quincy Miller se completamente ristabiliti sono giocatori che possono assicurare punti e spettacolo, con la loro capacità di allontanarsi dal canestro per poi attaccare dal palleggio. Quando tutta manca, ci sarà l’usato sicuro di Leon Radosevic, che non ha avuto la carriera folgorante che tutti si aspettavano ma è riuscito comunque a costruirsi una solida reputazione come lungo da EuroLeague. Le cose migliori, però, Trinchieri le trova nel backcourt portando a Bamberg Danielino Hackett, che ritrova quel Ricky Hickman con cui giocò insieme a Pesaro nel 2011/12. Entrambi saranno importanti per dare respiro alla mente di Trinchieri in campo, ovvero il giocatore con il QI cestistico più alto in Europa, al secolo Nikos Zisis, che non avrà più il passo di un tempo ma che continua a far girare la squadra come nessun altro. I punti li porterà Bryce Taylor, strappato al Bayern, e l’aggressività difensiva quel Luka Mitrovic che ha salutato Belgrado per camminare da solo. Quando tutto manca ci saranno sempre le gambe veloci di Maodo Lo oppure il tiro sicuro di Lucca Staiger, anche se entrambi potrebbero avere poco spazio.

OBIETTIVO: come uno dei migliori sistemi di basket visto in Europa lo scorso anno sia rimasto fuori dai playoff è tutt’ora un mistero. Trinchieri ha innovato ed introdotto delle soluzioni tattiche che molti in Europa hanno e stanno usando (come si è visto al recente Eurobasket) eppure qualcosa è mancato per raggiungere un traguardo che sembrava ampiamente alla portata. Forse le aspettative quest’anno sono più basse ma ci sbilanciamo e diciamo che i tedeschi lotteranno per la post-season e probabilmente la raggiungeranno.

ROSTER: Quincy Miller, Ricky Hickman, Daniel Hackett, Augustine Rubit, Luka Mitrovic, Bryce Taylor, Nikos Zisis, Aleksej Nikolic, Lucca Staiger, Maodo Lo, Elias Harris, Patrick Heckmann, Leon Radosevic, Coach Andrea Trinchieri

(credits canale Youtube EuroLeague Basketball)

CRVENA ZVEZDA

Pero Antic ritorna a casa da Campione d’Europa

Dopo un finale di regular season disastroso (3 sconfitte nelle ultime 4) che ha buttato alle ortiche una stagione europea che ad un certo punto stava assumendo i contorni dell’impresa, l’estate del Crvena Zvezda è stata quella del grande esodo, che ha disgregato la miglior Stella Rossa degli ultimi anni, incluso l’addio dell’uomo che aveva riportato un entusiasmo strabordante alla Kombank Arena. Dejan Radonjic ha deciso di passare la mano, forse non convinto dal nuovo corso ed al suo posto è arrivato il giovanissimo Dusan Alimpijevic, con nessuna esperienza in ambito internazionale se non come assistant coach della U20 serba nel 2014. Sono rimasti solo Milko Bjelica, Branko Lazic, Dangubic e le stelline locali Dobric e Rakicevic, mentre i volti nuovi sono tanti con l’obiettivo di aumentare soprattutto l’esperienza europea. In cabina di regia altra chance in EuroLeague per Taylor Rochestie, uno che forse in Italia abbiamo snobbato troppo, vista la sontuosa carriera europea che ha fatto dopo aver lasciato il Bel Paese, il quale proverà a portare sia il suo playmaking ma soprattutto la sua abilità nel fare canestro e dovrà far crescere Nikola Radicevic, uno di quelli arrivati presto (a 20 anni giocava in EuroCup al Siviglia) ma che hanno faticato ad esplodere definitivamente. L’atletismo di James Feldeine sarà molto importante per aprire le difese ma, soprattutto nella metà campo difensiva, le sue leve saranno fondamentali per mettere pressione sulla palla per accendere la transizione. L’esperienza di Dangubic e Lazic, invece, servirà in uscita dalla panchina,  soprattutto per portare cambi di ritmo e provare a rompere gli equilibri. Dove il Crvena Zvezda può però fare male è sotto canestro, con un insieme di giocatori che porta qualità e quantità, come i grandi ritorni di Pero Antic e Marko Keselj, ma soprattutto il giovane centro francesce Mathias Lessort, cresciuto molto nell’ultimo anno a Nanterre e che con la sua esplosività sembra fatto apposta per esaltare la torcida biancorossa.

