FC BARCELLONA

La stagione

La stagione del Barcellona è probabilmente il miglior biglietto da visita per la Final Four degli uomini di Pascual che, dopo un avvio di regular season non esaltante, (1 vittoria e 2 sconfitte) hanno cambiato passo nel momento più importante andando in allungo sino al 3-0 contro il Galatasaray. 2145 punti fatti per una media di 79,4 punti a partita, 1937 subiti (71,75 di media), i blaugrana hanno stabilito una serie di record che impressionano ancor di più tenuto conto del girone di ferro affrontato nelle Top 16. Primo club a toccare le 300 partite in Eurolega in questo secolo, 24 vittorie consecutive in Top 16, 31 vittorie consecutive in Top 16 in casa, strisce entrambe interrotte in coda ad un secondo turno ormai avaro di motivazioni data la certezza del primo posto nel girone ottenuta con due giornate d’anticipo. Il Galatasaray, complice anche l’infortunio di Arroyo, è stata la vittima sacrificale sulla strada che li ha portati a Milano.

 Il Roster – Il Quintetto

Navarro, Huertas, Papanikolaou, Tomic, Lorbek – è il quintetto che ha favorito l’allungo del Barça in Top 16 (schierato 13 volte sulle 27 apparizioni europee) e ha dato solidità alla squadra di Pascual. Navarro, leader emotivo e cerebrale del gruppo, nonostante una stagione di alti e bassi fisici ha creato con Tomic un asse di Pick n’ roll di difficile contenimento mettendo insieme cifre di rispetto (11,8 ppg). Huertas ha probabilmente giocato la stagione più continua della sua carriera mettendosi a servizio della squadra (3,1 apg) e selezionando bene i tiri da prendere (59,4% 2FGM). Papanikolaou è la vera arma tattica di Pascual: in fase difensiva ha il compito di limitare la superstar avversaria prestandosi anche ad adattamenti contro giocatori di ruolo diverso (ad esempio Diamantidis), mentre in attacco ha dotato il Barça di una dimensione ulteriore. Ben bilanciata anche la coppia di lunghi con Lorbek in fase calante ma ancora efficace dalla media/lunga distanza (35% 3FGM) abile a lasciar spazio nel pitturato a Tomic, vero protagonista della stagione (MVP dei mesi di febbraio e marzo e inserito nel primo quintetto dell’Eurolega). Chiaro che una squadra come il Barcellona conti molto sull’apporto della panchina e quando si alzano uomini come Nachbar (in crescendo nei P-O con 9.7 ppg contro i 7.8 di media stagionali), Oleson e Dorsey si può star tranquilli.

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Stagione da protagonista assoluto per Ante Tomic, giustamente inserito nel miglior quintetto dell’Eurolega (foto euroleague.net)

L’Allenatore

Approdato sulla panchina del Barça a stagione in corso, nel febbraio 2008, Pascual è alla quinta Final Four in sei stagioni complete al timone della compagine blaugrana. Ha raccolto numeri che pochi altri allenatori possono vantare (41W/3L in Top 16 nelle ultime 4 stagioni, 122W/31L in totale sulla panchina del Barça) dotando la sua formazione di una precisa fisionomia di gioco. Solida sotto le plance ma versatile in campo aperto la creatura di Xavi ha avuto nella continuità il pregio che nessun’altra in Europa è riuscita ad eguagliare. Nonostante le condizioni precarie di Navarro, il gioco tra lunghi ha consacrato Tomic e l’innesto di Papanikolaou ha permesso a Pascual di usare il greco come utilissima arma tattica in marcatura sugli avversari più pericolosi.

Come Gioca

Le direttrici del gioco blaugrana sono precise e identificano fedelmente il credo cestistico di Pascual. In fase offensiva molto passa dalla circolazione di palla, in grado di far muovere la difesa e creare spazio per il pick ‘n roll, spesso centrale, giocato la maggior parte delle volte da Navarro e Tomic. La capacità di Lorbek e Nachbar di attirare sull’esterno i lunghi di riferimento permette allo stesso Tomic e a Dorsey una certa libertà d’area che i due, pur con caratteristiche diverse, sanno sfruttare abilmente. Componente non secondaria nel playbook offensivo è il tiro dalla media/lunga. L’uscita dai blocchi dei piccoli (che spesso partono con un doppio blocco incrociato sotto canestro) è un’arma fondamentale per il Barcellona che può sfruttare sia il tiro dal perimetro (Oleson ha il 42%) che l’arresto e tiro dalla media (Abrines è uno dei massimi esponenti di un fondamentale poco diffuso e viaggia al 61% 2FGM). Curiosità, il Barcellona si garantisce mediamente 6 tiri in più dell’avversario medio (fonte in-the-game.org) grazie ad un ottimo rapporto turnovers (11,3 – quintultimo in Eurolega)/rimbalzi offensivi (primo tra le 4 finaliste e primo rispetto alla percentuale di realizzazione – 57,1% 2FGM, 35.1% 3FGM). Difensivamente gli accorgimenti di Pascual sono notevoli e Papanikolaou ha certamente dotato i blaugrana di una componente difensiva aggiuntiva. Il quadro generale mostra una squadra fedele alla difesa men to men che difficilmente esagera con la pressione sul portatore forzando, piuttosto, le scelte di gestione e/o scarico in fase di penetrazione. Con palla nel pitturato gli aiuti sono costanti ma mai estremi in modo da consentire una facile apertura sul tiro perimetrale. Solo 7 volte il Barcellona ha concesso più del 50% di percentuale effettiva di realizzazione, solo 4 più del 55%.

Vincerà perchè…

Partono dal derby con la sensazione che sia una finale anticipata. Hanno un conto in sospeso dalla finale di Copa del Rey andando a ritroso a questa è la stagione in cui, più che in altre, il Barcellona ha fatto vedere di avere i numeri per crescere costantemente sino alle F4. Se c’è qualcuno in grado di osteggiare il basket-champagne proposto dalla compagine di Laso ha faccia e connotati del Barcellona di Pascual, magari meno spettacolare ma decisamente pragmatico. Tomic è alla consacrazione, Navarro si è conservato per le due partite che valgono una stagione, Papanikolaou sa come si fa a vincerla e a rivincerla, Huertas potrebbe essere la scheggia impazzita che spariglia le carte. Tanti volti, tutti potenziali protagonisti. Questa è la forza del Barcellona, per questo vinceranno.

I blaugrana, oltre ad essere i più freschi vincitori della coppa tra le squadre presenti a Milano, sono anche l’ultima squadra non greca ad aver vinto l’Eurolega. era il 9 maggio del 2010 a Parigi, quando re Juan Carlos Navarro distrusse l’Olympiacos di Papaloukas e di un giovane Teodosic.


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