Schermata 2013-12-04 alle 10.27.18Sono i giocatori chiamati a saper fare un po’ di tutto sul parquet. Devono dare una mano a rimbalzo se necessario, ed all’azione successiva aiutare i piccoli nella gestione di palla. La poliedricità è il loro segno particolare. Conclusioni dalla lunga distanza, ma anche incursioni in mezzo all’area, il tutto con quell’innata eleganza che da sempre contraddistingue l’ala piccola. Ecco i migliori numeri tre della massima competizione continetale.

Rudy Fernandez, MVP della partita.

Rudy Fernandez

1 – Rudy Fernandez. Nelle serate di grazia il maiorchno è semplicemente immarcabile. Un atletismo ed una coordinazione che hanno fatto breccia anche in Nba, 255 gare a 8.9 punti di media tra Portland e Denver, dove solo il carattere non troppo malleabile lo ha limitato. Potrebbe tranquillamente giocare da guardia ma, sia nella Spagna che nel Real, l’abbondanza nel ruolo lo hanno costretto a spostarsi in ala, proprio per questo è probabilmente il miglior passatore del ruolo. Il suo marchio di fabbrica è il taglio back-door che, quando la palla parte dalle mani di Sergio Rodriguez, termina spesso con un alleyoop.

2 – Bojan Bogdanovic. Come Rudy ricopre senza problemi i ruoli di guardia ed ala piccola, dove però in difesa riesce a nascondere meglio una mobilità laterale non eccelsa. Bocciato da giovanissimo al Real da Messina ha avuto la forza mentale per ripartire da zero al Cibona e diventare il miglior attaccante d’Europa. Il suo repertorio è infinito: range di tiro illimitato, gioco in post basso dove sfrutta un corpo importante per il ruolo, si difende anche in penetrazione dove, come Bodiroga, da la sensazione di essere un falso lento. Buono anche l’apporto a rimbalzo.

Andres Nocioni

Andres Nocioni

3 – Andres Nocioni. Il giocatore più tosto d’Europa. Avi italiani, carattere plasmato tra Santa Fe e Vitoria, un mix di sfrontatezza e arroganza unica nel suo genere: all’esordio nei playoff Nba con la maglia di Chicago si presentò con 25 punti e 18 rimbalzi. Questo è il “Chapu”. Un uomo, prima che un giocatore, che pur avendo in banca ed in bacheca il riconoscimento di una carriera esaltante non esita a sporcarsi i gomiti nella battaglia a rimbalzo, a tuffarsi per una palla vagante, ad essere pronto a metterci la faccia. D’altronde i campioni hanno un fuoco dentro che i giocatori comuni non hanno.

4 – Joe Ingles. Dopo tre stagioni di apprendistato al Barcellona il ragazzone di Happy Valley, ridente sobborgo di Adelaide, ha deciso di alzare l’asticella e dare una svolta alla sua carriera. L’offerta di coach Blatt, che gli ha consegnato le chiavi del Maccabi, è arrivata a pennello. In gialloblu l’australiano sta dimostrando di saper dare anche continuità al suo gioco totale. Punti, rimbalzi ed assist non sono mai stati un problema per Ingles che, trovata la fiducia dell’allenatore, si sta dimostrando uno dei migliori nel ruolo. Migliore anche del suo strapagato sostituto in catalogna  Papanikolaou!

5 – Derrick Brown. Il nome nuovo del gruppo. Il giocatore con meno tiro da fuori del gruppo, ma allo stesso tempo il più verticale e spettacolare. La sua abilità nel solcare il pitturato per poi concludere con la mancina in acrobazia o con un affondata non ha pari in Europa. Lo scorso anno in EuroCup chiuse con il 66% da due punti, quest’anno viaggia con il 64% abbondante, a Charlotte due anni fa ebbe 8.1 punti con 53.5% da due punti. Tre indizi che rivelano una prova: Brown è il miglior incursore che si aggiri sul campo di pallacanestro da questa parte dell’Oceano. Stilisticamente ricorda il primo Pete Mickeal, una forza della natura con margini di miglioramento infiniti.

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