OBIETTIVO: ospitare le Final Four può in genere dare una grande spinta, l’atmosfera della Kombank Arena, quando sarà utilizzata, dà sempre una grande mano, ma la realtà è che il Crvena Zvezda è al primo anno di un nuovo ciclo e difficilmente riuscirà ad emergere per poter lottare per i playoff. Obiettivo primario far crescere qualche giovane, in particolare Dobric, e far divertire il proprio pubblico.

ROSTER: Nemanja Dangubic, Branko Lazic, Ognjen Dobric, Petar Rakicevic, Milko Bjelica, Pero Antic, Taylor Rochestie, Mathias Lessort, James Feldeine, Nikola Radicevic, Nikola Jovanovic, Stefan Jankovic, Marko Keselj. Coach Dusan Alimpijevic

(credits canale Youtube EuroLeague Basketball)

MACCABI TEL AVIV

Alex Tyus è stato uno dei protagonisti delle F4 di Milano nel 2014 con la maglia del Maccabi (Foto Savino Paolella 2014)

Se per il Barça abbiamo parlato di anno zero, qui sia al Day After Tomorrow, perché al Maccabi c’è stata una specie di Apocalisse seguita da un primo timido tentativo di ricostruzione che fa però a cazzotti con un movimento cestistico israeliano che non riesce a produrre più giocatori di talento. Ecco che allora la rivoluzione riparte dal passato, cioè da chi conosce bene l’ambiente Maccabi e cosa la Yad-Eliyahu Arena chiede a chi veste il gialloblu. Neven Spahija torna in Europa dopo tre stagione agli Hawks e porta nel suo staff tecnico tante facce note al mondo Maccabi, e stessa cosa può dirsi per il roster completamente rinnovato (unico superstite Itay Segev), con i ritorni eccellenti di Alex Tyus e Jack Cohen. Il reparto guardie del nuovo Maccabi è forse il punto interrogativo della squadra nel senso che potrebbe essere devastante per gli avversari, oppure rovinoso per i compagni. Norris Cole e Pierre Jasckson sono in prospettiva due giocatori da 60 punti in coppia ad allacciata di scarpe, ma potrebbero anche diventare problematici da gestire, seppur in questo senso le doti difensive di Cole potrebbero aiutare. DeAndre Kane, Mike Roll e l’MVP dell’ultimo campionato israeliano, John DiBartolomeo saranno i backup che dovranno portare punti ma soprattutto non fare perdere di intensità alla second unit. Nel reparto lunghi il Maccabi si è affidato all’usato sicuro, perché al cavallo di ritorno Tyus, che ha però perso quella verve che lo ha fatto essere tra i protagonisti del trionfo milanese del 2014, sono stati aggiunti due lunghi di peso ed esperienza come il bielorusso Artsion Parakhouski, reduce da una buona stagione a Kazan, e Jake Cohen, anche lui di ritorno a Tel Aviv, mentre DeShaun Thomas porterà tutta la sua energia difensiva ad un reparto in cui Bolden e Segev saranno rincalzi che dovranno crescere nel corso della stagione per dare a Spahija quella versatilità tattica che in EuroLeague fa spesso la differenza.

OBIETTIVO: se stessimo parlando di un’altra squadra non vedremmo molte ambizioni se non quella di ripartire per dare nuovamente fiducia ed entusiasmo ad un ambiente che sembra abbia smesso di crederci, visto anche il crollo del dominio nazionale, con un titolo che manca addirittura dal 2014. La squadra ha la profondità e l’esperienza per poter anche puntare ad entrare tra le prime dieci e provare a giocarsela per i playoff, ma bisognerà trovare da subito la giusta chimica, cosa sempre complicata in una squadra completamente nuova.

ROSTER: Itay Segev, Artsiom Parakhouski, Norris Cole, Karam Mashour, DeAndre Kane, Jonah Bolden, DeShaun Thomas, Pierre Jackson, Karam Mashour, Michael Roll, Jake Cohen, Alex Tyus, John DiBartolomeo, Yovel Zoosman. Coach Neven Spahija


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